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Hezbollah: storia, ideologia e logica d'azione di un movimento islamista sciita

Gli organi di vertice e le difficoltà insite nell'analisi

Ritenevamo che un'analisi della struttura interna di Hezbollah e l'inquadramento di funzioni ed interrelazioni tra gli organi che la compongono non avrebbe dovuto arrestarsi ad un'attività meramente compilativa, ad un'attività, cioè, il cui obiettivo fosse semplicemente quello di pervenire ad un organigramma più o meno esaustivo del movimento. Avrebbe dovuto piuttosto risolversi in un esercizio che, servendosi di tale quadro, tendesse a “risalire” alle scelte compiute da Hezbollah per quanto concerne il proprio modo di funzionare, la scelta di un modello, il sistema per tutelarsi dai propri nemici, ed altro.

Le scelte effettuate e, ove possibile, le opzioni scartate, ci avrebbero aiutato a valutare il percorso evolutivo del movimento. Inserendo poi tali scelte o trasformazioni interne in un contesto storico, si sarebbero potute individuare le eventuali cause esterne al movimento che avessero influito su di esse. Una valutazione comparativa tra quelle avrebbe potuto, peraltro, consentire l'individuazione del differente grado di “reattività” manifestata da Hezbollah per un certo evento storico, piuttosto che per un altro. Ma, sfortunatamente, nulla di tutto ciò abbiamo riscontrato nella letteratura esistente. Come primo dato, abbiamo potuto “accertare” che nella variopinta letteratura in merito, l'oggetto “struttura” del movimento Hezbollah non è tenuto in particolare considerazione: solo Hamzeh si spinge sino a dedicarle un intero capitolo della sua opera, con un sufficiente approccio sistematico e didascalico, ma senza ulteriormente addentrarsi in approfondimenti analitici, comparativi e/o critici.

Risulta quantomeno stravagante come la maggior parte degli studiosi che si sono dedicati nel tempo a questo argomento abbia recepito quanto divulgato – in occasione di interviste o in dichiarazioni ai media da parte dei numerosi protagonisti della nostra storia – senza integrarlo con qualche sforzo per cercarne verifica nei fatti, limitandosi invece, per lo più, ad un accostamento logico tra diverse e successive interviste e dichiarazioni. Persino un bambino sa che, se fa una marachella, deve poi coprirla con una serie di “bugie” che si reggono tra loro. Un adulto, a maggior ragione se del mestiere, di solito sostituisce le bugie dell'infante con “mezze verità”. Nella realtà, di solito, è più facile capire le reali intenzioni di qualcuno dalle sue azioni e dalle sue realizzazioni concrete, che dai discorsi preparati e “infiocchettati” ad arte per l'occasione. L'opportunità offerta dalle strutture in evoluzione del sedicente ed ancora misterioso movimento (e poi partito) avrebbe dovuto di conseguenza apparire “ghiotta” a chi avesse voluto verificare la veridicità di tante affermazioni sul loro apparato (almeno dal 1984, con l'istituzione del primo portavoce ufficiale, nella persona di Sayyid Ibrahim al-Amin al-Sayyid), tanto per ragioni scientifiche che professionali.

Eppure, così non è stato. La maggior parte degli autori ha saltato a piè pari questo aspetto, limitandosi al più, nella migliore delle ipotesi, a fornire qualche sprazzo su singoli aspetti organizzativi. Norton, un ripetitivo decano degli studi su Hezbollah, si limita ad un approccio sociologico delle maggiori istituzioni del mondo sciita libanese e quindi di Hezbollah, ma senza mostrare alcun interesse per l'evoluzione delle strutture politiche di quest'ultimo. Di Pasquale, basandosi per lo più su fonti francesi d'intelligence, fornisce un elenco di 15 gruppi che si potrebbero considerare ubicabili sotto l'ombrello politico di “Hezbollah”; ma non giunge sino a stabilire se si tratti effettivamente di differenti realtà accomunate da un medesimo scopo, oppure di semplici “sigle”, dietro cui si celerebbero “frammenti” della stessa realtà. In questa seconda ipotesi, si tratterebbe piuttosto di camaleontismo (taqiyya), da parte di Hezbollah, per sfuggire ad un'individuazione “anagrafica” e al contempo offrire molteplici (e devianti) indizi agli organi dell'antiterrorismo. In pratica, degli specchietti per le allodole, delle scatole cinesi, per lo più vuote. Oltre alla “dimensione” politica, Di Pasquale individua altri tre campi d'azione del movimento Hezbollah: quello spirituale, quello sociale, quello militare, ma si sofferma ad elencarci solo una ventina di organizzazioni (o gruppi) rientranti in quest'ultimo. Quanto all'organizzazione vera e propria di Hezbollah, si limita a parlare di “struttura piramidale” e di alcuni organi: il Consiglio Consultivo (o Majlis al- Shura), composto da 12 membri, soprattutto religiosi e, in subordine al primo, il Consiglio Esecutivo (o Majlis al-Tanfizi, o anche Shura Tanfiz), composto da 7 sezioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Hezbollah: storia, ideologia e logica d'azione di un movimento islamista sciita

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Informazioni tesi

  Autore: Corrado Faggioni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Elisa Ada Giunchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 706

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