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La spettacolarizzazione dell'informazione: il caso di Studio Aperto

Il genere infotainment

Di Salvo (2004, p. 182) divide questo genere ibrido in due grandi categorie:
1. informazione che fa spettacolo. Si tratta di un tipo di programma che, nonostante manifesti il proposito e la pretesa di fare informazione, “viene costruito con strategie narrative, con un uso di mezzi tecnici e soprattutto con propositi produttivi tali che, molto spesso, viene stravolta la natura dell’informazione”;
2. spettacolo che fa informazione. Il presupposto è che l’informazione possa coinvolgere un grande pubblico. Questo tipo di programma, “puntando su valori e contenuti umani generalmente appetibili e che emergono da una ‘lettura’ della realtà e facendo leva sulle valenze di autenticità, spontaneità, imprevedibilità proprie dell’attualità, della cronaca, si appropria dell’informazione e ne fa un suo obiettivo”.
Il genere di programma descritto nella seconda categoria, lo spettacolo che fa informazione, si è imposto in televisione negli ultimi anni, sottoforma di numerosissime trasmissioni che scelgono di informare in maniera rilassata, inframezzando notizie con chiacchierate e sketch. Queste trasmissioni puntano a integrare i notiziari e non a sostituirli, non avendo pretese di completezza e accuratezza di informazione. Il loro obiettivo è semplicemente quello di intrattenere il pubblico, affrontando non solo argomenti frivoli, ma anche quelli tipici delle hard news, senza usare la stringatezza e il rigore formale tipici dei telegiornali.
Tra le varie tipologie di infotainment che proliferano in televisione, la più diffusa è sicuramente il talk show. I principali attori che vi partecipano sono:
1. il conduttore. È lui che dà la parola agli ospiti o li esclude. “È frequente il caso in cui il conduttore acquisisca una autorevolezza che dipende non tanto dalla sua cultura e dalla sua capacità di gestire un dibattito, aiutare lo sviluppo di un confronto di opinioni, bensì dall’uso spregiudicato del mezzo televisivo: si tratta, in questo caso, di un’autorevolezza usurpata”;
2. il regista. In un talk show l’importante non è solo quello che viene detto, ma anche il modo in cui viene mostrato. Le scelte delle inquadrature e il loro montaggio in diretta “rispondono a delle logiche comunicative che possono essere non solo di spettacolo, ma anche di valori che vengono messi in evidenza o nascosti, fatti apparire vincenti o perdenti” (ib.);
3. gli ospiti. In genere chi partecipa al talk show è stato invitato in qualità di esperto, protagonista o testimone;
4. il pubblico. L’intervento del pubblico serve anche a dimostrare ai telespettatori che, oltre ai politici e agli esperti, anche la gente comune può esprimere il proprio parere e venire ascoltata. “In realtà il pubblico ospite viene ‘usato’; è quasi sempre passivo, subisce il programma, gli argomenti proposti, il modo di affrontarli, la personalità del conduttore, la regia, l’esperto, i personaggi di primo piano”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La spettacolarizzazione dell'informazione: il caso di Studio Aperto

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Informazioni tesi

  Autore: Alessio Lauria
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della Comunicazione
  Relatore: Saveria Capecchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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