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L’influenza del rapporto madre-figlio nelle relazioni d’amore adulte

Il disturbo narcisistico di personalità

Come detto, gli autori attribuiscono le cause dello sviluppo della personalità narcisistica a diversi fattori in base alle differenti teorie.
Da un lato Freud, con la sua teoria psicoanalitica, sostenne che il narcisismo fosse uno stato egocentrico sano, tipico dell’infante, regolato dal principio del piacere e che questo veniva successivamente abbandonato per andare incontro alla maturazione regolando i propri bisogni attraverso il principio di realtà; al contrario, lo sviluppo della personalità narcisistica si otterrebbe a seguito di una fissazione in questo stadio, quindi conseguente a una mancata maturazione da parte del soggetto che, come detto, comporterebbe l’abbandono del principio del piacere.
Dall’altro lato vediamo Kohut (1913-1981), uno degli psicoanalisti che ha più approfondito questo tema, sostenere - a seguito della sua permanenza negli USA e quindi dopo aver notato quanto fosse diffusa tale personalità in quel Paese – che lo sviluppo di questa tipologia di personalità fosse ricollegabile a fattori culturali nel rapporto genitore - figlio.
Nello specifico egli riteneva che i bisogni narcisistici rimanessero stabili nel tempo, non essendo una condizione psicopatologica, seguendo un percorso indipendente da quello della libido oggettuale. Con il termine di libido oggettuale Kohut intende il piacere riversato sull’oggetto reale esterno, mentre per libido narcisistica indica l’oggetto come estensione del proprio Sé (oggetto-Sé). Kohut ritiene necessaria l’intermediazione dei genitori, in particolar modo della madre, nel rapporto con l’oggetto per far divenire il narcisismo onnipotente, tipico del bambino, un narcisismo di tipo realistico, o “narcisismo sano”, caratterizzante il soggetto maturo.
Il narcisista in senso patologico, come riportato nel DSM V, si caratterizza per la totale, o quasi, mancanza di empatia, concentrando l’attenzione su sé stesso mostrando un modello persistente di grandiosità, onnipotenza dei pensieri, ipervalutazione di Sé, basata sull’idealizzazione di Sé e complementare svalutazione degli atri.

Nell’analisi riportata da McWilliams e Lingiardi all’interno del PDM - 2, viene inoltre evidenziato che il narcisista tende a sovrastimare i propri successi, esagerandoli per farli notare alle altre persone e cercando la loro approvazione mettendo in evidenza, paradossalmente, la sua fragilità in quanto la sua autostima è indissolubilmente legata al consenso altrui. Infatti, reagisce alle critiche in modo negativo con difese primitive come il ritiro provando sentimenti di rabbia e di disprezzo oppure tende ad accettare solo apparentemente la critica tentando di proteggere il suo senso di auto-importanza. Per questi motivi il narcisista tende ad evitare situazioni in cui può fallire. Una novità rispetto al DSM-V, che propone una visione del narcisismo categoriale, è la classificazione di due tipologie di narcisismo: il tipo arrogante e il tipo depresso/svuotato. Il primo indica tratti di personalità aggressivi e di superiorità verso gli altri, è concentrato su sé stesso e non da valore alle relazioni con gli altri, è “trasmittente” e non “ricevente”. Viceversa la seconda tipologia risulta avere una forte sensibilità nei confronti delle altre persone, è inibito, schiva o addirittura si isola, è attento più agli altri che a sé, ascolta gli altri attentamente per evitare mancanza di rispetto o critiche in quanto a queste ultime è molto sensibile, infatti si sente ferito con facilità provando sentimenti di vergogna e umiliazione.

Gabbard propone invece un’analisi del narcisismo di tipo prototipica, dividendolo anch’egli in due forme: narcisista inconsapevole – corrispondente al narcisismo arrogante del PDM-2 – e narcisista ipervigile – ovvero il corrispondente depresso/svuotato del PDM-2.
Seguendo la teoria psicoanalitica e la psicologia del Sé, questo senso di vulnerabilità e, al contempo, di grandiosità della persona narcisistica si riconduce alla mancata risposta empatica da parte del caregiver nei confronti delle richieste del bambino. Infatti, se l’esperienza con gli “oggetti-sé” dell’infanzia è stata positiva, da adulto egli riuscirà ad investire nelle persone, oggetti-sé, ottenendo da loro approvazione e ammirazione. Viceversa se questo non accade, e quindi il caregiver non risponde in modo empatico alle richieste del bambino, egli, da adulto, porterà dentro di sé la rabbia del suo vissuto doloroso, causa del suo Sé danneggiato, mostrandosi in modo superiore agli altri. Come si legge in Il disturbo Narcisistico: viaggio nei luoghi dell’infanzia ferita di Susanna Battipede (2018) “la maschera è la risposta che il bambino ha trovato a suo tempo: per sopravvivere nel modo migliore alla ferita, è un meccanismo di difesa, un modo per ritrovare un ruolo attivo e di controllo su una situazione subita e vissuta come eccessivamente dolorosa. […] si possono distinguere cinque ferite con le rispettive maschere: la ferita del rifiuto e la corrispettiva maschera da fuggitivo, la ferita d’umiliazione e la corrispondente maschera da masochista, la ferita d’abbandono e la maschera da dipendente, la ferita del tradimento e la maschera del controllo, la ferita dell’ingiustizia e la maschera del rigido”.

Assume grande rilievo, in questo contesto, ciò che afferma Antonino Urso in Cultura e Professione: la rivista della psicologia italiana (2017, N.0) “finché l’individuo non conosce sé stesso non può riconoscere le maschere e rischia di essere dominato da esse. Quando manca un reale contatto con sé stessi, con le proprie istanze ed aspirazioni, con i propri sentimenti, in assenza quindi di comprensione e di significato, l’individuo si incancrenisce”.
Nel prossimo paragrafo si vuole mettere in relazione lo stile di attaccamento con la propensione al narcisismo. In particolare verrano proposte due ricerche scientifiche che hanno messo in relazione lo stile di attaccamento spaventato e preoccupato con lo sviluppo di narcisismo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’influenza del rapporto madre-figlio nelle relazioni d’amore adulte

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Informazioni tesi

  Autore: Vittoria Gaburro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Dario Davì
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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