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Il gioco come strumento di comunicazione tra l'adulto e il bambino

Giocattoli e sussidi didattici

Senza entrare nel merito degli aspetti pedagogici legati all’utilità dei giocattoli nell’evoluzione di un bambino, un’osservazione tanto scontata quanto efficace è necessario però ricordare quanto essi sono importanti per apprendere (Andolfi e Parigiani 1989, 45).

Se un bambino dovesse esser posto di fronte a due stanze, una piena di giocattoli e l’altra colma di cose tipiche del mondo degli adulti, invitato ad entrare in una delle due, non c’è dubbio su quale sceglierebbe. Il suo interesse è, naturalmente attratto da quella il cui contenuto, costituito in parte da elementi conosciuti, può stimolare in lui il processo di verifica prima, e di conoscenza poi.

Allo stesso modo una piscina ricca di oggetti si offre e si propone in maniera molto più famigliare di quanto no possa fare un impianto, forse anche più funzionale dal punto di vista delle strutture e degli spazi, ma assolutamente carente dell’oggettistica tipica del mondo dei bambini. Nella piscina “grande” o nella vasca per l’ambientamento, poi, gli oggetti che galleggiano, sulla superficie dell’acqua o che sono visibili sul fondo, hanno la capacità di dare dello spazio un’immagine più circoscritta e più a “portata di mano”.

Gli ambienti troppo grandi e dispersivi, come si è già detto, mettono i bambini in una condizione di disagio che può con facilità esser superata se questi stessi spazi vengono “delimitati” o “interrotti” da oggetti costituiti, indifferentemente, da elementi fissi o mobili. Meglio ancora se si tratta di giocattoli perché, oltre ad interrompere lo spazio, stimolano la curiosità e l’interesse dei bambini. Tutto ciò che, quindi, può essere intelligentemente collocato nell’ acqua della piscina, deve essere utilizzato a vantaggio del successo della lezione.

Bisogna considerare però che un eccesso di giocattoli o di oggetti può “disturbare” l’attenzione dei bambini rendendola instabile e “ballerina” senza, cioè, un saldo punto di riferimento. Il bambino dopo una prima fase di meraviglia e simpatico “stordimento” comincia a “passare” da un giocattolo all’altro senza riuscire, però, ad utilizzarne nessuno.

La sovrabbondanza di stimoli crea una confusione nella quale diventa necessario mettere un po’ di ordine così che solo dopo un certo periodo di tempo, più o meno lungo, il bambino è in grado di “prendere contatto” con ognuno dei nuovi giochi a disposizione. Da questa osservazione si può trarre un insegnamento e cioè che una grande quantità d’oggetti serve per stupire mentre un numero proporzionato di giochi serve per creare degli stimoli adatti a favorire l’apprendimento (Andolfi e Parigiani 1989, 156).

Alla luce di queste considerazioni la ricchezza di sussidi didattici in piscina deve essere giudicata un fatto positivo a condizione che non costituisca un elemento di “disturbo” della lezione e dell’interesse del bambino. Se la dotazione di materiale fosse veramente eccessiva, i giochi e gli oggetti potrebbero esser utilizzati seguendo il criterio della rotazione. Alcuni giochi potrebbero comparire all’improvviso in sostituzione di altri ai quali potrebbe esser concessa qualche settimana di riposo prima di riapparire sulla “scena” con rinnovato interesse da parte del bambino (Andolfi e Parigiani 1989, 179).

In piscina il materiale didattico potrebbe esser composto da oggetti come materassini, canotti, tappeti e galleggianti che richiamano la forma dei coccodrilli, balene, delfini ecc. Non possono mancare, naturalmente, palloni, ciambelle, braccioli, tavolette, ecc. Sul bordo della vasca dovrebbero esser presenti strumenti non certo tipici per una piscina ma proprio per questo interessanti e stimolanti come innaffiatoi, scolapasta, bacinelle, ecc. Ogni scuola nuoto dovrebbe essere dotata di oggetti colorati di materiale pesante in grado cioè di affondare in acqua. A questo scopo molto bene si adattano i giocattoli di gomma caratteristici della prima infanzia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il gioco come strumento di comunicazione tra l'adulto e il bambino

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Informazioni tesi

  Autore: Nicola Verrini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Stefano Calabrese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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