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Il Sacro Arsenale di Eliseo Masini: uno strumento inquisitoriale contro la magia e la stregoneria.

Eliseo Masini ed il Sacro Arsenale

Padre Eliseo Masini fu l’autore del Sacro Arsenale, uno dei manuali più popolari e longevi nel mondo inquisitoriale. Il prestigio che acquisì quest’opera fu tale che essa arrivò ad essere considerata un’autorità, al pari degli scritti di eruditi del calibro di Iacobo de Simancas, Desiderio Scaglia e Cesare Carena.

Eliseo Masini, meglio conosciuto con il nome di Cesare, nasce a Bologna nella seconda metà del XVI secolo, in un’Europa che stava ancora attraversando la dolorosa spaccatura della Chiesa tra protestanti e cattolici. Il Masini entra nell’ordine dei frati predicatori nel 1584, diventando presto lettore nel marzo 1590, un ruolo grazie al quale ebbe modo di insegnare nei conventi di Venezia, Bologna e Faenza.

A Faenza nel 1596 operò non soltanto come lettore di teologia, ma anche in qualità di vicario dell’inquisitore Alberto di Lugo. Proprio negli anni faentini ebbe modo di conoscere padre Agostino Galamini inquisitore di Brescia, un incontro significativo e proficuo. Galamini, infatti, venne presto nominato commissario del Santo Ufficio nel 1604 e scelse proprio padre Masini come suo socio. Masini aveva raggiunto una posizione di prestigio che, quando pochi anni dopo si ebbe la promozione del Galamini a maestro del Sacro Palazzo, gli permise di essere scelto come giudice della fede per il distretto di Ancona, nell’anno 1607. Il Masini affrontò il nuovo ruolo di inquisitore con molto entusiasmo ed energia indirizzando le sue azioni in svariate direzioni.

A seguito della riforma dell’Inquisizione avvenuta nel 1542 con la bolla Licet ab initio di papa Paolo III e dei provvedimenti di carattere disciplinare e morale promulgati dal Concilio di Trento, gli inquisitori si trovavano ora ad affrontare un gran numero di doveri. Perseguire gli eretici nella loro area di competenza rimaneva il loro leit motiv, ma a questo si affiancavano una lunga serie di altri importanti compiti. Il più importante tra questi, da molti inquisitori poco gradito, era l’obbligo di fornire alla Suprema Congregazione dettagliati resoconti su ogni denuncia e sullo stato in cui versava ogni processo.

Era cosa gradita, prima di intraprendere qualsiasi azione inquisitoria, interpellare la Congregazione romana sul da farsi. All’inquisitore fresco di carica era, inoltre, richiesta una riesamina di tutti i precedenti editti; a cui sarebbe seguita la stesura e l’emanazione di uno nuovo, personale che invitasse alla denuncia di donne e uomini sospetti di eresia o sospetti di altre azioni contro la fede spettanti al Santo Ufficio.

Un altro compito richiesto con molta scrupolosità era l’attento controllo della situazione finanziaria del tribunale e la giustificazione delle entrate e uscite. I tribunali inquisitoriali godevano, contrariamente a quanto si può pensare, di somme relativamente modeste spesso anzi venivano ad essere un peso per i conventi che li ospitavano e in cui svolgevano le loro attività. Ulteriore compito era la sorveglianza sui visitatori stranieri, soprattutto se di diversa fede, da svolgere con discrezione, nell’ombra, per accertarsi che non compissero proseliti che non diffondessero le proprie idee. Gli inquisitori, inoltre, rilasciavano i permessi ai cittadini degli stati italiani che volessero recarsi nei paesi protestanti.

I giudici della fede combattevano il contrabbando per impedire che arrivassero libri proibiti dall’indice o che giovani cristiani fossero venduti clandestinamente alle navi turche. Agli inquisitori era chiesto di vigilare sulle comunità non cristiane presenti ed evitare la fondazione di luoghi di culto non cristiani. Altri compiti ad hoc erano creati al sorgere di particolari situazioni, potevano talora trovarsi a fare da pacieri o da periti se gli avvenimenti lo richiedevano.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Sacro Arsenale di Eliseo Masini: uno strumento inquisitoriale contro la magia e la stregoneria.

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Informazioni tesi

  Autore: Gaetano Ragno
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Giovanni Pizzorusso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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