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Terrorismo e strategie di intelligence: un caso di studio sul rapimento di Aldo Moro e il ruolo delle brigate rosse

Il Ciclo dell’Intelligence

L’intelligence, come già accennato, è l’acquisizione di conoscenze relative a situazioni estere e la produzione di singole informazioni. È una ricerca attiva che prende in considerazione tutti gli elementi come un puzzle.
Iniziamo col dire che l’intelligence può essere paragonata a una società di servizi che riceve un input in seguito a una richiesta dal decisore; al termine di un lungo processo, detto appunto informativo, le notizie raccolte, sotto forma di output, si trasformano in un’informazione che viene poi vagliata, elaborata, analizzata ed inserita in un contesto di scenario. Il termine “processo” o “ciclo informativo” può essere usato indistintamente visto che la natura dell’attività informativa è quella di un procedimento ciclico, senza soluzione di continuità; dal che ne deriva che la gestione dell’attività d’intelligence deve essere intesa come un procedimento permanente e sistematico che non ha un termine definito e questo in virtù del fatto che le conclusioni e le informazioni prodotte diventano, a loro volta, le basi per ulteriori attività di ricerca. Il ciclo è predisposto per la gestione in tempo reale di qualsiasi dato e notizia sull’avversario, dato che le attività condotte sono interconnesse e finalizzate ad acquisire, collazionare, elaborare, valutare e diffondere informazioni, utili al perseguimento dello scopo del richiedente il servizio, lo Stato.
Il processo o ciclo informativo dell’intelligence si può suddividere in varie fasi: la fase concettuale o direttiva, la fase di pianificazione, l’acquisizione dei dati, la raccolta dei dati e la loro analisi, ed infine la loro diffusione.
La prima fase concettuale o “direttiva”, rappresenta un momento di particolare importanza in tutto il processo in esame. Si attua, in un primo momento, mediante l’analisi della situazione esistente (da condurre con gli elementi essenziali già in possesso e quelli in seguito acquisiti), per giungere all’individuazione dei dati utili alla definizione degli “obiettivi informativi” da conseguire. In tale ambito si presuppone un’approfondita conoscenza dell’avversario, dell’ambiente in cui questi opera e della situazione generale; qualora i dati raccolti si dimostrino insufficienti si procede all’individuazione degli “indizi”, ovvero di elementi provvisori che, posti come ipotesi di lavoro, si possono successivamente trasformare in “obiettivi” oggetto dell’attività di ricerca.
Il successivo momento della “pianificazione” ha lo scopo di assegnare “obiettivi” d’informazione agli organi di ricerca di cui si dispone, con particolare riguardo alle capacità ed all’efficienza. Nell’ambito della pianificazione andranno indicate le fonti più idonee da attivare e utilizzare, poiché, presumibilmente, in grado di fornire dati pertinenti. Nella distribuzione degli obiettivi si dovrà considerare opportuna l’assegnazione, per quanto possibile, dello stesso obiettivo a più organi e fonti, in modo da avere notizie di differente provenienza, da confrontare e verificare con riscontri incrociati. Conclusa la pianificazione della raccolta si giunge al vero e proprio invio degli ordini e delle richieste alle fonti ed agli organi di ricerca: da questo momento è attivata la rete informativa.
L’attività di “ricerca” dei dati consiste nell’impiego di tutte le fonti e degli strumenti utili, fondamentali a raccogliere le notizie, sulla base degli obiettivi d’informazione. L’acquisizione degli elementi presuppone la determinazione preventiva dell’area in cui l’unità info-operativa è responsabile dell’attività di ricerca e dell’area in cui essa è interessata alla conoscenza di quanto può influenzare l’adempimento del suo compito. L’individuazione dell’area di responsabilità e della zona d’interesse sono propedeutiche all’attivazione del processo informativo. L’organizzazione della ricerca consiste nell’analisi degli elementi essenziali d’informazioni, i cosiddetti EEI, come gli aspetti riguardanti l’ambiente dell’avversario, le eventuali incognite che possono condizionare la scelta della linea di azione (competenze fondamentali dell’unità di ricerca) e i fattori esterni all’indagine che possono compromettere la riuscita dell’operazione.

L’apporto delle unità d’analisi alla pianificazione è essenziale e costituisce un primo momento di valutazione del complesso della missione e delle finalità dell’ente mandante: in sintesi la pianificazione della ricerca può e deve contare sulla preparazione e l’intuizione dell’analista che, dopo aver valutato preliminarmente il dato ed in considerazione della situazione informativa generale, fornisce gli orientamenti e le priorità d’indagine. L'informazione, ed in particolare la sua interpretazione, non deve essere però distorta da pregiudizi e preconcetti. L’analista d’intelligence, deve evitare di distorcere o alterare le proprie valutazioni allo scopo di adeguarle ad idee preconcette o, semplicemente, alle aspettative del Decisore. L'obiettività è, pertanto, l’elemento principale sul quale si fonda la credibilità di un analista e del suo operato (oggettività).
Ulteriore momento qualificante dell’organizzazione della ricerca è l’indicazione delle “fonti” più appropriate da utilizzare, in grado di fornire dati informativi pertinenti. In questa fase si rivela fondamentale la figura dell’analista. Una volta esaurita la fase di ricerca si passa alla “raccolta dei dati”, che consiste nelle operazioni di “trasmissione” delle notizie da parte degli organi di ricerca all’organo informativo deputato alla relativa “registrazione”.
Ultimata la fase organizzativa e di ricerca del processo informativo, si passa all’elaborazione ove comincia la fase dell’analisi propriamente detta, ossia il momento valutativo vero e proprio della produzione. Se la raccolta e la ricerca delle informazioni è stata fatta in modo accurato ed esauriente è possibile sviluppare un’analisi efficace e completa. È l’organizzazione, e l’efficacia degli strumenti valutativi, ad assicurare percorsi interpretativi aderenti alle esigenze e capacità di flessibilità, idonee ad integrare i dati e fornire un quadro d’indagine più ampio possibile.

Sotto l’aspetto concettuale l’analisi si compone delle seguenti fasi:
⁃ esame preliminare;
⁃ valutazione del dato informativo;
⁃ integrazione–interpretazione;
⁃ trascrizione ed archiviazione.

L’esame preliminare consiste in un primo vaglio della comunicazione volto a rilevare se la stessa sia completa in ogni sua parte, se i dati contenuti siano di urgente diramazione tali da consigliarne l’immediata diffusione, senza valutazione e interpretazione, se debbano essere elaborati prioritariamente per la distribuzione, se rivestano un interesse informativo e, infine, se non siano di alcun interesse. Questa fase, pertanto, permette d’individuare le potenzialità della notizia e sviluppare una sommaria ricognizione delle ipotesi di approfondimento praticabili. Nella valutazione dei dati informativi, sia in ambito civile sia militare, viene utilizzato un sistema di catalogazione alfa-numerico che tiene conto sia dell’”attendibilità” della “fonte” o dell’organo di ricerca, sia della “veridicità” della notizia. La valutazione è forse l’aspetto più qualificante di tutto il processo visto che impone di vagliare sia l’attendibilità della fonte sia la veridicità o validità dell’informazione acquistata. La verifica delle fonti, infatti, è una delle fasi più delicate.
L’identificazione del grado d’attendibilità della fonte/organo di ricerca, ha lo scopo di valutare se la fonte aveva la capacità di originare la notizia in rapporto alle condizioni del momento, e se l’organo di ricerca aveva la capacità di acquisire e referire correttamente la notizia in relazione alla dislocazione, al grado di specializzazione del personale e dei mezzi e alle difficoltà ambientali. Pertanto, la valutazione si attua assegnando alla notizia un valore convenzionale che andrà a classificare la fonte o l’organo di ricerca come:
A) completamente attendibile: solo in casi eccezionali, quando è conosciuta e si può accordare assoluta fiducia;
B) normalmente attendibile: se pur avendo già dato buoni risultati può dar adito, in casi particolari, ad alcuni dubbi;
C) abbastanza attendibile: quando, utilizzata occasionalmente in passato, ha dimostrato che è possibile accordarle una certa fiducia;
D) di solito attendibile: quando, utilizzata in precedenti occasioni, si è dimostrata il più delle volte poco sicura;
E) non attendibile: se, utilizzata nel passato, non si è dimostrata degna di fiducia;
F) non si è in grado di valutarne l’attendibilità: se non è mai stata utilizzata”.

Per quanto concerne l’individuazione del grado di veridicità, invece, ha lo scopo di stabilire se il fatto riferito è confermato da dati provenienti da altre fonti/organi di ricerca, di verificare sotto quali aspetti concorda o non con dati già noti sullo stesso argomento e con quelli risultati veri, ed infine, nel caso in cui il dato sia in contrasto con quello proveniente da altra fonte, quale dei due sia maggiormente attendibile.

Tale processo si svolge assegnando un valore numerico:
1) confermata da altre fonti (indipendenti ed attendibili);
2) è probabile che sia vera;
3) è possibile che sia vera;
4) dubbia veridicità;
5) improbabile;
6) non si è in grado di valutarne la veridicità.

Pertanto, ultimata la valutazione, alla notizia si attribuisce una lettera indicante il grado d’attendibilità della fonte, e un numero indicante il grado di veridicità della notizia e che definiscono, nel loro insieme, il valore della notizia stessa”.
Le attività di integrazione vengono utilizzate per coordinare informazioni e dati provenienti da altre fonti, coerenti o meno, al fine di avvicinarsi il più possibile o almeno comprendere il più oggettivamente possibile la situazione in base a ciò che è disponibile. L'integrazione rappresenta il maggior onere per l'analista e misura l'efficienza dell'unità di analisi, perché essa sarà più efficace se il processo e il patrimonio informativo sono ben strutturati e ben orientati. L’elemento è inserito all’interno dello scenario che lo riguarda per consentirne una lettura complessiva, non più relativa e parziale. L’integrazione deve rispondere ai criteri d’aderenza e coerenza, perché sia perseguita la massima approssimazione alla realtà e la logicità dei percorsi dialettici effettuati, in relazione alla complessiva conoscenza dello scenario indagato.
L’interpretazione è l’attività mediante la quale si determina il significato di una notizia (“integrandola” con le informazioni già note), si traggono le conclusioni sui possibili riflessi che la notizia valutata (nel frattempo divenuta informazione) potrà avere sulla situazione in atto. Essa consiste nel determinare l’esatta natura dei fatti riferiti, raffrontandoli con le informazioni già note, e nel definire il significato degli stessi, traendo logiche conclusione sui riflessi esercitati dal nuovo avvenimento sulla situazione avversaria, alla luce delle deduzioni tratte in precedenza e delle cognizioni già acquisite sull’avversario.
[…]

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Terrorismo e strategie di intelligence: un caso di studio sul rapimento di Aldo Moro e il ruolo delle brigate rosse

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Informazioni tesi

  Autore: Angela De Santis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: UNINT - Università degli studi Internazionali di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della politica
  Relatore: Emilio Minniti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

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