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La geopolitica del gas in Asia Centrale

Greater Central Asia

La strategia Greater Central Asia, così come denominata da Fredrick Starr, Presidente del Central Asia-Caucasus Institute alla Johns Hopkins University's School of Advanced International Studies, fu esposta in un articolo del 2005 nel giornale americano “Foreign Affairs”, in cui l’autore sostenne che la presenza americana in Afghanistan e la sua progressiva pacificazione rappresenta un’opportunità non solo per l’Afghanistan stesso e per la lotta contro i Talebani, ma anche una possibilità per instaurare delle relazioni diplomatiche stabili tra Kabul e i vicini centroasiatici. L’obiettivo del programma Greater Central Asia Partnership for Cooperation and Development è quello di considerare l’Asia Centrale, unitamente all’Afghanistan, come un regione unica, con propri bisogni ed interessi, incentivando la costituzione di un mercato interno autosufficiente e di una sovranità effettiva degli stati della regione, senza ingerenza negli affari interni di altre potenze . La cacciata americana dall’Uzbekistan del 2005 ha dimostrato l’inefficacia delle politiche bilaterali di esportazione della democrazia con i diversi paesi di Caucaso ed Asia Centrale.

Questa strategia, che, attraverso l’uso del soft power nei singoli stati, ha portato alle rivoluzioni colorate (Georgia 2003, Kirghizistan 2005), è stata immediatamente percepita come una minaccia dai regimi autoritari della regione che hanno preferito rivolgersi a Russia ,Cina e SCO per sviluppare dei partenariati, diffidando degli Stati Uniti198. Il programma prevede la costruzione di una regione di riferimento su cui agire, chiamata appunto Grande Asia Centrale (Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan e Afghanistan) inserendo gli accordi bilaterali con gli “stan” in una visione di più ampio raggio.

L’azione che dovrebbe incentivare la nascita e la crescita di questa regione è quella di legare ad essa l’Asia Meridionale, in particolare Pakistan ed India. L’Afghanistan avrebbe un ruolo di vitale importanza data la sua posizione geostrategica come ponte tra i giacimenti di energia dell’Asia Centrale e i grandi mercati dell’Asia Meridionale come India in primis e Pakistan.Queste due regioni erano attraversate dalla antica Via della Seta, una rotta commerciale attiva per 2500 anni fino al 1917, quando i confini dell’Unione Sovietica ne bloccarono gli scambi. L’intenzione geopolitica Usa è quella di riaprire questo canale commerciale, che darebbe delle opzioni di diversificazione alle economie degli “stan” dell’Asia Centrale mettendole non solo in contatto con il crescente mercato indiano ma anche, cosa di non minore importanza, con uno sbocco sull’Oceano. L’unione del Bureau of South Asia con il Bureau of Central Asia in un unico organismo, assieme all’ammissione di intenti e al ringraziamento personale dell’Assistente Segretario di Stato Richard Boucher a Fredrick Starr, rappresenta la prova concreta dell’inizio di questa strategia.

La conseguenza più evidente sulla scacchiera eurasiatica della creazione di un Greater Central Asia connesso con L’Asia Meridionale sarebbe la fine della forzata dipendenza degli “stan” dalla Russia per l’esportazione dei propri idrocarburi e del gas in particolare; Gazprom dovrà dunque rinunciare alle sue ambizioni monopolistiche diventando una semplice concorrente in un mercato più ampio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La geopolitica del gas in Asia Centrale

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Delbue
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Francesco Raschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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