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La confisca nei reati tributari

I beni da sottoporre a confisca

Nel momento in cui, in base alla normativa vigente, viene sancita la sanzione della confisca di beni per equivalente in base a reati di carattere tributario il giudice, che a quel punto avrà stabilito con esattezza l’ammontare del profitto del reato e quindi il valore dei beni da assoggettare alla misura, dovrà individuare i beni su cui mettere in atto il provvedimento. A tale scopo va detto innanzitutto che i beni che potranno essere confiscati sono innanzitutto quelli di diretta proprietà del reo, che quindi ha una disponibilità in toto su di essi.

Possiamo definire il soggetto reo come due tipi di individui:
* gli autori diretti del reato fiscale;
* i concorrenti con gli autori diretti per la realizzazione del reato.

Quindi, come detto in precedenza, i reati connessi alla presentazione della dichiarazione sono commessi da coloro che sono obbligati alla presentazione della stessa, solitamente autore diretto del reato sarà l’imprenditore, il legale rappresentante di una società o il contribuente nei casi di reati relativi a dichiarazioni non riguardanti un’attività economica. Nei casi di delitti esterni alla dichiarazione troveremo, oltre alle figure già elencate sopra, anche quella del sostituto di imposta, che potrebbe non essere un contribuente (pensiamo ad esempio ad un condominio, che non versa imposte se non quelle relative alle ritenute operate) e che potrebbe anche essere un soggetto diverso da una persona fisica. In questo caso il reo è definibile come colui che ha la legale rappresentanza del soggetto deputato al versamento delle ritenute o, più in generale, come colui che è tenuto a versare le ritenute in virtù dell’incarico che gli è stato attribuito. “Se con tali soggetti concorrono altre persone, diverse dagli autori diretti del reato tributario (ad esempio una dichiarazione infedele dei redditi sottoscritta dal Presidente del Consiglio di Amministrazione di una società, con cui abbiano dolosamente concorso gli altri consiglieri e l’amministratore delegato, l’emissione o l’utilizzazione di fatture false in cui tra l’emittente e l’utilizzatore si sia inserito un mediatore che abbia messo in contatto i due soggetti o il reato fiscale di qualunque genere al quale abbia dolosamente concorso un consulente esterno), anche costoro potranno essere destinatari dei provvedimenti di confisca sui propri beni”. Non potranno invece essere destinatari del provvedimento di confisca i soggetti che abbiano in qualche modo preso parte alla predisposizione dei documenti concernenti il reato (ad esempio i dipendenti che hanno partecipato alla redazione della dichiarazione o il commercialista che ha provveduto all’invio della stessa) qualora la loro condotta sia stata avulsa dal compimento del reato. Ad esempio non ricadrà nel novero di concorrente un commercialista che abbia redatto per conto del proprio cliente una dichiarazione contenente un reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici consistente in un’evasione fiscale perpetrata omettendo di registrare all’interno dei corrispettivi aziendali importi superiori a quelli che definiscono il reato, dal momento che la sua attività si limita ad una semplice prestazione materiale erogata su richiesta del reo, che invece ha interamente progettato e realizzato l’operazione incriminata.

Detto questo dobbiamo però sottolineare il fatto che beni nella disponibilità del reo o dei concorrenti possono essere soggetti a confisca anche se non di loro proprietà, dal momento che accade sovente che per evitare il rischio, per l’appunto, di vedersi tolta la disponibilità dei propri beni da parte della magistratura, i soggetti ricorrano a procedimenti legali di intestazione fittizia di beni a terzi, sia persone fisiche che società, cercando di schermarli nei confronti di provvedimenti di questo tipo. Il legislatore in questo caso ha infatti preferito non definire il concetto di appartenenza dei beni utilizzando una delle classiche figure previste dal codice civile, ma ha deciso di lasciare una maggiore discrezionalità al giudice, introducendo il concetto, per l’appunto, di disponibilità. “La definizione di disponibilità dell'indagato, al pari della nozione civilistica del possesso, è riferibile a tutte quelle situazioni nelle quali i beni ricadano nella sfera degli interessi economici del reo, ancorché il potere dispositivo su di essi venga esercitato per il tramite di terzi”, sempreché questo tipo di controllo sui beni sia appunto assimilabile al diritto di proprietà e non a semplice possesso o detenzione.

Il legislatore ha preferito utilizzare un concetto più pratico che prevede la confisca per i beni che sono pienamente gestiti dal reo, evitando di inserire qualsiasi riferimento a una figura civilistica, proprio per creare un concetto di “disponibilità di fatto” da definire da parte del giudice. “Trattasi cioè di quella situazione di fatto nella quale il reo, indipendentemente dalla sussistenza di un rapporto giuridico formale (reale o obbligatorio) rispetto alla cosa, è in grado di comportarsi rispetto alla cosa medesima uti dominus, e cioè come se fosse proprietario”. Per tale motivo non potrà mai essere confiscato un bene che un soggetto detiene a titolo di locazione a meno che non si dimostri che il soggetto proprietario che glielo concede non è altro che una intestazione fittizia e che la volontà di questi è una espressione di quella del reo, configurando di fatto un diritto di proprietà, anche se formalmente ricadente in un ambito di diversa natura giuridica. Possono quindi essere considerate come non ostative tutte le situazioni giuridiche che in qualche modo possono ostacolare l’utilizzo della misura, comprese l’intestazione di un bene in comproprietà tra l’indagato ed un terzo estraneo o l'esistenza di ipoteca sul bene a tutela dei diritti di terzi.

Deve invece essere presente una effettiva disponibilità dei beni che dovranno essere soggetti a confisca, non potranno quindi essere assoggettati al provvedimento, ad esempio, conti correnti su cui il reo non ha disponibilità di firma, che è concessa ad esempio a dipendenti, a meno che non si ricada nel novero del caso sopra descritto in cui coloro che hanno la disponibilità dei conti altro non sono che semplici prestanome del soggetto autore del delitto. Va inoltre detto che la caratteristica della disponibilità non può essere determinata in base al concetto di possibile ottenimento di essa (il legale rappresentante di una società, anche se materialmente non ha in un determinato momento la capacità di operare su un conto corrente ha comunque una disponibilità in senso lato sullo stesso in quanto è nei suoi poteri la possibilità di ottenere in qualsiasi momento la possibilità di operare su quel determinato conto), ma deve essere collegata a quello di materiale disponibilità del bene nel momento in cui viene ordinata la confisca, non riguardo a quella ipotetica che non si è poi, di fatto, realizzata.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La confisca nei reati tributari

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Informazioni tesi

  Autore: Cristian Bernardi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria Beatrice Magro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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