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La revisione costituzionale. L'iter legis e i suoi limiti.

Il limite formale della revisione omogenea

Abbiamo elencato precedentemente i vari limiti applicabili al procedimento aggravato, limiti che come abbiamo visto possono essere sia espliciti (e dunque elencati nel testo costituzionale) che impliciti e pertanto deducibili dall’attività interpretativa propria della Corte costituzionale. Ci soffermeremo ora, brevemente, su un limite diverso rispetto a quelli fin ora analizzati: si tratta di un limite che non riguarda l’attività di revisione costituzionale poiché tale ma di un limite di natura procedimentale, meglio conosciuto come “limite formale alla revisione omogenea” che, se non rispettato, potrebbe portare a molteplici problematiche di ordine giuridico e politico.

Revisionare, secondo il nostro dizionario, significa “svolgere un’attività intesa a correggere errori o difetti o a completare le parti mancanti”; nel caso specifico, pertanto, l’attività di revisione deve essere volta sostanzialmente ad applicare delle eventuali modifiche al testo costituzionale del ’48 solo attraverso revisioni puntuali, come ad esempio gli emendamenti.

Non è esclusa la possibilità di effettuare revisioni più ampie ma il tutto, deve avvenire nel rispetto della conformità della materia in questione e dunque, evitando revisioni troppo ampie e caotiche che non fanno altro che svalutare l’essenza stessa della Costituzione. Non è dunque, legittimamente possibile, una revisione che comporti una revisione totale del nostro testo fondamentale. Già in sede d’Assemblea Costituente si era posto tale problema: in questa sede, Mortati propose l’adozione di procedure differenziate, meno complesse, per le revisioni parziali della Costituzione rispetto a quelle che si dovrebbero adottare nel caso si avviasse un procedimento di revisione dell’assetto statale; a tale affermazione si contrappose quella del presidente Terracini che affermò che “il problema non si pone, poiché è ovvio che ci si debba limitare a revisioni parziali”.

Alla non ammissibilità delle riforme totali deve essere ricondotta senza dubbio, la ratio del quesito referendario posto in essere nell’attività di revisione; infatti, come abbiamo detto, a differenza di quanto avviene per l’approvazione di un semplice disegno di legge, il procedimento aggravato è caratterizzato dalla possibilità, qualora nella seconda deliberazione si raggiunga la sola maggioranza assoluta, di richiedere che la legge sia sottoposta a referendum popolare.

In tale ipotesi, pertanto, il popolo è chiamato a manifestare la propria volontà libera, cosciente e informata in base ad una domanda con un contenuto preciso; in altre parole, le modifiche devono avere un contenuto specifico e facilmente individuabile dal corpo elettorale per fare in modo che la sovranità popolare sia espressione di una libera scelta dei cittadini e non condizionata da qualsiasi sorta d’incapacità interpretativa del requisito referendario.

Il rischio, in caso contrario, non è solo quello dell’accettare interamente delle disposizioni con un contenuto non realmente condiviso; il vero rischio consiste nella possibilità che un cittadino non sia chiamato ad esprimere il proprio voto su una singola proposta e dunque si troverebbe “nell’alternativa tra il prendere tutto e il lasciare tutto”.

Pertanto una decisione obiettiva può essere formulata solo attraverso un semplice “ sì o no” come risposta ad una domanda che venga esplicitamente e correttamente formulata al cittadino elettore; in tal senso, nella sentenza n. 26 del 1987 la Corte Costituzionale, leggendo in combinato disposto gli articoli 1 e 48 della nostra Costituzione (principio democratico e principio di libertà del voto) ha affermato che “deve ritenersi inammissibile il quesito che non si presenti al corpo elettorale in termini di omogeneità”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La revisione costituzionale. L'iter legis e i suoi limiti.

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Emma Agazio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi della Calabria
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze dell'amministrazione
  Relatore: Fernando Puzzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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Parole chiave

amministrazione
diritto
modifica
revisione costituzionale
procedimento
limiti
art. 138 cost.

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