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Il mondo sconosciuto degli orfani bianchi. Progetti a sostegno delle famiglie transnazionali

Gli orfani bianchi, chi sono?

Le migrazioni femminili, causano la rottura di legami amicali e familiari. Si fa riferimento ai progetti migratori che le donne fanno per sé e per la propria famiglia causando una disgregazione familiare. In molti casi infatti i loro figli vengono lasciati in patria.
Con l’espressione orfani bianchi si intendono i figli, generalmente minori che rimangono nel paese d’origine mentre i loro genitori emigrano, lasciando appunto le proprie famiglie per cercare lavoro in un altro paese.
Questi bambini e adolescenti vengono definiti anche “orfani della migrazione” o left behind cioè lasciati indietro non solo in seguito all’abbandono fisico ma anche perché viene a mancare loro un legame affettivo significativo, quello con la madre. Per non parlare poi, dell’alto rischio di esclusione sociale che questi corrono.
Prima di descrivere gli aspetti cruciali del fenomeno, ritengo necessaria una delucidazione riguardante il linguaggio utilizzato per descrivere i soggetti in questione.
Per delineare questo avvenimento viene utilizzata la formula orfani bianchi. Ma perché si parla di orfani? Lo sono realmente? e perché viene associato l’aggettivo bianchi?
Ricercando le definizioni in un dizionario di lingua italiana, con il termine orfano si intende:

«[dal lat. ŏrphănus, dal gr. ὀρϕανός, che è connesso etimologicamente col lat. orbus «privo»]. – 1. Che, o chi, ha perduto i genitori o uno solo di essi (detto per lo più soltanto di minorenni)»
Per quanto riguarda l’aggettivo bianco oltre alla definizione letterale che rimanda alla gamma dei colori, in senso metaforico questo termine assume la seguente definizione:
“; fig., letter, puro, incontaminato; cfr. voci bianche “vuoto, assenza di qualcosa; cfr. foglio in bianco”

Quindi possiamo desumere dalle definizioni precedenti, che il termine orfano si riferisce ad un soggetto, solitamente minorenne che ha perso entrambi i genitori. Nel caso in cui sia venuto a mancare solo uno dei due, si utilizzerà la precisazione «di madre» o «di padre».
L’aggettivo bianco invece rimanda alla purezza, all’essere incontaminato, all’innocenza (spesso si utilizza l’immagine dell’agnello come simbolo d’innocenza).
Sulla base di questa delucidazione, possiamo quindi affermare che la definizione orfani bianchi non è corretta, anzi è da considerarsi ingannevole ma è entrata a far parte del gergo in voga. Sarebbe opportuno parlare di orfani sociali.
Infatti vengono definiti orfani, bambini e adolescenti che hanno i loro genitori in vita ma che sono emigrati all’estero alla ricerca di un lavoro.
Se al sostantivo sopracitato aggiungiamo l’aggettivo bianco, l’immagine che si viene a tracciare è quella di un bambino, anzi meglio, un minore rimasto senza genitori perché abbandonato da loro. Il carattere bianco contribuisce a rendere più evidente la non colpevolezza ed il rimando all’infanzia come sinonimo di purezza.
L’accostamento di questi due termini risulta essere vincente per creare una figura socialmente accettata e accattivante.
L’orfano bianco è quindi quel minore costretto a crescere senza entrambi, o uno dei due genitori non a causa di fattori sociali che costringono la famiglia a vivere separata ma piuttosto si trovano in questa situazione per una scelta personale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il mondo sconosciuto degli orfani bianchi. Progetti a sostegno delle famiglie transnazionali

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Informazioni tesi

  Autore: Alice Tarantelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Raffaele Tumino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 40

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Parole chiave

minori
psicopedagogia
migrazione
progetti
badanti
famiglie transnazionali
orfani bianchi

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