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La Certificazione Halal: I Criteri Islamici Sulla Qualità e La Nuova Opportunità per il Mondo Occidentale

I concetti di Halal e Haram nell’ambito agroalimentare

Come si è visto in precedenza, tutte le azioni umane sono giudicate secondo una scala di giudizio che passa da giudizi come ‘consigliato’ o ‘doveroso’, fino a quelli come ‘proibito’. I musulmani prestano molta attenzione a come vengono considerate le azioni dell’ uomo, poiché in caso contrario ritenere che un musulmano non vi presti attenzione, equivale ad accusarlo di essere disinteressato alle vicende dell’Islam.

Anche in campo alimentare questi giudizi assumono la forma di vincoli, secondo le fonti islamiche taluni cibi sono considerati proibiti (harãm), mentre tutti gli altri sono considerati leciti (halãl).
Le norme riguardanti l’ alimentazione sono poste nella categoria delle ibãdãt e hanno tutte in comune il principio della diretta derivazione divina per quanto riguarda tutto ciò che è stato dato all’uomo per cibarsi.

È per questo che la buona condotta, una sorta di galateo espresso da Maometto, vuole che venga nominato il nome di Allãh sia all’inizio che alla fine di ogni pasto, bisogna mangiare composti e usare la mano destra.
Secondo il Corano, un fedele può cibarsi di tutto ciò che è buono e gustoso, da questa clausola generale derivano molti richiami coranici e detti e fatti del profeta inerenti a ciò che si può o non mangiare.
Gli alimenti che provengono dalla terra sono assolutamente riconosciuti come leciti, poiché essi sono stati creati da Allãh per l’uomo.

Quindi, sono leciti le piante, i loro frutti e i funghi, nonché le erbe che vengono raccolte, tranne tutti quegli alimenti che possono arrecare danno alla salute o che influiscono sulla ragione, come droga e alcool. A proposito di quest’ultimo, esso è illecito in quanto porta alla perdita di autocontrollo e della ragione, e non importa se venga prodotto utilizzando il riso, il malto o l’uva; questo perché viene considerato illecita qualunque sostanza che possa intossicare il corpo, a prescindere dalla denominazione che essa riceve, o se viene prodotta utilizzando e aggiungendo succo naturale dei frutti della terra.

Per quello che concerne gli animali esistono tre categorie, nelle quali si possono individuare quali siano leciti e quali illeciti:
• Esseri viventi che vivono in acqua, dolce o salata;
• Animali che vivono sulla terra;
• Esseri viventi che volano.

Le creature marine vengono a loro volta classificate in base alla tipologia di acqua in cui abitano, se salata o dolce. In generale, sono lecite le creature che vengono pescate dall’uomo, non importa quale sia il tipo di pesca utilizza, o qualunque tipo di pesce che abbia le squame: trote, salmone, triglia, carpe, merluzzi, naselli, sardine, gamberi e gamberetti. Le creature che non vengono considerate lecite sono quelle come i coccodrilli le tartarughe ad esempio, i primi perché sono aggressive nei confronti dell’uomo, le seconde per la sporcizia che portano. O anche creature come balene, squali, crostacei (aragoste, astici), molluschi (cozze, vongole, ostriche), calamari, moscardini seppie, scampi. Per ultimo, le uova dei pesci, invece, vengono considerate lecite in base alla liceità del pesce da cui provengono.

La seconda categoria comprende tutti gli animali che vivono sulla terra ferma. Nel Corano vengono specificate quali animali siano leciti o meno, in particolare tra gli animali domestici sono leciti le mucche, i cammelli, le pecore e le capre, e si deve notare come tutti questi abbiano in comune lo zoccolo fesso. Negli animali selvatici i leciti sono le pecore di montagna, i montoni, le gazzelle, i cervi e le mucche selvatiche.

Sconsigliato, ma non vietato, è cibarsi della carne che proviene dai cavalli, dal mulo o dall’asino, questo perché all’interno del Corano si cita il fatto che alcuni animali da bestiame siano stati dati all’uomo in quanto tali e anche per cibarsene, mentre il cavallo sarebbe un animale da monta e che è servito in innumerevoli battaglie. Inoltre, se questi animali, considerati leciti, si nutrono di sostanze impure (ad esempio feci), allora dovranno essere considerate illecite per un certo periodo di tempo, in cui verranno messe in quarantena al fine di purificarli.

Tra gli animali considerati illeciti ci sono quelli che possiedono zampe e denti canini, come ad esempio conigli, cani, gatti, elefanti e scimmie. Non sono permessi nemmeno i rettili, i serpenti e le tartarughe da terra, e neppure gli insetti, oltreché la carne di maiale. Vi sono poi alcune parti di animali sgozzati che comunque non possono essere mangiati, come ad esempio: sangue, vescica, bile, placenta,vagina,muscoli vertebrali, midollo, pupille, testicoli, milza.
Per quanto riguarda i volatili, sono leciti solo coloro che hanno il corpo ricoperto dalle piume e non possono appartenere ai rapaci perché privi d’artigli. Ulteriore criterio per capire se un uccello sia lecito o meno è quello di constatare se volando, l’uccello veleggia per un tempo superiore a quello in cui batte le ali, in questo caso non è lecito, oppure se non si è in grado di stabilire la durata del veleggio, bisogna verificare se possiede il gozzo, il ventriglio, o una protuberanza sulla zampa che serve come artiglio.

Perciò sono leciti: i polli, le galline, i tacchini, le oche, le anatre, i capponi, le quaglie, i fagiani, gli struzzi. Mentre le aquile, i falchi gli avvoltoi, i pavoni, i corvi e cornacchie, sono creature illecite. Inoltre, come per i pesci, anche qui le uova dei volatili sono classificate a seconda della liceità dell’uccello da cui derivano.
Un importante aspetto per la liceità degli alimenti di origine animale è la modalità con cui gli esseri viventi leciti vengono soppressi. Per quello che concerne la caccia le leggi presentano molte sfumature, mentre la macellazione prevede un determinato rituale fatto di passaggi obbligatori affinché si possa parlare di carne halãl.

Innanzitutto, il macellatore deve essere di religione musulmana, deve provvedere alla macellazione utilizzando strumenti di ferro; l’animale deve avere il muso rivolto verso la Mecca, poco prima dell’azione il macellaio deve pronunciare la formula “bismillàhi Allàhu àkbar!”. È importante accertare che nel momento dell’azione l’animale sia in vita e che goda di buona salute, infatti per la religione musulmana non è consentito lo stordimento. Il taglio deve essere eseguito con un solo colpo alla gola con la mano destra, badando che vengano recise le arterie carotidi, le vene giugulari, la trachea e l’esofago. Per ultimo bisogna controllare che dall’ animale fuoriesca un normale flusso di sangue. Inoltre, è da sottolineare che la procedura vuole che il tutto sia preceduto da un trattamento di rispetto nei confronti dell’animale, il quale deve essere tranquillizzato e sgozzato in un ambiente privo di sangue in modo che non si spaventi sentendone l’odore.

Per quel che concerne i liquidi, si può specificare che le urine degli animali illeciti è assolutamente vietata, e per precauzione si applica la stessa regola anche se si tratta di urina di animali leciti, ma discorso diverso è per l’urina dei cammelli, che può essere usata come medicinale. Anche il latte degli animali illeciti è considerato tale. Inoltre occorre fare attenzione che le sostanze impure non vengano a contatto coi cibi leciti, in tal caso occorre rimuovere la parte che è stata contaminata e cibarsi solo della parte rimanente. Questo punto è molto importante, perché riguarda anche il discorso delle produzioni. Un’azienda che produce uno o più prodotti halãl, se produce anche un solo prodotto che non è può essere riconosciuto tale, deve provvedere ad adottare talune precauzioni, come una produzione separata o la sterilizzazione degli strumenti prima di lavorare il prodotto halãl, in tal modo si può evitare il contagio.

Ritornando alle bevande, si considera illecito anche il sangue, la birra ed il vino, ma non solo, può essere considerato illecito anche solo partecipare ad una tavola in cui vengano serviti alcolici.
Al di fuori di queste macrocategorie, esistono poi certi tipi di alimenti che devono essere considerati illeciti non tanto per la loro natura o categoria di appartenenza, ma vengono considerati tali inseguito al tipo di lavorazione che subiscono. In questo caso si vuole far riferimento a certi additivi usati nella lavorazione del cibo, oltre ai metodi utilizzati per la sua conservazione, ad esempio, sono vietati: i metodi di conservazione che utilizzano l’alcool, o la presenza di alcool all’interno dei cibi, anche se la sua percentuale all’interno della pietanza non è nemmeno rintracciabile, mentre per quanto riguarda gli additivi, sono vietati quelli che appartengono alla categoria E-numbers poiché hanno origine animale (spesso proprio dal maiale), inoltre anche per i formaggi deve essere usato il caglio vegetale anziché quello animale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La Certificazione Halal: I Criteri Islamici Sulla Qualità e La Nuova Opportunità per il Mondo Occidentale

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Risso
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Manageriali
  Corso: Economia e Management Internazionale
  Relatore: Paolo Biancone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 137

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