Skip to content

L'Antifascismo come presupposto della Costituzione Italiana

I reati di apologia e di manifestazioni fasciste quali «reati di opinione», anche in rapporto agli interventi della Corte costituzionale

Le perplessità, dianzi manifestate in rapporto al reato di pubblica istigazione alla riorganizzazione del partito fascista, che inducono comunque a riflettere seriamente sulla stessa legittimità costituzionale dell'istigazione pubblica come reato autonomo, assumono poi una portata ben maggiore e, si potrebbe dire, decisiva in rapporto alle fattispecie di apologia e di manifestazioni fasciste.
Il delitto di apologia del fascismo, pur se da taluni visto come forma di istigazione indiretta, fa infatti risaltare maggiormente rispetto al reato di istigazione la sua chiara matrice ideologica, e dunque di pura incriminazione di un pensiero.
Se infatti tale caratteristica è forse meno evidente nel primo comma, in quanto il concetto di propaganda, finalizzata alla costituzione di un'associazione fascista, sembra più assimilarsi alla istigazione, lo è invece molto di più nel secondo comma, quando si incrimina la pubblica esaltazione di principi, fatti e metodi del fascismo. Tali caratteristiche, cioè quelle di incriminare meramente la manifestazione di un pensiero, a ben guardare le ritroviamo immutate anche nel reato di manifestazioni fasciste, addirittura assunto al rango di delitto con la legge del 1975 a tutela dell'ordine pubblico.
La suddetta ipotesi criminosa riguarda infatti il compimento di manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste, avvenuto durante pubbliche riunioni, il che non può non rivelare chiaramente la stretta affinità con il precedente reato di apologia, dal quale in fondo si differenzia perché nel primo caso si incrimina non soltanto la parola, bensì pure gesti e comportamenti tipici del disciolto partito fascista.
Le perplessità di ordine costituzionale, per contrasto con l'art. 21, al quale si potrebbe aggiungere, per quanto riguarda il delitto di manifestazioni fasciste, anche un eventuale contrasto con l'art. 25, 2° co., a causa della notevole indeterminatezza del concetto di «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste» appaiono poi di maggior rilievo per un'ulteriore, assorbente ragione. Dette norme, infatti, come del resto anche quelle riguardanti la pubblica istigazione al fascismo, a ben considerare non rientrano nell'ambito della XII disp. trans. e fin. della Costituzione, che riguarda solo il reato associativo. Se dunque tali fattispecie non posseggono l'usbergo costituzionale della XII disp., ne consegue che non possono essere qualificate come limiti legittimi alla libertà di manifestazione del pensiero.
La Corte costituzionale ha però, segnatamente in rapporto alle fattispecie di apologia e di manifestazioni fasciste, tentato di collegare in qualche modo queste ultime con il reato associativo, attraverso il paradigma del pericolo concreto, nel senso, cioè, che l'apologia e le manifestazioni sono da considerarsi legittimamente solo ove risultino idonee a ricostituire il disciolto partito fascista. La chiave di volta attraverso cui giustificare da un punto di vista costituzionale tale assunto potrebbe essere rinvenuta nell'inciso «sotto qualsiasi forma», contenuto nella XII disp.
Tale collegamento, seppure denotante la possibilità di una notevole estensione della norma stessa, appare tuttavia criticabile soprattutto per le conseguenze di carattere penalistico a cui, nel caso di specie, conduce. Il riferimento al paradigma del pericolo concreto, se infatti può risultare di una qualche utilità per il reato di istigazione, in quanto quest'ultimo risulta più collegato, anche per evidenti ragioni strutturali, con il reato associativo, lo è molto meno, se non affatto, per quanto attiene alla apologia e alle manifestazioni fasciste. Premesso che, in linea generale, come si è autorevolmente osservato, è assai difficile operare un giudizio di pericolosità, in concreto, in rapporto a beni giuridici di carattere politico - ed il discorso veniva fatto in relazione ad un'altra fattispecie di apologia, quale quella prevista nell'art. 272 c.p. - e, comunque, di tipo meta-individuale, ciò vale ancor di più in quei casi, come quelli qui in oggetto, ove l'incriminazione del puro pensiero è più evidente.
La distanza tra condotta criminosa e offesa al bene risulta infatti in questi ultimi casi ben maggiore, rispetto al reato di istigazione, per cui il riferimento al pericolo concreto rischia, come pure è stato acutamente rilevato in generale e in rapporto all'apologia, di trasformare sostanzialmente l'apologia stessa in un reato di istigazione, e comunque di sacrificare in modo inaccettabile l'esigenza costituzionale di determinatezza della fattispecie penale. Risulta inoltre, anche da un punto di vista empirico-fattuale, ben difficile che un'apologia e delle manifestazioni fasciste possano concretamente dar luogo alla ricostituzione del partito fascista se non forse, lo si ribadisce, trasformando le medesime in forme di istigazione o comunque in attività così prossime alla ricostituzione medesima, da finire in definitiva per confondersi con le vere e proprie condotte di partecipazione al reato associativo.
Da tutto quanto sinora osservato, risulta quindi che il ricorso al paradigma del pericolo concreto non appare praticabile per le fattispecie da ultimo considerate, e ciò sembra dar ragione alla dottrina che, ritenendo che l'unica qualificazione possibile da assegnare all'apologia, sia quella di costituire un reato di pericolo astratto, ne rileva però al contempo l'irrimediabile contrasto con l'art. 21 della Costituzione, contrasto che a nostro avviso non può non riguardare anche, per le evidenti affinità riscontrate con l'apologia, le manifestazioni fasciste.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Antifascismo come presupposto della Costituzione Italiana

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Salvatore Emanuele Falsaperla
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2019-20
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Vincenzo De Simone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi