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Letteratura inglese e turismo in terra di Tuscia

Identità culturale della Tuscia

Torno a parlare della provincia di Viterbo, ma questa volta in termini di riconoscibilità nell’immaginario culturale e cinematografico.
51L’armata Brancaleone è un film realizzato nel 1966 con la regia dell’indimenticabile Mario Monicelli. Com’è spesso accaduto nella storia del cinema italiano, il successo raggiunto da quest’irresistibile commedia fu totalmente inaspettato: è lo stesso regista a dichiararlo in tutte le interviste che fanno riferimento a questa pellicola girata quasi interamente in terra di Tuscia. Si tratta senza dubbio di una pietra miliare del cinema italiano: un affresco grottesco e tragicomico con tinte a volte farsesche, che narra le disavventure di una combriccola di disperati capeggiati da un sedicente cavaliere dall’aspetto trasandato e i modi ampollosi (Brancaleone da Norcia impersonato da un travolgente Vittorio Gassman), in viaggio alla conquista del feudo di “Aurocastro nelle Puglie”.
Il fatto che il film fosse girato nella nostra zona non rappresenta una novità: dagli anni ’50 in poi il viterbese ha ospitato set cinematografici per lungometraggi di grande interesse nazionale e non. Va detto però che in tutte queste opere cinematografiche, il territorio della Tuscia si presta come set ma mai come luogo di ambientazione. Così ad esempio ne I vitelloni di Fellini, Viterbo “recita la parte” di Rimini mentre I due colonnelli di Steno, girato quasi interamente nella suggestiva Civita di Bagnoregio, è ambientato in un paesino della Grecia. Tornando a L’Armata invece, se è vero che i luoghi nominati nel copione sono spesso inventati, è altrettanto vero che in un passaggio specifico iniziale del film, il toponimo Tuscia viene nominato espressamente dal protagonista Brancaleone. Se quindi l’origine umbra del cavaliere viene subito svelata (Norcia per l’appunto), con suddetto cenno iniziale si conferisce al film un’ambientazione geografica specifica che coincide con il set stesso.

La menzione, a prima vista poco significativa, ha secondo me una sua portata epifanica: ambientato nell’Alto Medioevo, il film è stato girato nei luoghi più disparati dell’Alto Lazio: Vulci, lago di Vico, lago di Bolsena, Tuscania, Viterbo, Vitorchiano, Nepi, Faleria. La Tuscia, seppur nominata quasi distrattamente, si mostra lentamente allo spettatore attraverso la scoperta di questi luoghi pervasi da un’intensa carica espressiva, andando a formare, sotto il profilo spaziale, storico e geografico, un mosaico identitario di grande suggestione.
Partendo da questa mia riflessione nata in ambito artistico-cinematografico, vorrei allacciarmi alla 52tesi di Stefano Pifferi il quale ha curato uno dei capitoli del già menzionato volume Viaggi e viaggiatori nella Tuscia Viterbese. La parte affidata a Pifferi riguardava i parchi letterari i viaggiatori e l’identità dei luoghi. Partendo dall’analisi sugli “scritti di viaggio” inerenti al Grand Tour (di cui ho parlato nel capitolo precedente), Pifferi sostiene che i contributi offerti dai letterati di passaggio nel nostro comprensorio permette, proprio per la natura “marginale” e caduca di quel genere letterario, di offrire delle prospettive offerte da uno sguardo forestiero che vanno a interagire con quelle propriamente indigene, in una stratificazione percettiva capace di generare l’identità di un luogo. Pifferi fa altresì riferimento alle riflessioni sul genius loci e al concetto di “anima dei luoghi” del saggista Hillman. Il concetto di doppia interazione con un luogo percepito da sguardo esterno e sguardo interno esposto da Pifferi, può quindi essere trasposto in ambito cinematografico: a patto ovviamente che quel territorio interpreti realmente sé stesso come ne L’Armata.
Stratificazione storico-culturale in combinazione con l’evoluzione del paesaggio e stratificazione percettiva, sono quindi i due filoni che possono rimodellare l’identità del territorio. Tradotto in termini di attrattività turistica, soprattutto in quelli di internazionalizzazione che, alla luce dei dati non lusinghieri esaminati, rappresenta un obiettivo importante da perseguire, la letteratura di viaggio può fornire lo spunto per lo sviluppo di nuovi prodotti turistici. Di questo argomento si parlerà specificatamente nell’ultimo paragrafo.




51 L’armata Brancaleone https://it.wikipedia.org/wiki/L%27armata_Brancaleone Ultima data di accesso 23/01/24
52 Stefano Pifferi, Parchi letterari. Viaggiatori, identità dei luoghi, paesaggi e giardini, in Viaggi e viaggiatori nella Tuscia viterbese, a cura di Alessandro Boccolini, Viterbo, Sette Città, 2015

Questo brano è tratto dalla tesi:

Letteratura inglese e turismo in terra di Tuscia

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Informazioni tesi

  Autore: Alessio Pagliara
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi della Tuscia
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Valerio Viviani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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