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La Sindrome del Proibizionismo - Politiche, Leggi e Convenzioni sulle droghe

Effetti e Conseguenze del Proibizionismo

Tornando al merito, la legge Volstead, o Regime Secco, da alcuni così definito, prevedeva una multa da 5 a 10 mila dollari e il carcere da 5 a 10 anni per la fabbricazione e il trasporto; 6 mesi, più la chiusura del locale per un anno, per la vendita di bevande intossicanti, ossia con contenuto alcolico maggiore dello 0,50%. Le sole eccezioni ammesse furono il vino nei sacramenti ed era accettato un uso medico dei liquori dietro prescrizione. L'uso domestico di birra e vino non era considerato illegale, era reato invece la vendita, il trasporto e ovviamente la fabbricazione.
All'indomani del provvedimento diventato effettivo il 16 gennaio del 1920 nelle città americane sorsero i contrabbandieri di alcol (Bootleggers), che trasportavano gli alcolici da Stato a Stato e nello stesso tempo numerosi spacci clandestini non autorizzati (Speakeasies) al posto dei saloon molti dei quali fatti chiudere.
A New York prima del proibizionismo vi erano 15.000 bar autorizzati, col proibizionismo sorsero 32.000 spekeasies. A Chicago nel 1930 la polizia individuò 10 mila speakeasies. In totale le stime parlano di oltre 200 mila speakeasies sparsi in tutto il territorio USA al tempo della proibizione. Venivano serviti alcolici con prezzi dieci volte superiori rispetto a prima della proibizione e dieci volte inferiore era la qualità. I bootleggers sofisticavano l'alcol per aumentarne la quantità e quindi la redditività con sostanze a dir poco nocive tra le quali il metanolo ovvero l'alcol metilico ottenuto dal legno, l'acido solforico, oli minerali, lacche per mobili, ecc., con conseguenze che portarono a un'epidemia di morti e di danni per la salute, provocando dolori lancinanti, cecità e paralisi. Nel 1932, dodici anni dopo l'entrata in vigore della legge ci sono 30 mila morti per aver bevuto alcol metilico e altri distillati velenosi e 100 mila persone circa con lesioni permanenti. Tre grandi "famiglie", l'ebrea, l'irlandese e quella italiana si spartiscono il monopolio per violare il precetto, mentre i bevitori si dividono tra quelli che frequentano i saloon clandestini e quelli che si recano dai medici per farsi prescrivere whiskey, cognac o vino per un prezzo un po' più alto.

Il Proibizionismo alimenta il gangsterismo


La prima gang che sfruttò il Proibizionismo fu la famiglia Genna, una banda di criminali senza scrupoli composta da 6 fratelli provenienti da Marsala, in Sicilia nei primi anni del '900. Giunti a Chicago sin da piccoli con scaltrezza e intraprendenza sgomitavano alla ricerca di una nuova identità e un nuovo ruolo in un'America poco ospitale nei confronti delle nuove masse di immigrati. Erano noti per la loro spavalderia e la violenza spesso praticata per la gestione degli affari: prostituzione, gioco d'azzardo, racket ecc. Avevano il magazzino, sede delle loro attività illegali a 200 metri da una stazione di polizia di Chicago dove veniva svolta la produzione di alcol aggiungendo coloranti e composti chimici altamente tossici e allo scopo di allargare la loro rete, convinsero centinaia di abitanti dei caseggiati e negozianti a installare distillatori di rame nelle cucine promettendo 15 dollari al giorno. La lavorazione dell'alcol diventò l'industria casalinga di Little Italy di Chicago. Un giro di affari talmente alto che una parte consistente era destinato alle bustarelle a favore delle autorità preposte ai controlli. Per salvare le apparenze di quando in quando un autocarro carico di alcol veniva intercettato dalla polizia. La corruzione era talmente dilagante tanto da toccare i vertici dello Stato, il ministro della giustizia e il ministro dell'interno erano stati condannati per legami con bande e per contrabbando. I Genna , si unirono con un'altra potentissima banda, di irlandesi, capeggiata da un certo Dion O' Banion soprannominato il re di Chicago, al fine di espandere il giro di affari, ma furono successivamente traditi e decimati. I superstiti della famiglia dovettero fuggire tornando in Italia. Non avevano fatto i conti però con l'altra famiglia alleata dei Genna, quella italiana capeggiata da Alphonse Capone e John Torrio, il suo padrino. Dopo qualche anno la vendetta si concretizzò con il cosiddetto massacro di San Valentino, il 14 febbraio 1929 gangsters travestiti da poliziotti uccisero sette componenti della banda degli irlandesi. La strage fu ordinata proprio da Al Capone il quale prese in seguito le redini dei suoi predecessori esercitando il controllo su una parte rilevante degli affari illegali più remunerativi, primi fra tutti la vendita di alcol. Tuttavia più di 500 bande si disputarono in quel periodo il commercio dell'alcol, ricordando tra le tante, quella di Giuseppe Masseria (Joe Masseria), boss della famiglia di New York che controllava la zona di Manhattan, Joe Profaci, Vito Genovese, boss della famiglia Genovese che aveva come suo uomo di fiducia Salvatore Lucania detto (Lucky Luciano), il quale in seguito diventerà capo indiscusso dell'impero del crimine. Un'altra grande famiglia dedita ai traffici illegali era quella appartenente al ramo ebraico; il boss era l'onnipotente Meyer Lansky.
La criminalità organizzata fu l'alleato naturale del Proibizionismo tanto che il periodo che va da dal 1920 al 1930 è stato definito "il decennio ruggente" della malavita.
Il "Nobile Esperimento", così lo chiamò il presidente americano di allora Hoover, non ebbe un esito felice, la legge benché avesse trasformato in criminali più di mezzo milione di persone, non produsse la condanna dei grandi trafficanti o produttori di alcol, come si ricorderà Al Capone fu giudicato per evasione fiscale e non come contrabbandiere di alcol, proprietario di bische e quant'altro. Nel 1933 la legge sul Proibizionismo viene revocata con la motivazione che ha causato ingiustizia, ipocrisia, corruzione, creazione di crimine organizzato e la sua costante violazione come generatore di profitto. L'idea della legalizzazione fu cavalcata dal presidente degli Stati Uniti Franklyn Delano Roosevelt, allora al primo mandato, segnato da un progressismo aperto alle correnti europee, contrapposto a un conservatorismo e a uno spirito redentorista americano del tempo, al quale non sfuggì il beneficio che avrebbe portato sull'agricoltura e in particolare sui cereali destinati alla fabbricazione e distillazione della birra. L'abrogazione della proibizione fu un duro colpo per la malavita organizzata, le tre famiglie separate fino ad allora da feroce rivalità concordarono una politica di collaborazione di fronte all'imminente rovina. Fu allora che i capi della famiglia ebrea e di quella italiana, M. Lansky e Lucky Luciano decisero di allearsi per dedicarsi alla produzione e al traffico di eroina, cocaina e marijuana, da poco rese illegali negli USA. [...]

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La Sindrome del Proibizionismo - Politiche, Leggi e Convenzioni sulle droghe

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Petrolo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Antonietta Censi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

FAQ

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Parole chiave

proibizionismo
politiche sulle droghe
leggi sulle droghe
convenzione sugli stupefacenti
tabacco e alcol erano proibiti

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