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L’ADHD: Connotazioni del disturbo e dei trattamenti

Eziologia dell’ADHD

L’ADHD non è la semplice vivacità o la distrazione, peraltro tipica nei bambini, ma un vero e proprio disturbo che impedisce a chi ne è affetto di selezionare gli stimoli ambientali, di pianificare le proprie azioni e controllare i propri impulsi.
Mi focalizzo ora sui fattori che determinano l’ADHD che è un disturbo multifattoriale, comportamentale, con basi neurobiologiche, non raro, che interessa milioni di persone, cronico e che tende a persistere fino in età adulta.
L’eziologia risulta essere molto complicata e i fattori però maggiormente rilevanti sono:
- fattori genetici;
- fattori ambientali (famiglia, educazione, contesti sociali, etc.);
- fattori derivanti da diete (fattori aggiunti di recente e ancora poco studiati).
Per quanto riguarda i fattori genetici, i bambini con ADHD presentano, in numerosi studi, significative alterazioni funzionali di specifiche regioni del Sistema Nervoso Centrale. Attraverso tecniche di neuroimmagine - diagnostica strumentale - (Risonanza Magnetica funzionale e Tomografia ad emissione di positroni) e studi di genetica molecolare si è potuto evidenziare un’alterazione nell’elaborazione delle risposte agli stimoli ambientali e della capacità di concentrazione. Abbiamo in merito due dati neurobiologici:
- Il cervello dei soggetti ADHD è strutturato diversamente da quello dei fratelli e sorelle che non presentano il disturbo. Sono risultate essere più piccole determinate aree del cervello come: corteccia prefrontale, cervelletto, gangli della base. Con le neuroimmagini si è visto che ci sono delle aree in cui l’attivazione è ridotta e altre aree che vanno invece in iperconsumo di glugosio. Nel livello del cervelletto c’è una minore corolazione non presente in quella prefrontale.
- Nel lobo parietale risulta la maggior parte delle volte poca Noradrenalina.
Si è inoltre riscontrato che chi ha sindromi genetiche è soggetto a una forte ereditabilità dei disturbi; gemelli monozigoti hanno infatti il 75% di probabilità di sviluppare lo stesso disturbo. Negli ultimi anni diversi gruppi di ricerca hanno dimostrato che nei soggetti con ADHD sono maggiormente frequenti alcune specifiche varianti di geni; si pensa siano almeno 18 i geni compromessi, molti dei quali interessano i neurotrasmettitori della Dopamina e della Noradrenalina: l’insieme di queste interazioni porta quindi al disturbo.
I fattori ambientali includono la nascita prematura, l’uso di alcool e nicotina da parte della madre, l’esposizione ad elevate quantità di piombo nella prima infanzia e lesioni cerebrali. L’esperienza esistenziale del bambino con il Disturbo ADHD, caratterizzato da "insuccessi" e frustrazioni nel campo relazionale, sociale e scolastico, può determinare disturbi comportamentali su base psico-emotiva, che spesso accentuano e confondono gli stessi sintomi di iperattività e impulsività con cui il disturbo si presenta. In questo senso, il quadro clinico dell’ADHD si può considerare effetto della confluenza di fattori neuro-biologici e psicosociali, mediata da un disturbo dello sviluppo cognitivo-emotivo che assume un ruolo centrale. Barkley (1997) fa una distinzione tra fattori che appartengono all’ambiente condiviso e fattori che appartengono all’ambiente non condiviso. Per ambiente condiviso si intende una serie di variabili sociali come lo status educativo/occupazionale della famiglia, il clima familiare, il regime alimentare e le caratteristiche interpersonali che sono uguali per tutti i componenti di quella famiglia. Per ambiente non condiviso si includono tutti quei fattori di natura biologica non ereditari (modificazioni fisiologiche verificatesi dopo la nascita del bambino) e le peculiari caratteristiche delle interazioni tra genitore e figlio che sono differenti da bambino a bambino. Ciò che determina l’insorgere del disturbo, nel caso dei fattori ambientali non condivisi, è soprattutto il come si è comportata la madre durante la gravidanza. La sindrome feto alcolica per esempio fa assumere caratteristiche fisiche al bambino man mano che cresce.

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L’ADHD: Connotazioni del disturbo e dei trattamenti

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Mazzoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Pontificia Università Salesiana
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Monica Terribili
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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