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Crisi economico - finanziaria e aiuti alle imprese nel diritto europeo

Gli interventi statali: una panoramica

Per far fronte ad una crisi finanziaria senza precedenti nella storia dell’Unione Europea, gli Stati membri hanno messo in campo ingenti risorse pubbliche e predisposto programmi di sostegno alle imprese finanziarie variamente articolati.

Dai dati forniti dalla Commissione europea è possibile rendersi conto della grande portata che le misure di aiuti statali hanno avuto in questi ultimi due anni e mezzo. Secondo i dati riportati nello scoreboard della Commissione sono state approvate misure di sostegno per un ammontare di 4 mila miliardi e mezzo di euro, ovvero circa il 39% del PIL dell’UE.

L’importo effettivamente usato è stato però minore: si calcola infatti che per il 2009 esso sia stato di mille miliardi di euro, ovvero all’incirca il 9,3% del PIL europeo. Gli Stati che hanno previsto programmi di sostegno sono ventidue. Cinque Stati, precisamente: Bulgaria, Estonia, Malta, Repubblica Ceca e Romania non hanno approntato nessun tipo di misura, e ciò potrebbe spiegarsi con l’assenza in questi mercati di grandi gruppi bancari nazionali, poiché è su questi gruppi che la crisi dei mutui subprime si è fatta sentire con più forza.

La maggior parte delle risorse statali è stata adoperata per i regimi di garanzia (3.485,25 miliardi di euro, ovvero il 30% del PIL della UE per il 2009), il resto è stato utilizzato per misure di ricapitalizzazione (546,08 miliardi di euro, circa il 4,5% del PIL) e per le misure a sostegno delle attività deteriorate (401,79 miliardi di euro, ovvero il 3,3% del PIL). Come fanno alcuni autori, a seconda della portata dei programmi predisposti, gli Stati possono essere suddivisi cinque gruppi:

1) Paesi con misure di supporto con ammontare superiore al 100% del loro PIL (Irlanda).
2) Paesi che hanno impegnato circa il 20-30% del loro PIL per il sostegno (Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito).
3) Paesi che hanno previsto misure per un ammontare pari al 10% del loro PIL (Austria,Germania, Lettonia, Svezia).
4) Paesi che hanno impegnato il 5% del loro PIL (Danimarca, Francia, Grecia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Ungheria).
5) Paesi che, pur avendo previsto programmi di sostegno, di fatto questi non sono stati usati o sono stati usati in misura marginale da parte delle imprese finanziarie (Cipro, Finlandia, Italia, Lituania, Polonia, Slovacchia).

E’ interessante osservare, come risulta dai dati della Commissione, che circa il 70% dell’ammontare degli aiuti approvati riguarda solo cinque Stati membri (Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito), ovvero i Paesi dove hanno la loro sede legale i gruppi bancari europei maggiormente significativi. Tra l’ottobre 2008 e l’ottobre 2010 sono state approvate più di 200 decisioni di cui 41 regimi generali, con il coinvolgimento di più di 40 istituzioni finanziarie.

A seconda del tipo di misure che gli Stati membri hanno approntato, si possono fare ulteriori classificazioni. Alcuni si sono concentrati solo su regimi di garanzia statale, come ad esempio la Danimarca e i Paesi Bassi; altri, come l’Italia e la Francia, hanno pensato anche a regimi di ricapitalizzazione; altri ancora, come Germania, Austria e Regno Unito, hanno previsto programmi di sostegno che combinano le varie misure possibili. Il modo in cui la Commissione ha affrontato la crisi finanziaria può essere diviso in tre fasi.

Una prima fase, che parte dal 2007 e arriva fino a settembre 2008, nella quale la Commissione si è rifiutata di utilizzare l’art. 107, par. 3, lett. b) ed ha trattato una serie di casi riguardanti singole istituzioni bancarie come salvataggi ad hoc, ancorando il suo giudizio alle R&R Guidelines a alla loro base normativa, ovvero l’art. 107, par. 3, lett. c). I casi in questione riguardano banche quali Northern Rock, SachsenLB, Rosklide, Bradford&Bingley, Hypo Real Estate.

Una seconda fase inizia nel momento in cui la Commissione, su pressione dei governi degli Stati membri, ha progettato un nuovo quadro di regole più rispondenti alla situazione di crisi in atto nel mondo finanziario. La Commissione ha adottato quindi per la prima volta una decisione sulla base dell’art. 107, par. 3, lett. b) in occasione dell’approvazione della misura danese di garanzia a favore dei depositi bancari.

Il regime danese non si discosta dalle R&R Guidelines, ma è degno di nota perché contiene una serie di impegni che la Danimarca sottomette al vaglio della Commissione, come quello di limitare il volume di bilancio dell’impresa beneficiaria, impegni che fungeranno da punto di riferimento per le decisioni future.

Dopo l’approvazione delle quattro Comunicazioni riguardanti il settore bancario, la Commissione ha concentrato la sua attenzione sui piani di ristrutturazione che le sono stati notificati e su come preparare l’exit strategy dall’aiuto statale in maniera coordinata. Nel periodo che va da ottobre 2008 a febbraio 2009, la Commissione ha adottato i regimi generali che quasi tutti gli Stati membri le hanno notificano, e lo ha fatto utilizzando una procedura accelerata, secondo un modello che è stato definito clearn now and assess later. Se si guarda la data di notifica della misura e la data di approvazione, si può constatare facilmente come spesso il tempo che la Commissione dedica alla valutazione delle misure sia compreso tra le ventiquattro e le trentasei ore.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Crisi economico - finanziaria e aiuti alle imprese nel diritto europeo

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizia Paolini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Emanuela Pistoia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 174

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Parole chiave

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diritto dell'unione europea
mercato interno
ristrutturazioni
dexia
tfue
regolamento 659/99
art. 107 tfue
tratto sul funzionamento dell'unione europea
banche transfrontaliere
istituzioni finanziarie
grave turbamento nell'economia di uno stato membro
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misure di asset relief
misure di liquidità
comunicazione sul settore bancario
orientamenti sul salvataggio e la ristrutturazione
imprese in difficoltà
art. 107, par. 3, let. b) tfue
ing
art. 87 tce
aiuti compatibili con il trattato

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