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Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866

Il cristianesimo in Cina: excursus della presenza e delle attività missionarie a Canton

La maggior parte dei commercianti arrivava a Canton con il semplice scopo di fare affari, manteneva relazioni amichevoli ma piuttosto distanti con la popolazione e tornava in patria con una visione spesso superficiale della Cina e dei cinesi.
Diverso fu invece l’approccio di un altro gruppo di Occidentali, i missionari, che stabilirono contatti più stretti con la popolazione e che necessitarono apprendere la lingua cinese come mezzo per la diffusione del Vangelo, in quello che era l’universo impenetrabile della cultura del Paese. I primi insediamenti di comunità missionarie a Canton si fanno addirittura risalire al VII secolo d.C., ad opera dei Nestoriani, che vissero ed operarono in città fino al XIV secolo, quando furono assorbiti dagli Islamici. I primi missionari protestanti accompagnarono invece gli Olandesi a Formosa (Taiwan) nel 1627, ma nel 1662 cinque di loro vennero decapitati ed i rimanenti espulsi. In seguito al divieto imposto dal governo Manciù di predicare il Cristianesimo in Cina, Canton rimase l’ultimo avamposto tenuto dai missionari prima dell’apertura dei porti. In quel periodo la maggior parte di loro si stabiliva anche a Macao, Singapore, Malacca, dove si dedicavano alla traduzione della Bibbia, alla stampa e diffusione di riviste cristiane, ma anche al trattamento clinico di alcuni tipi di malattia, e all’apertura di scuole per bambini.
Robert Morrison (1782 – 1834), primo missionario protestante attivo in Cina in epoca moderna, fu inviato dalla London Missionary Society nel 1807, all’età di venticinque anni.
Vedendosi negato il permesso di viaggiare a bordo di una nave della East India Company, egli giunse a Canton via America, dopo oltre 222 giorni di mare. Non potendo alloggiare nella factory della Compagnia inglese dovette affittare una stanza in quella americana, dove visse con i commercianti della Olyphant & Company. Stessa sorte toccò agli altri dodici missionari inviati a Canton nei successivi vent’anni, i quali avevano bisogno della “copertura” delle factories non potendo ottenere residenza diretta in città, e furono perciò costretti ad una spiacevole e conflittuale convivenza con i commercianti, sicuramente di vedute più ristrette e di diversa sensibilità. Morrison comunque aveva appreso la lingua da un cantonese che viveva a Londra, dal momento che all’epoca agli stranieri era vietato l’apprendimento della lingua e perfino l’acquisto dei libri, e qualsiasi cittadino cinese sorpreso a svolgere servizio di assistenza di qualunque tipo agli occidentali, rischiava l’esecuzione. La competenza linguistica di Morrison gli permise anche di lavorare come interprete per la East India Company, da due anni dopo il suo arrivo, alla sua morte.
Contemporaneamente egli si occupò della distribuzione di medicine ai cinesi, ritenendo che una volta curati i mali del loro corpo sarebbe stato più facile giungere alle loro anime.
Il motivo del suo interesse per la lingua cinese era comunque ben lontano dal semplice essere utile alla Compagnia; mentre era in viaggio gli fu chiesto che tipo di impressione si aspettava di avere sulla popolazione cinese, e la sua risposta fu: “Non sarò io a impressionare, ma Dio”.
Nel 1813 Morrison fu raggiunto da William Milne (1785 – 1822), con cui collaborò per alcuni mesi soprattutto alla diffusione di pubblicazioni cristiane, che però furono ben presto motivo di collera tra i Mandarini. I dissapori che ne derivarono portarono Milne a trasferirsi a Malacca, presso l’Anglo-Chinese College, dove istituì una casa editrice per la stampa di opuscoli e versioni della Bibbia da mettere a servizio della Missione. Intorno al 1818 Morrison e Milne portarono a compimento la prima versione in cinese della Bibbia, e, su incoraggiamento della East India Company, completarono anche il primo dizionario di cinese-inglese , un’opera in sei volumi di 4.595 pagine pubblicato nel 1823 al costo di dodicimila sterline. Morrison proseguì il lavoro col Dr Livingstone (1813-1873), fisico e bibliotecario part-time della ben fornita biblioteca della Compagnia britannica, il quale fondò anche una farmacia per i cinesi nel 1820. Morrison morì nel suo alloggio al n°6 della Hong olandese a Canton il 1 agosto 1834 e fu sepolto nel cimitero protestante di Macao. Successore di Morrison come interprete della East India Company fu il Reverendo Karl Friedrich Gutzlaff (1803-1851), della Società Missionaria dei Paesi Bassi, che era sbarcato sulla costa cinese nel 1831, proveniente dalla Germania. Dal momento che ai missionari non era consentito viaggiare al di fuori di Canton, egli approfittò della sua posizione di interprete per spostarsi in altre zone della Cina interna, prima su una nave della East India Company, la Amherst, nel 1832, poi a bordo delle imbarcazioni di Jardine o di Matheson, che navigando lungo i fiumi, trasportavano oppio nelle aree interne del paese. Ciò gli consentì di distribuire gli opuscoli cristiani e di far conoscere ad un più ampio numero di persone la dottrina da lui divulgata. Gutzlaff non vedeva nessuna contraddizione tra il suo lavoro di missionario e gli effetti che l’oppio poteva avere sui potenziali convertiti. Comunque, intorno al 1840, aveva già effettuato una decina di viaggi lungo la costa cinese, ed aveva distribuito i volantini a circa 30.000.000 di persone. Sfortunatamente però, i suoi opuscoli e le copie della Bibbia non erano ricevuti dalla popolazione con lo spirito e l’intenzione che ci si aspettava, ma erano vendute per il solo valore della carta, materiale utilizzato dai cinesi per realizzare suole di scarpe e stivali. [...]

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Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Falato
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Studi Orientali
  Corso: Lingue e letteratura afroasiatiche
  Relatore: Federico Masini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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Parole chiave

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