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Aspetti Metodologici nella ricerca criminologica

Gli indici di criminalità

In via preliminare è necessario rilevare che esistono tre tipi di misure statistiche della criminalità ovvero: le frequenze assolute dei delitti denunciati; le frequenze riferite alla popolazione (quozienti di criminalità per 100mila abitanti); e i numeri indici calcolati sugli aggregati convenzionali tenendo conto della loro gravità.

Il numero indice, che nasce dall'esigenza di analizzare i mutamenti sostanziali relativi alla gravità del reato, è in assoluto il più importante, in quanto permette di valutare le variazioni della gravità degli eventi criminosi. In ambito criminologico, essendo importante e fondamentale ha spinto diversi studiosi ad occuparsene.

Messedaglia, a metà dell'Ottocento, ha evidenziato che gli indici criminali sono il sintomo più significativo della moralità di un popolo e la pena, secondo la sua specie e durata, è quella che segna la gravità legale del crimine. La sua teoria è stata ripresa successivamente da Zingali che ha tenuto conto della pena detentiva perpetua ma non ha considerato le pene pecuniarie.
 
De Castro, negli anni Trenta del Novecento, ha definito la funzione che deve avere un indice di criminalità ovvero: deve servire alla comprensione del fenomeno per seguirne l'andamento. A tal fine ha studiato gli indici sia su base quantitativa, conferendo importanza al numero dei delitti denunciati, sia su base qualitativa conferendo rilevanza all'indice di gravità che tiene conto della pena inflitta dal giudice in base alla gravità dell'evento.
 
Gli sviluppi successivi della statistica applicata alla criminologia prescindono dalla pena e valutano i fattori differenziali, tra i quali risulta fondamentale la coscienza sociale, ovvero la modalità con la quale i membri della società perceiscono il reato.

Negli anni Sessanta del Novecento, due sociologi statunitensi, Sellin e Wolfgang, hanno individuato due indici utili per misurare quantitativamente e qualitativamente l'intensità della delinquenza minorile e le sue variazioni nel tempo. Sono, rispettivamente, il "category scale" che attribuisce un punteggio da 1 a 10 a seconda della gravità dell'evento; e il "magnitude scale" che ha un punteggio in base 10 utilizzabile dagli intervistati per comparare gli eventi e definirli più o meno gravi su una scala da 1 a 10.

In una fase avanzata della loro ricerca, i due sociologi scelsero di costruire il loro indice di gravità in base ai risultati ottenuti con la "magnitude scale" poiché, con essa, gli intervistati avevano potuto assegnare liberamente qualsiasi punteggio nella comparazione degli "events". Il dato interessante che è emerso dalle rilevazioni è un accordo sociale generalizzato sia in relazione alle situazioni delittuose considerate più o meno gravi, sia in relazione al livello di gravità di ciascun reato espresso in termini quantitativi. Con queste evidenze è stato dimostrato che esiste un consenso nell'opinione pubblica sulla gravità dei reati, indipendentemente dalle caratteristiche culturali, sociali e demografiche.
 
Lo studio di Sellin e Wolfgang è stato successivamente impiegato nella ricerca di Cohen sulle gang di Philadelphia e sui gruppi spontanei. In via preliminare Cohen ha evidenziato che la gang si caratterizza per avere un numero rilevante di associati e per essere gerarchicamente e permanentemente strutturata (è il fenomeno comunemente denominato "processo di subculturazione"). I gruppi spontanei invece, si caratterizzano per essere costituiti da poche persone che si riuniscono sporadicamente senza essere strutturate secondo un "codice sottoculturale".

I dati rilevati dalla ricerca hanno mostrato che i reati commessi dalla gang sono più gravi di quelli dei gruppi spontanei e hanno evidenziato che le gang commettono in prevalenza reati di sangue, mentre i gruppi spontanei commettono prevalentemente reati contro il patrimonio. Un altro dato interessante emerso dall'analisi dei dati è che l'inserimento di un minore all'interno della gang comporta il suo automatico assoggettamento alla gerarchia del gruppo, cosa che, invece, non avviene nei gruppi spontanei.

Le ricerche di altri studiosi basate sull'indice di Sellin e Wolfgang hanno fatto emergere che, a livello sociale, alcuni reati vengono considerati più gravi di altri e che, se vengono analizzati in ordine di importanza per gravità, determinano la seguente gerarchia: prima i reati contro la persona; poi quelli contro il patrimonio, la morale, l'economia e l'ordine pubblico; e, infine, i reati senza vittima. L'indice di Sellin e Wolfgang è stato impiegato anche nelle "ricerche di sentencing" per determinare la proporzione tra la gravità del reato e la pena comminata. La ricerca è stata replicata in Italia da Delogu e Giannini per verificare fino a che punto, nel codificare le pene, "la saggezza collettiva di una società" si armonizza con il giudizio di gravità dei reati emerso dal campione statistico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti Metodologici nella ricerca criminologica

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Bucciarelli
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in MASTER IN PSICOLOGIA GIURIDICA, DIRITTO PENITENZIARIO E PSICOLOGIA CRIMINOLOGICA
Anno: 2022
Docente/Relatore: Daniela Pajardi
Istituito da: Università degli Studi di Urbino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 29

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