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Le relazioni tra Germania e Unione Sovietica nel 1939. I patti nazi-sovietici di agosto e settembre.

Genesi del rapporto nazi-sovietico

L'esito della Conferenza di Monaco ebbe molte conseguenze dal punto di vista politico. In Gran Bretagna, Duff Cooper, Primo Lord dell'Ammiragliato, decise di rassegnare le dimissioni in quanto contrario alla politica, fino ad allora, portata avanti da Chamberlain; a sminuire il risultato ottenuto a Monaco, catalogandolo come una sciagura per le democrazie, fu poi Winston Churchill, che disse: «Potevamo scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra», prevedendo che gli appetiti tedeschi non fossero stati del tutto saziati e che, anzi, Hitler e la Germania, rafforzati dalle nuove annessioni, si sarebbero, a questo punto, spinti oltre le richieste di unione razziale. Da Mosca giungeva forte l'eco delle lamentele per aver lasciato la Cecoslovacchia sola dinanzi ad un nemico potente e spietato. Il Narkomindel contestò soprattutto il modo in cui la Francia si fosse prostrata alla Germania e alla politica di appeasement, mettendo in discussione il valore del patto franco-russo e meditando una denuncia della sua validità. Gli uomini più influenti dell'establishment sovietico analizzarono l'accordo raggiunto a Monaco come un ulteriore tentativo di appianare le divergenze esistenti tra le potenze occidentali e come emanazione dell'imperialismo insito, per natura, nell'indole degli stati capitalistici. Ma le contraddizioni nel campo imperialistico erano insuperabili agli occhi dei sovietici, infatti, per loro era in corso una guerra tra le potenze imperialiste della pace e le potenze imperialiste aggressive. Litvinov disse che, se la politica di appeasement fosse continuata, la Germania avrebbe tentato di distruggere la potenza britannica, giacché un attacco contro l'Urss sarebbe risultato per Hitler più rischioso, e Majskij riferì a Halifax che la Germania si sarebbe rivolta ad ovest dopo aver consolidato la sua posizione di dominio nell'Europa centrale. L'analisi che più di tutte rispecchiava le convinzioni della leadership sovietica fu quella fatta da Molotov durante le celebrazioni per l'anniversario della rivoluzione. Secondo lui interpretare i fatti del 29 e 30 settembre era semplice: gli stati imperialisti avevano vinto sulla Cecoslovacchia e Germania e Inghilterra avevano vinto sulla Francia. Era quindi evidente che nel blocco capitalistico ci fossero tensioni e divergenze, le quali, lungi dall'esser state risolte con lo smembramento dello stato cecoslovacco, erano destinate ad ingrandire la guerra imperialista già in atto. L'Urss, per Molotov, giocava in questo contesto un ruolo importante; anche se isolata era il più grande ostacolo all'espandersi dell'imperialismo. Con ciò, metteva indirettamente l'accento anche sui pericoli di una guerra imperialista contro il colosso socialista. Stalin era pienamente d'accordo con la visione di Molotov e, infatti, disse di voler evitare, anche se lo riteneva difficile, che gli stati capitalistici si unissero contro l'Urss.

Nel novembre del '38 Mosca e Varsavia firmavano un accordo che sanciva il prolungamento del patto di non aggressione del 1932. L'iniziativa venne presa dal Ministro degli Esteri polacco Beck, il quale voleva coprirsi le spalle in caso di conflitto contro i nazisti. La Germania aveva cominciato a fare pressioni sulla Polonia perché questa cedesse Danzica, il nuovo accordo con l'Urss aveva perciò una funzione di contrappeso all'iniziativa tedesca. Beck omise di riferire al suo omologo sovietico le ragioni che lo avevano indotto a chiedere il succitato prolungamento del patto di non aggressione, infatti, agli occhi dei dirigenti russi l'accordo non aveva grande rilevanza e le divergenze tra i due paesi, nate dal rifiuto polacco di aderire al patto orientale, rimanevano invariate. «Il governo sovietico non aveva molta simpatia per il regime polacco o addirittura per la Polonia, quale essa era risorta dopo la prima guerra mondiale. La Polonia era destinata ad essere il primo elemento del “cordon sanitaire” francese intorno all'URSS». Verosimilmente, se i sovietici fossero stati a conoscenza delle pressioni tedesche non avrebbero raggiunto un accordo così impegnativo con Varsavia, al fine di non rendere maggiormente tesi i rapporti che intercorrevano tra Mosca e Berlino, con la quale erano in corso importanti trattative economiche. Il prolungamento, reso pubblico il 26 novembre, aveva molta importanza per i sovietici, dato che l'atteggiamento polacco serviva da monito alla politica aggressiva dei nazisti. Ma la Germania era pienamente consapevole dei rapporti russo-polacchi, non si allarmò più di tanto, le trattative economiche proseguirono, tra alti e bassi e il 22 dicembre le delegazioni russa e tedesca portarono a buon fine le trattative. Come nel '36, il Reich fu stabilita l'eragazione di un credito all'Urss, che avrebbe dovuto restituire la somma con la cessione di materie prime: ma questa volta le materie prime in questione erano materie prime a destinazione d'uso militare. Come mai, le due potenze, che si erano osteggiate per anni, arrivavano, ora, a stipulare un trattato che includeva anche vantaggi dal punto di vista della costruzione bellica? Fabry, nelle prime pagine del suo lavoro dedicato al patto tra nazisti e sovietici, riporta un avvenimento molto interessante riguardo ai rapporti tra i due governi dittatoriali. Nell'autunno 1938, precisamente in ottobre, Litvinov e von Schulenburg, Ambasciatore tedesco a Mosca, decisero che stampa e radio della Germania e della Unione Sovietica non avrebbero più dovuto riportare attacchi ai reciproci capi di Stato. È bizzarro vedere che, mentre ufficialmente le due ideologie e i due governi erano nemici mortali, in segreto dialogavano e, a differenza di quanto avveniva con le democrazie, si arrivava anche a decisioni comuni. Cominciava una fase di distensione tra Mosca e Berlino e il più importante indizio sembra essere l'accordo sul credito commerciale del 22 dicembre. […]

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Le relazioni tra Germania e Unione Sovietica nel 1939. I patti nazi-sovietici di agosto e settembre.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Veltri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Luciano Monzali
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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