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L'esercito e i sardi

I sardi come italiani “diversi”

Il termine nazione sarda esiste già dalla fine del 1300, lo possiamo infatti trovare nei documenti del giudicato di Arborea, ed è alla base di un importante documento storico, sia dal punto di vista giuridico che da quello linguistico; esso è infatti la “Carta de Logu”.

Uno dei momenti più importanti rimane essere il triennio 1793/1796 che vede compiersi le vicende di Giovanni Maria Angioy. E’ in questo periodo che probabilmente, i sardi, prendono coscienza del proprio esistere e dell’essere una nazione, in un primo momento, quando sotto il dominio dei Savoia, sconfiggono autonomamente l’invasione francese e in un secondo, quando cacciano i piemontesi da Cagliari con il “Vespro sardo” del 28 Aprile del 1794. Fu probabilmente l’esasperazione creata dell’atteggiamento colonialistico attuato dai ministri regi a scatenare quella che fu la rivolta verso le istituzioni che rappresentavano i piemontesi.

L’assenza dei piemontesi, o di qualsiasi altro membro di controllo esterno crearono, o per meglio dire rafforzarono, il senso di appartenenza alla nazione sarda. Ciò sarà fortemente visibile nella stampa e negli scritti di quel periodo. L’identità sarda spicca ancor di più se prendiamo in considerazione gli scritti di Giovanni Maria Angioy (Agosto 1799) in cui egli cerca di cogliere e di interpretare i tratti distintivi, peculiari e originali della individualità sarda, cominciando dal quadro geografico e morfologico, proseguendo con cenni sugli usi, i costumi, le tradizioni, i rapporti comunitari, l’atteggiamento dei sardi verso gli stranieri fino a quello che si potrebbe chiamare un abbozzo “del carattere nazionale” isolano.

Ma non solo i sardi credevano che la loro isola fosse una vera e propria nazione, anche Carlo Alberto, prima della formazione dell’Italia ne era convinto; ma ciò cambia proprio con l’arrivo della prospettiva unitaria. E con l’arrivo della proposta di unificazione italiana che i sardi iniziano a perdere questa autonomia spirituale a vantaggio del movimento accentratore che si stava venendo a creare.

L’ingresso della Sardegna nella compagine statale unitaria, la conseguente imposizione dell’uniformismo centralistico da parte dello stato liberale non porta però alla completa omologazione o alla scomparsa di quella forte caratterizzazione individuale dell’Isola che viene messa in rilievo soprattutto nella memorialistica della seconda metà dell’ottocento. Ma che soprattutto emergerà sul fronte nel primo conflitto mondiale con la “Brigata Sassari”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'esercito e i sardi

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Leoni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Antropologia culturale ed etnologia
  Relatore: Alberto Antoniotto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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