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La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'azienda

I principi costituzionali della partecipazione finanziaria dei dipendenti

La partecipazione finanziaria dei lavoratori si sostanzia nella partecipazione dei dipendenti sia alla proprietà (employee ownership o azionariato dei dipendenti) sia ai risultati (gain sharing o profit sharing) dell’impresa.

Tuttavia occorre fin da subito rilevare come questa distinzione tra le due forme di partecipazione finanziaria dei lavoratori non sia del tutto netta. Infatti, esistono delle forme partecipative finanziarie dei lavoratori che combinano le due configurazioni.

Tra queste è possibile citare i modelli di partecipazione ai risultati aziendali dove il premio salariale - correlato alla produttività o alla redditività aziendale - destinato al lavoratore sia erogato, non con il trasferimento monetario, ma piuttosto sotto forma di assegnazione di azioni a beneficio di quest’ultimo.

In Italia, i riferimenti normativi principali in tema di partecipazione finanziaria dei lavoratori sono contenuti nella Costituzione del 1948, nelle norme del codice civile, nella contrattazione collettiva nazionale e in alcune leggi speciali di natura tributaria.

Per quanto riguarda la Costituzione, la dottrina riferisce l’argomento in esame alle previsioni contenute negli artt. 46 e 47 Cost. L’articolo 46 della Costituzione, infatti, dispone: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.

L’articolo 47 aggiunge: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare, alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.

Come si è affermato, le due norme costituzionali sono considerate da molti studiosi della materia come i punti di riferimento per la partecipazione finanziaria dei dipendenti nell’impresa.

Tuttavia, pare opportuno ricordare come non sia così per una parte della stessa dottrina, secondo cui le due norme non raffigurano la chiara intenzione del costituente di disciplinare la partecipazione finanziaria dei lavoratori. Infatti, è stato rilevato che “le istanze per uno specifico riconoscimento della rilevanza di quelle problematiche (cioè della partecipazione finanziaria dei dipendenti) non trovarono accoglimento e non se ne rinviene traccia nelle norme varate.

Non nell’art. 46, dove ha trovato apertura soltanto l’altro tema, quello della collaborazione del personale alla gestione delle imprese; non nell’art. 47, comma 2, dove il favore per l’accesso al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese viene riferito, del tutto genericamente, all’intero risparmio popolare, e quindi senza alcuna specifica restrizione né al solo risparmio dei lavoratori subordinati, né, tanto meno, al solo investimento nel capitale dell’impresa datrice di lavoro del singolo investitore”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'azienda

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Informazioni tesi

  Autore: Mambulu Ekutsu
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Andrea Pilati
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

FAQ

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Parole chiave

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art. 46 costituzione
diritto all'informazione e alla consultazione
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azionariato dei dipendenti
coinvolgimento dei lavoratori
disegno di legge castro, n. 803/2008
codice della partecipazione
disegno di legge treu, n. 964/2008
l.r. 22 gennaio 2010, n. 5

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