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L’impairment test degli strumenti finanziari nei bilanci delle banche

Fair value, costo e costo ammortizzato nella valutazione degli strumenti finanziari

Si è visto come, tra la fase di iscrizione iniziale e quella di valutazione successiva, lo IAS 39 contempli tre criteri alternativi: fair value, costo e costo ammortizzato.
In questa sede, si vogliono analizzare i rapporti esistenti tra il criterio dominante (il fair value) e gli altri due.
Il criterio del costo, inteso come corrispettivo versato per l'acquisto di un'attività o ricevuto a fronte di una passività emessa, assume nell'ambito IAS/IFRS un ruolo peculiare e differente da quello invalso nella tradizione contabile domestica.
In sede di iscrizione iniziale, il fair value e il costo storico coincidono, dal momento che entrambi si identificano con il valore del corrispettivo versato o ricevuto a fronte di una transazione.
Nelle valutazioni successive, il criterio in commento viene impiegato per misurare il valore di strumenti finanziari non quotati e/o per i quali non è possibile stimare attendibilmente il fair value.
Ne deriva che al costo non è riconosciuto lo status di autonomo criterio di valutazione alternativo e concorrente al fair value, rappresentando bensì una proxy dello stesso, da impiegarsi nei casi di impraticabilità delle metodologia applicate o di scarsa attendibilità dei valori da queste originati.
In buona sostanza, si può rinvenire un rapporto di strumentalità del primo rispetto al secondo.

Diversa e più articolata appare la relazione esistente tra fair value e costo ammortizzato.
Quest'ultimo, ancorchè costituisca formalmente un criterio di valutazione alternativo all'altro, ne rappresenta, a ben vedere, una species.
Infatti, in realtà, l'attualizzazione dei futuri flussi di cassa contrattualmente correlati ad uno strumento finanziario, con riferimento al loro ammontare e alla loro data di incasso, è riconducibile a una delle tecniche di valutazione (in una logica mark to model) utilizzabili ai fini della stima del fair value di attività non scambiate su mercati attivi (il Discounted Cash Flow).

Sulla base di quanto sinora osservato, non appare improprio considerare il fair value non solo e non tanto il criterio prevalente di valutazione degli strumenti finanziari, quanto piuttosto il criterio unico che può manifestarsi nelle forme di costo storico o di costo ammortizzato, ricorrendone le opportune condizioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’impairment test degli strumenti finanziari nei bilanci delle banche

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Ronca
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Enrico Laghi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

FAQ

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