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La politica di Gorbacev nella percezione del PCI

Il dibattito sulla stampa per la Perestroika

Passiamo ora ad analizzare come viene vista sulla stampa la “Perestroika” di Gorbacev, tenendo conto che, chiaramente, non fu data subito questa definizione alla serie di cambiamenti da lui introdotti, che furono lanciati in particolare dopo il XXVII congresso del Pcus, tenutosi nel febbraio del 1986. Vediamo allora cosa riporta “l'Unità” in quel periodo: il 26 febbraio, il quotidiano comunista dedica al congresso del Pcus un lungo articolo che già nel titolo, “Un programma di rinnovamento.
Punto per punto la relazione di Gorbaciov, mostra il leader sovietico come un “innovatore”.
Nell'articolo, si legge: “Più avanti e più in profondità sul terreno della riforma economica, sul terreno dei rapporti Partito-stato, sul terreno della partecipazione popolare, di quanto non sia avvenuto, appena pochi mesi fa, al momento della presentazione della nuova stesura del programma del partito...Il “passo avanti” è evidente. Non solo perchè Gorbaciov ha deciso di rompere gli indugi e di chiamare le cose con il loro nome (“occorre una riforma radicale”, ha detto, ma perchè per la prima volta emergono i cardini di un discorso di profonde modificazioni delle forme della gestione economico-sociale, dei rapporti tra centro e periferia, del funzionamento degli organi della democrazia statale e dello stesso partito.”

Dunque, Gorbacev adesso sembra essere veramente il riformatore deciso a porre in essere cambiamenti in tutti i campi-che tutti si aspettavano, non ci possono essere più dubbi su di lui.
Analizziamo quindi un articolo tratto da un settimanale sempre schierato a sinistra, come “Rinascita”, che l'8 febbraio 1986 pubblica un articolo del dirigente comunista Giancarlo Pajetta appena tornato da un viaggio a Mosca, dove ha potuto quindi incontrare Gorbacev. Egli quindi scrive: “Non siamo andati a Mosca per dirimere un contenzioso, per difendere o illustrare posizioni contrapposte, per ricucire quello “strappo” il cui termine avevamo rifiutato, anche solo per definire la riconosciuta esistenza di questi punti di vista differenti o di divergenze anche su questioni di rilevo. Si è trattato così di uno scambio di idee, di punti di vista su differenti problemi...I colloqui con Gorbacev hanno finito così per abbracciare i più importanti problemi interni e internazionali... E di nuovo il tema della pace è ritornato in primo piano.
Ci è parso di risentire, con una sottolineatura particolare, l'ormai antico richiamo togliattiano alla priorità dei temi della pace e di un nuovo ordine internazionale dopo che si era aperta l'era nucleare... I lunghi colloqui... hanno confermato che non ci sono “strappi” da ricucire, monolitismi da ricercare. Comune è stata l'affermazione di lavorare in direzione della pace, di operare-pure in condizioni diverse e per soluzioni non identiche- per realizzare gli ideali del socialismo. Tutte affermazioni che non solo sono compatibili con la esistenza di una propria autonomia, con la sottolineatura di uno specifico nazionale e storico, ma hanno per condizione proprio il riconoscimento di un'indipendenza che non siamo andati a Mosca a cercare, ma che abbiamo naturalmente riaffermato. E ci sembra di essere stati compresi”.

Pajetta quindi, in primo luogo, vuole sottolineare il fatto che con l'Urss non ci siano mai stati strappi, ma che ci siano semplicemente delle divergenze di vedute su alcune tematiche, e che sono andati a Mosca proprio per conoscere il pensiero del nuovo leader sovietico su tali questioni.
Da Gorbacev, anzi, sono rimasti piacevolmente sorpresi per il fatto che non ragionasse più, come i leader precedenti (non tanto Andropov e Chernenko, che non hanno avuto modo di portare avanti una vera e propria linea di politica estera, quanto Breznev), in termini di grande potenza sovietica destinata a contrastare gli Usa, ma volesse invece lavorare in direzione della pace. Per questo, a Pajetta tornano in mente gli appelli dell'ultimo Togliatti per la pace e contro i rischi di una guerra nucleare, appelli risalenti già alla metà degli anni cinquanta.
Pajetta quindi si dice soddisfatto del fatto che, adesso, Pci e Pcus opereranno per la causa del socialismo ciascuno con le sue modalità, mantenendo un'indipendenza che, afferma, “non siamo andati a Mosca a cercare, ma che abbiamo naturalmente riaffermato”. E poi conclude: “Ci sembra di essere stati compresi”. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La politica di Gorbacev nella percezione del PCI

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Fiorucci
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della politica
  Relatore: Giampaolo Malgeri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 127

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