Il diritto e il contenzioso elettorale

Riguarda lo status di elettore, cioè il diritto a votare e di partecipare ad ogni tipo di elezione. La tutela è sempre affidata alla giurisdizione del giudice ordinario in quanto queste  questioni, secondo la giurisprudenza, rientrerebbero nella categoria dei diritti soggettivi. 
Esso è disciplinato dall'art. 42 e ss., D.P.R. n. 223/1967. L'art. 42 prevede che ogni cittadino, infatti, anche non elettore, può proporre ricorso davanti alla Corte d'Appello, dopo aver presentato, preliminarmente, un reclamo davanti alla Commissione elettorale mandamentale per contestare la legittimità delle cancellazioni o delle iscrizioni negli elenchi elettorali comunali. Il ricorso può essere proposto anche dal procuratore della Repubblica presso il tribunale competente per territorio: egli, qualora riscontri nel fatto che ha dato origine al ricorso estremi di reato, promuove l'azione penale (art. 44 D.P.R. n. 223/1967). Una volta ricevuto il ricorso, il presidente della Corte di Appello fissa, con decreto, l'udienza di discussione della causa in via d'urgenza. Esso deve essere notificato col relativo decreto di fissazione d'udienza, al cittadino o ai cittadini interessati ed alla Commissione elettorale  a pena di nullità, entro i termini previsti dal medesimo articolo 42. Successivamente, a pena di decadenza, deve essere depositato nella cancelleria della Corte di appello entro dieci giorni dalla notifica. La causa è decisa, senza che occorra ministero di procuratore o di avvocato, sulla relazione fatta in udienza pubblica da un consigliere della Corte, sentite le parti o i loro difensori, se si presentano, ed il pubblico ministero nelle sue conclusioni orali. Per i cittadini residenti all'estero, il ricorso è depositato entro il termine di sessanta giorni dalla data della notificazione (art. 43 D.P.R. n. 223/1967). [...]