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Le interazioni tra agricoltura biologica e turismo: i risultati di un'indagine sugli agriturismi bio-ecologici certificati ICEA

Il consumatore e l’acquisto di prodotti biologici

Nel corso degli ultimi anni la fiducia del consumatore nella sicurezza dei prodotti alimentari è stata messa a dura prova da numerose “crisi sanitarie” [Alexander et al., 2005, p.16]: dal ritrovamento di tracce di piombo e nitrati nei cibi alla “mucca pazza”, dalla presenza di diossina nei mangimi alla salmonellosi.
A prendere provvedimenti, oltre alle moderne catene di distribuzione che tentarono di rispondere alle paure dei clienti salvaguardando nel contempo la propria produzione, fu sicuramente l’Unione Europea con la sua ampia attività legislativa, allo scopo di migliorare gli standard sanitari e igienici dell’intera catena alimentare e ripristinare la fiducia dei consumatori.
La preoccupazione suscitata nei consumatori dai recenti “scandali alimentari”, li ha così indotti a prestare più attenzione nelle scelte alimentari, scatenando una “caccia al cibo sicuro” [Alexander et al., 2005, p.155]. Il prodotto biologico è, infatti, spesso percepito come “più sicuro” dal consumatore perché, dati i requisiti di produzione che deve necessariamente rispettare, non potrà essere fonte di rischi alimentari come, invece, i prodotti da agricoltura convenzionale. Del resto è ormai noto come i prodotti biologici oltre ad una superiorità igienico-sanitaria (assenza di residui di sostanze tossiche), presentano anche una superiorità organolettica, come dimostrato sia da numerose sperimentazioni sui prodotti, sia da indagini presso i consumatori, i quali attribuiscono ai prodotti biologici caratteristiche organolettiche (sapore, odore, colore), standard igienici e di qualità certificata, nonché salubrità.
Il consumatore, quindi, riconosce nel cibo biologico una garanzia di qualità, intesa sia nel senso di salubrità (assenza di OGM, di residui di sostanze nocive..), sia come conformità a una normativa a tutela della salute. Sono ormai noti anche i fattori che frenano i consumi di prodotti biologici: i prezzi, lo scetticismo nei confronti dei marchi biologici, un insufficiente livello di promozione, la soddisfazione nei confronti del cibo convenzionale, la presenza di difetti estetici nei prodotti biologici [Abitabile, Povellato, 2009].
Il prodotto biologico o, meglio, la sua presunta superiorità rispetto al convenzionale in termini di salubrità e impatto ambientale da cui consegue la disponibilità a pagare un prezzo più alto, è un bene “reputazionale” [Abitabile, Esposti, 2007, p. 42]. Il consumatore, cioè, ha ben pochi elementi oggettivi per poter davvero valutare l’esistenza ed l’entità di tale superiorità. Li presume, piuttosto, dalla reputazione che il prodotto biologico ha e dall’insieme di informazioni che riceve. Nel caso di prodotto di massa la reputazione del bene si basa su una conoscenza incompleta, trasmessa da pubblicità e grande stampa; nel caso di prodotto di nicchia, invece, il consumatore si basa più sul passaparola, su opinioni di esperti e stampa specializzata.
I fattori che sembrano “spingere” verso l’aumento della domanda si possono identificare in [Santucci, Abitabile, 2009]:
- la costante percezione di rischi connessi ai consumi alimentari scandita dai diversi allarmi e scandali con la conseguente ricerca di una maggiore garanzia di food safety;
- il successo crescente delle specialities, prodotti tipici, specialità regionali, prodotti certificati, linee alta qualità, collegati alle componenti psicologiche e culturali dei consumi alimentari;
- la maggiore disponibilità di punti vendita e la possibilità di scegliere tra prodotti biologici e convenzionali, in seguito all’ingresso della grande distribuzione nel comparto;
- la relazione tra disponibilità a pagare dei consumatori e le tecniche di produzione bio, maggiormente rispettose per l’ambiente e per il benessere animale.

Tuttavia, deve essere la sensibilità del consumatore nei confronti di tematiche ambientali o etiche a guidarlo verso la scelta dei prodotti biologici, non la ricerca di una maggiore sicurezza alimentare, poiché a livello di controlli il “bio” è sottoposto alle stesse verifiche degli altri prodotti. Per il consumatore più attento alle tematiche ambientali, quindi, il valore aggiunto di un alimento biologico sarà soprattutto il modo in cui è stato ottenuto, rispettando, cioè, anche parametri etici come la tutela degli animali e il rispetto di un ecosistema.
In particolare la produzione è sempre più chiamata a rispondere riguardo alla sostenibilità ecologica in termini di uso prevalente di risorse locali e rinnovabili, mantenimento della fertilità del suolo, utilizzo di prodotti e procedimenti naturali, alto livello di diversità biologica, rispetto per le condizioni di vita degli animali allevati. Anche gli aspetti etici e sociali assumono importanza e spingono in tutta Europa il cosiddetto commercio equo e solidale oltre, ovviamente, al comparto agro-alimentare biologico che abbraccia uno spettro di valori più ampio, compresa la nuova frontiera degli impatti sul cambiamento climatico in termini di riduzione di gas serra [Santucci, Abitabile, 2009].
Purtroppo, studi sul comportamento del consumatore di prodotti biologici evidenziano come la presenza di motivazioni più di tipo personale (benessere, felicità..) rispetto a quelle di carattere trascendentale (ecologia, futuro sostenibile..) farebbe pensare ad un consumatore poco aperto al cambiamento e quindi anche poco disponibile ad ampliare i propri orizzonti di consumo verso i prodotti bio in quanto più “ecologici”. A livello europeo, le motivazioni ambientali sono addotte come primarie solo in Danimarca e Finlandia, mentre non vengono quasi menzionate in Italia [Santucci, 2009]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le interazioni tra agricoltura biologica e turismo: i risultati di un'indagine sugli agriturismi bio-ecologici certificati ICEA

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Pasquini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Economia
  Corso: Progettazione dei sistemi turistici
  Relatore: Andrea Marescotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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Parole chiave

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