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Cosa Nostra struttura di peccato

Il dio dei mafiosi: struttura di peccato?

Da uno studio della sociologa Alessandra Dino emerge come molte donne madri di mafiosi riconoscano di aver allevato i figli nel timore di Dio, di averli battezzati e cresimati. Molte di queste donne frequentano con assiduità le celebrazioni e sono presenti ad altre attività della parrocchia.

Il loro atteggiamento è apparentemente simile a quello di gran parte degli altri parrocchiani; mostrano, cioè, di praticare una religiosità molto semplice, quasi primaria, assicurano con assiduità la partecipazione alle processioni e alle messe, alle celebrazioni liturgiche, alle preghiere popolari. «Usano grande rispetto nei confronti della Chiesa come istituzione, e anche nei confronti dei suoi rappresentanti.»

Le parole di Leonardo Messina confermano: «Fra di noi ci sono molti cattolici: per esempio, una delle regole di Cosa Nostra vieta di uccidere il venerdì, perché per noi è un giorno di lutto. Sembrerà strano, ma tutti noi uomini d’onore abbiamo la Bibbia”.»

Questa patina di frequentazione di ambienti e liturgia religiosa, di ambigui riferimenti a difesa di precetti cattolici assolutizzati a norme di vita, di apparente e continuo riferimento a Dio e al territorio ha permesso a Cosa Nostra di nascondere la propria radicale distanza dalla proposta Evangelica.

Distanza emersa con clamore solamente negli anni ’90, in particolare grazie al discorso di Giovanni Paolo II alla Valle dei Templi e al martirio di don Puglisi. Se nella transcultura di Cosa Nostra cerchiamo una teologia consapevole e meditata, organicamente articolata, non è possibile trovarla; se al contrario si cerca una teologia irriflessa e approssimativa, interiorizzata e praticata, non è difficile intuire delle organicità.

Il pluralismo culturale segna la società mafiosa come la società civile, di cui condivide le trasformazioni: tematizzare un’univoca idea di Dio comune a tutti gli uomini d’onore sarebbe inattendibile da un punto di vista scientifico. Ma non tentare una sintesi che si ripropone di contrastare la colonizzazione mafiosa sarebbe forse ancora più pericoloso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Cosa Nostra struttura di peccato

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Informazioni tesi

  Autore: Valerio Curzio Fasani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Facoltà teologica di Milano, distaccamento di Crema
  Facoltà: Teologia
  Corso: Teologia
  Relatore: Bruno Bignami
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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Parole chiave

morale
teologia
dio
cosa nostra
martiri
don pino puglisi
mafia e cristianesimo
padre puglisi
struttura di peccato
idolatria

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