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Monitoraggio multiparametrico remoto nei pazienti con BPCO: valutazione dell'impatto sulla qualità della vita e sulla soddisfazione del paziente

Gli effetti sistemici della BPCO

La BPCO ha molteplici conseguenze e si associa a rilevante comorbidità. Oltre alle tipiche alterazioni presenti a livello polmonare, si sono osservate diverse alterazioni presenti a livello extra-polmonare, definite “effetti sistemici della BPCO”.
Per questo, nel programmare la gestione del paziente, è indispensabile tener conto delle possibili condizioni morbose concomitanti, soprattutto nei pazienti anziani.

È importante sottolineare come la BPCO sia stata associata alla presenza di uno stato di infiammazione sistemica cronica (risultato essere inversamente proporzionale all’entità della funzione respiratoria) che si caratterizza principalmente per un aumento delle citochine pro-infiammatorie, della proteina C reattiva (PCR), del fibrinogeno e dei leucociti totali (17), del Tumor Necrosis Factor-alfa (TNFα), dell’Interleuchina (IL-8 e IL-6). (Figura D)

Gli effetti sistemici della BPCO vengono considerati di notevole rilievo, poiché compromettono la qualità della vita e sono in grado di condizionare sia la prognosi (durata della degenza, i costi, l’outcome o la sopravvivenza) sia l’approccio terapeutico al paziente.
Inoltre, il paziente con BPCO, è particolarmente esposto al rischio di patologia iatrogena (per lo più legata alla terapia steroidea), ma anche alla riduzione dell’attività fisica, agli effetti negativi dell’insufficienza respiratoria sulle funzioni cognitive e sullo stato effettivo generale e nutrizionale.
Alcune malattie complicanti la BPCO possono addirittura fungere da indicatori di gravità della medesima. Di seguito le più comuni condizioni cliniche che si associano alla BPCO.

Deterioramento cognitivo
La BPCO non complicata da ipossiemia non comporta un maggiore rischio di deterioramento cognitivo. Questo si rende invece evidente nelle fasi più avanzate dell’insufficienza respiratoria, contraddistinte dal coesistere di ipossiemia e ipercapnia. La durata dell’insufficienza respiratoria è direttamente proporzionale al rischio di demenza. (18-19)

Circa la metà dei pazienti ipossici e ipercapnici presenta una grave compromissione delle funzioni mnesiche e verbali, una conservazione dell’attenzione visiva ed una moderata compromissione delle restanti funzioni cognitive. (20)
In particolare, il deficit mnesico concerne sia il recupero della traccia mnesica che il riconoscimento passivo. È importante sottolineare come il primo deficit si correli significativamente con la scarsa aderenza alla terapia. (21)
L’ossigenoterapia continua non è in grado di prevenire la disfunzione cognitiva, sebbene l’adozione dell’ossigenoterapia in pazienti che non ne abbiano mai fatto uso comporti un selettivo miglioramento di alcune funzioni neuro-psicologiche. (22)

Le cause del deficit cognitivo sono probabilmente multiple: alterazioni dei neurotrasmettitori, turbe dello stato nutrizionale, depressione, danno microvascolare da fumo, effetto cumulativo di fasi ipossiemiche gravi durante la notte, in corso di esercizio fisico o di riacutizzazioni.

Depressione
La depressione complica la BPCO non solo nella fase avanzata della malattia. Essa può precedere l’insorgenza del deficit cognitivo. Può considerarsi un moltiplicatore del danno in quanto limita l’attività psico-fisica e le interazioni sociali, concorrendo di conseguenza al declino progressivo del livello di autonomia personale.
Non esistono evidenze definitive in merito all’opportunità di un trattamento farmacologico, mentre positivi riflessi sul tono dell’umore sono stati segnalati sia per la riabilitazione respiratoria che per la terapia comportamentale. (23,24)

Osteoporosi
La prevalenza di osteoporosi è molto elevata nei pazienti con BPCO, verosimilmente in virtù di molteplici fattori, quali l’esposizione cronica agli steroidi, la malnutrizione, l’inattività fisica e la scarsa esposizione al sole.
È stato documentato che un Body Mass Index (BMI) inferiore a 22 kg/m2, un marcatore di malnutrizione, caratterizza i pazienti con BPCO con più marcata osteoporosi. (25)
Probabilmente solo un approccio multidimensionale, ovvero nutrizionale, riabilitativo e farmacologico, è in grado di prevenire lo sviluppo dell’osteoporosi nella BPCO.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Monitoraggio multiparametrico remoto nei pazienti con BPCO: valutazione dell'impatto sulla qualità della vita e sulla soddisfazione del paziente

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Giordano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Libera Università Campus Bio-medico di Roma
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Claudio Pedone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 128

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