Mario Giacomelli. L'uomo che fotografa con l'anima.

Giuseppe Cavalli ultimo di sette fratelli nasce in una ricca famiglia di Lucera. Si laurea in legge presso il collegio di Mondragone a Roma. Dopo aver sostenuto l’esame d’abilitazione per sostenere la professione, stimolato da riflessioni di carattere morale, decide di abbandonare la professione di avvocato. Grazie all’appoggio della sua famiglia intraprende la strada della fotografia. I suoi primi scatti risalgono agli anni 30. riesce ad emergere fin dagli inizi grazie alla sua impronta personale. Spicca anche come critico e si rende protagonista del dibattito culturale e inizia a frequentare i più noti pittori dell'epoca. Intorno agli anni Quaranta grazie alla pubblicazione del suo primo libro “Otto fotografi italiani d’oggi” si fa conoscere in maniera più ampia nell’ambito fotografico. L'esperienza fotografica e la riflessione estetica promossa anche attraverso i gruppi fotografici da lui fondati, “La bussola” nel '47 il “Misa” nel '54, costituiscono il fondamento del linguaggio fotografico come linguaggio artistico autonomo (in opposizione alle retoriche formule fasciste). Attraverso la sua fotografia esprimere un concetto di espressione pura, essenziale e rigorosa, dal “tono alto”. Nel 1947 gli viene commissionato di fotografare le porte bronzee del Duomo di Firenze. Questa esperienza, durata un anno, porterà alla nascita di un volume fotografico dedicato alla Porta del Paradiso. Continuerà l'attività artistica e di ricerca sino alla morte, avvenuta nel 1961 a Senigallia. Le fotografie di Giuseppe Cavalli si fondano su un puro piacere di vedere, e di vagare con lo sguardo nella luce.