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Le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America

IL ''WRONG WINNER'': IL CASO BUSH v. GORE

Come si è già avuto modo di evidenziare, è assolutamente possibile che, a seguito del procedimento elettorale, sia eletto alla carica di Presidente il candidato che abbia riportato in totale meno voti popolari ma che grazie al meccanismo dell'Electoral College, abbia ottenuto più voti elettorali. Di tutte le caratteristiche del sistema del Collegio Elettorale, quella che lo rende più controverso è proprio la possibilità che emerga un "wrong winner", (un "vincitore sbagliato").

Una simile eventualità, definita da alcuni autori come "undemocratic result", si è verificata cinque volte su cinquantanove elezioni presidenziali: la prima nel 1824 con John Quincy Adams che fu eletto dalla Camera dei Rappresentanti perché non aveva raggiunto neanche la maggioranza dei voti elettorali; nel 1876 con Rutherford B. Hayes; nel 1888 con Benjamin Harrison; e i due ultimi casi più noti, perché più recenti, di George W. Bush nel 2000 e Donald Trump nel 2016. In particolare, il caso delle presidenziali dell'anno 2000 tenne banco per diverse settimane sui mezzi di comunicazione di tutto il mondo, arrivando a coinvolgere le massime istituzioni statunitensi, fino alla Corte Suprema che, con una contestatissima sentenza, di fatto, attribuì la vittoria all'esponente repubblicano.

Le elezioni presidenziali del 2000 si svolsero il 7 novembre e videro contrapposti l'allora Governatore del Texas George W. Bush per il Partito Repubblicano, figlio maggiore dell'ex Presidente George H. W. Bush, e il Vicepresidente uscente Al Gore per il Partito Democratico. Fu la prima volta dal 1888 che il vincitore perse nel voto popolare ed essa è considerata come una delle elezioni con più stretto margine tra i due candidati. Il Presidente in carica, Bill Clinton, non era rieleggibile ai sensi del XXII Emendamento, e Gore si assicurò la nomination presidenziale dei democratici con relativa facilità, sconfiggendo alle primarie l'ex senatore del New Jersey Bill Bradley. Sull'altro versante, Bush emerse subito come favorito per la nomination repubblicana e dopo un'iniziale battaglia contro il senatore dell'Arizona John McCain, emerse come presuntive nominee dopo il supermartedì delle primarie.

La campagna elettorale si concentrò principalmente su questioni interne, in particolare, il bilancio federale che continuava a crescere, proposte di riforma dell'assistenza sociale e sanitaria, la criminalità nelle periferie delle grandi città; la politica estera restò sullo sfondo, toccata solo marginalmente nei tre dibattiti televisivi.

Ad urne chiuse, i risultati iniziarono ad affluire da tutti gli Stati della Federazione senza particolari problemi; infatti, i margini a favore dell'uno o dell'altro candidato erano quasi ovunque abbastanza larghi da consentire la proclamazione dei risultati senza contestazioni. I due candidati si ritrovarono così con 246 e 267 grandi elettori rispettivamente per Bush e Gore, e fu subito chiaro che la partita decisiva si sarebbe giocata nello Stato della Florida: chi avesse vinto la Florida, con i suoi 25 grandi elettori, avrebbe conquistato la Casa Bianca.

Tra le 19:50 e le 20:00, ora della costa atlantica, le principali reti televisive dichiararono Gore vincitore in Florida e, quindi, Presidente eletto degli Stati Uniti. I principali network del Paese avevano basato il loro annuncio sui dati degli exit poll; tuttavia, ma man mano che lo spoglio reale dei voti andava avanti era chiaro come la situazione si stesse invertendo, con Bush in vantaggio di circa centomila voti. A questo punto le reti televisive cambiarono la loro previsione proclamando Bush vincitore, e perfino Gore, in una conversazione telefonica, concesse la vittoria all'avversario.

Tuttavia, al computo totale dei voti mancavano ancora le schede di quattro contee con una popolazione (per lo più afroamericana) a forte maggioranza democratica (Broward, Miami-Dade, Palm Beach e Volusia); giunti anche questi dati, il vantaggio di Bush si era ridotto a circa duemila voti e tanto bastava, secondo le leggi della Florida, per prevedere un riconteggio automatico (da effettuare tramite apposite macchine) al termine del quale il margine di Bush si era ulteriormente assottigliato fino a scendere a poco più di trecento voti. Gore, quindi, ritirò la concessione della vittoria fatta in precedenza e contestò il risultato chiedendo il riconteggio manuale, che la legge della Florida ammette su richiesta in determinate circostanze, di tutti i voti provenienti dalle quattro contee in bilico. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d'America

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Della Valle
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Luigi Ferraro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 168

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