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Il monitoraggio dell'Area Marina Protetta ''Isola di Bergeggi'': Point Intercept Transect e Quadrati visuali a confronto

Espansione di Caulerpa racemosa

Le alghe del genere Caulerpa sono Chlorophyceae, alghe verdi dell'ordine Bryopsidales. Di quest'ordine fa parte la famiglia delle Caulerpaceae costituita da un unico genere comprendente 72 specie.
C. racemosa è una specie pantropicale originaria dell'Australia sud-orientale.
La sua prima segnalazione in Mediterraneo è avvenuta nel 1926 in Tunisia (Hamel, 1931), e si sta rapidamente diffondendo in Mediterraneo dal 1990 (Ruitton et al. 2005), quando è stata individuata nel porto di Tripoli, in Libia (Nizamuddin, 1991). La sua presenza è stata segnalata in 13 paesi mediterranei e nell'arcipelago delle Canarie (Verlaque et al., 2000, 2003, 2005; Durand et al., 2002; Piazzi et al., 2005; Ould-Ahmed e Meinesz, 2007; Klein, 2007; Klein e Verlaque, 2008). Per quanto riguarda le coste italiane, è apparsa per la prima volta nel 1993 in Sicilia (Alongi et al., 1993), poi l'anno seguente sulle coste livornesi (Piazzi et al., 1994), in seguito in Sardegna (Di Martino e Giaccone, 1995) ed in Liguria (1995) (Bussotti et al., 1996); successive sono le segnalazioni nel Golfo di Salerno (Gambi e Terlizzi, 1998) e nel Golfo di Taranto (Buia et al., 1998). Per quanto riguarda il mar Ligure, Tunesi et al. (2007) per conto dell'ICRAM, hanno condotto uno studio sulla colonizzazione dell'isola di Gallinara, destinata a diventare un'area marina protetta, ricavando considerazioni interessanti. In primo luogo, l'area in questione si trova molto piu` a nord rispetto alla latitudine del primo avvistamento; secondo, grazie alla presenza di dati storici sui popolamenti bentonici studiati nei primi anni '90 (Balduzzi et al., 1994), è stato possibile osservare come il fenomeno invasivo abbia comportato delle variazioni negli habitat, nonché la riduzione o la scomparsa di alcuni di essi. Molinari e Diviacco (2003) hanno segnalato la presenza della specie a Bergeggi, evidenziando come in pochissimi anni abbia espanso notevolmente il suo areale, coprendo grandi superfici di fondale, di matte morta, di detritico e di rocce basse.
La presenza di C. racemosa rappresenta un'importante minaccia per la diversità biologica degli ecosistemi costieri (Boudouresque et al., 2006), perché va ad interferire con le specie indigene, modificando la struttura delle comunità fito (Cebrian e Ballesteros, 2009) e zoobentoniche (Argyrou et al., 1999). Studi sperimentali (Piazzi et al., 2001a; Piazzi e Cinelli, 2003; Balata et al., 2004) hanno mostrato che l'invasione ha un grande impatto sui popolamenti macroalgali presenti sulla matte morta di P. oceanica e sui fondi rocciosi, che si traduce in una riduzione del ricoprimento del substrato, del numero delle specie e della diversità; Ceccherelli et al. (2002) hanno osservato inoltre che la presenza di turf promuove l'espansione di C. racemosa. E' interessante sottolineare come, invece, non sia stata evidenziata alcuna colonizzazione da parte dell'alga sulle praterie di P. oceanica in buono stato (caratterizzate da un'elevata densità di fasci fogliari) in molte regioni del Mediterraneo (Piazzi e Cinelli, 1999; Ceccherelli et al., 2000; Piazzi et al., 2001 a, 2005; Ruitton et al., 2005); altri studi, tuttavia, hanno dimostrato l'occorrenza di cambiamenti nel ciclo vegetativo e nella produzione della fanerogama marina.
In mar Ligure, sono stati realizzati svariati studi (Montefalcone et al., 2006; Montefalcone et al., 2007a, b) volti a valutare lo stato delle praterie di Posidonia oceanica in relazione alla presenza di specie sostitutrici, quali Cymodocea nodosa, Caulerpa prolifera, C. taxifolia e C. racemosa. Sono stati anche sviluppati alcuni indici, come il Substitution Index (SI) (Montefalcone, 2009), utilizzato per stimare il grado di sostituzione di P. oceanica con le altre specie menzionate sopra, ed il Phase Shift Index (PSI), un indice composto (Montefalcone, 2009) ideato per valutare l'entità del cambiamento di fase (phase shift) nelle praterie di fanerogame in Mediterraneo. Alcuni risultati hanno rivelato che le praterie in regressione, generalmente a causa di disturbi antropici diretti o indiretti, favoriscono l'insediamento e l'espansione di specie quali quelle del genere Caulerpa, ma non sembra che esista sempre una precisa relazione tra l'entità della regressione e quella della sostituzione, poiché si tratta di eventi casuali ed imprevedibili (Bianchi et al., 1998).
Osservazioni effettuate negli anni 2004-2009 lungo le coste della Liguria hanno evidenziato un considerevole ampliamento dell'areale di distribuzione di C. racemosa, rispetto al primo avvistamento ligure del 1995; e sembra quindi lecito prevedere che la superficie di matte morta invasa dall'alga aumenterà ulteriormente nei prossimi anni (Piazzi et al., 2005).
La particolare invasività delle alghe del genere Caulerpa sembra sia dovuta alla buona capacità di colonizzazione di sedimenti non vegetati, all'ampia tolleranza nei confronti degli stress ed alla resistenza a limitazioni di nutrienti e luce; in altre parole, sono caratterizzate da una rapido accrescimento vegetativo (associato ad una riproduzione per frammentazione molto efficiente) e da una particolare persistenza e competitività delle popolazioni (Piazzi e Cinelli, 1999; Williams e Grosholsz, 2002; Ceccherelli et al., 2000). In Piazzi et al. (2005 e relativi riferimenti bibliografici) viene evidenziata anche la produzione di sostanze tossiche che inibiscono il pascolo degli erbivori.

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Il monitoraggio dell'Area Marina Protetta ''Isola di Bergeggi'': Point Intercept Transect e Quadrati visuali a confronto

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Gatti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Ambientali Marine
  Corso: Risorse Biologiche Marine
  Relatore: Carlo Nike Bianchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 136

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