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Progettazione meccatronica di un Plotter cartesiano

FEM

Il metodo degli Elementi Finiti (FEM) permette di risolvere il problema della determinazione dello stato di sforzo e deformazione in elementi in condizioni di carico per le quali non è reperibile o ricavabile la soluzione analitica. E' una tecnica numerica atta a cercare soluzioni approssimate di problemi descritti da equazioni differenziali alle derivate parziali riducendo queste ultime ad un sistema di equazioni algebriche. In generale il metodo degli elementi finiti si presta molto bene a risolvere equazioni alle derivate parziali quando il dominio ha forma complessa (es. telaio di un automobile), quando il dominio è variabile, quando l'accuratezza richiesta alla soluzione non è omogenea sul dominio (es. crash test di un automobile: l'accuratezza richiesta è maggiore in prossimità della zona di impatto).
Il metodo FEM si applica a corpi fisici suscettibili di essere suddivisi in un certo numero, anche molto grande, di elementi di forma definita e dimensioni contenute. Nel continuum, ogni singolo elemento finito viene considerato un campo di integrazione numerica di caratteristiche omogenee. La caratteristica principale del metodo degli elementi finiti è la discretizzazione attraverso la creazione di una griglia (mesh) composta da primitive (elementi finiti) di forma codificata (triangoli e quadrilateri per domini 2D, esaedri e tetraedri per domini 3D). Su ciascun elemento caratterizzato da questa forma elementare, la soluzione del problema è assunta essere espressa dalla combinazione lineare di funzioni dette funzioni di base o funzioni di forma (shape functions). Da notare che talora la funzione viene approssimata, e non necessariamente saranno i valori esatti della funzione quelli calcolati nei punti, ma i valori che forniranno il minor errore su tutta la soluzione.
Un esempio è quello di una funzione polinomiale: la soluzione complessiva del problema viene approssimata con una funzione polinomiale a pezzi. Il numero di coefficienti che identifica la soluzione su ogni elemento è dunque legato al grado del polinomio scelto. Questo, a sua volta, governa l'accuratezza della soluzione numerica trovata. Il metodo degli elementi finiti viene utilizzato per risolvere problemi poggianti su leggi costitutive di tipo lineare. Tipici i problemi di sforzi-deformazioni in campo elastico (come nel nostro caso), la diffusione del calore all'interno di un corpo materiale. Alcune soluzioni consentono di esplorare il comportamento dei materiali anche in campo fortemente non lineare, ipotizzando comportamenti di tipo plastico o visco-plastico.

Per arrivare al modello agli elementi finali si seguono delle fasi, ognuna delle quali comporta l'inserimento di errori nella soluzione finale:
- Modellazione: è presente in tutti gli studi di ingegneria, consiste nel passaggio dal sistema fisico ad un modello matematico che astrae alcuni aspetti di interesse del sistema fisico, focalizzando l'attenzione su poche variabili aggregate di interesse e “filtrando” le rimanenti (ad esempio nel calcolo del momento flettente di una trave non si prendono in considerazione le interazioni a livello molecolare). Il sistema fisico, se complesso, viene suddiviso in sottoinsiemi. Il sottoinsieme verrà poi suddiviso in elementi finiti ai quali verrà applicato un modello matematico. A differenza delle trattazioni analitiche è sufficiente che il modello matematico scelto sia adeguato alle geometrie semplici degli elementi finiti. La scelta di un tipo di elemento in un programma software equivale ad una scelta implicita del modello matematico che vi è alla base. L'errore che può portare l'utilizzo di un modello deve essere valutato con prove sperimentali.
- Discretizzazione: in una simulazione per via numerica è necessario passare da un numero infinito di gradi di libertà (condizione propria del 'continuum') ad una situazione di finito (situazione propria della mesh). La discretizzazione, nello spazio e nel tempo, ha lo scopo di ottenere un modello discreto caratterizzato da un numero finito di gradi di libertà. Viene inserito un errore dato dalla discordanza con la soluzione esatta del modello matematico.
Questo errore può essere valutato opportunamente se esiste un modello matematico adeguato all'intera struttura (quindi preferibile da utilizzare rispetto all'analisi FEM) ed in assenza di errori numerici di calcolo, ciò può essere considerato vero utilizzando calcolatori elettronici.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Progettazione meccatronica di un Plotter cartesiano

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Dottori
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria meccanica
  Relatore: Paolo Righettini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 165

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