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Figlio maggiorenne ed obbligo di mantenimento

Il mantenimento del maggiorenne alla luce dell’art.155- quinquies lg. 54/2006. La discussa modalità ordinaria di mantenimento: diretta o indiretta?

Divorzio e separazione non rappresentano la fine del legame genitoriale, ma una sua transizione, seppure fortemente critica e potenzialmente lesiva dei diritti soggettivi delle persone componenti la famiglia.

Ciò che ancora comunque li lega, anche nella rottura del rapporto coniugale, è, infatti, la cura responsabile del figlio, la crescita e l’educazione di quest’ultimo, nonché la salvaguardia dello scambio generazionale. Questo legame è un diritto dei genitori che si separano e dei loro figli, riconosciuto e protetto dalle Costituzioni dell’Occidente e dalle Carte fondamentali dei diritti del minore.

L’obiettivo fondamentale della cura della prole ricomprende quindi, e per gli effetti rafforza, l’obbligo dei genitori di mantenere i figli, fintanto che essi non abbiano raggiunto l’indipendenza economica. Il fattore età allora non rileva come limite entro cui deve estrinsecarsi e permanere il relativo obbligo.

La relativa tutela viene così rivolta non solo ai figli minori di età, ma, in linea con i principi delineati negli anni dalla giurisprudenza di merito e di legittimità, è stato riconosciuto ed affermato espressamente l’obbligo di mantenimento anche nei confronti della prole maggiorenne non ancora in grado di provvedere da sé al soddisfacimento delle proprie esigenze. A tal fine la legge n.54 dell’8 febbraio 2006, in materia di affido condiviso, ha previsto all’art. 155-quinquies c.c. il diritto dei figli maggiorenni non economicamente indipendenti di una coppia separata di ottenere, direttamente dai genitori obbligati, i mezzi per i costi di vita, salvo che il Tribunale disponga diversamente.

Tale scelta legislativa dimostra, ancora una volta, il favor che l’ordinamento riconosce alle istanze di tutela della prole la cui situazione giuridica risulta avvolta da un regime profondamente garantista anche nel caso in cui il figlio abbia superato la minore età. Che il diritto al mantenimento a carico dei genitori non si estinguesse al compimento della maggiore età del figlio, era già un principio riconosciuto sin dagli anni '70; le relative decisioni giurisprudenziali, invero, si fondavano sugli artt. 30 Cost. e 147 c.c., che, come ampiamente ribadito, prevedono l’obbligo dei genitori di provvedere al mantenimento e all’istruzione della prole senza distinzione tra figli minorenni e figli maggiorenni.

Peraltro, anche la più recente giurisprudenza di legittimità è pervenuta alla medesima conclusione, affermando, in varie pronunce, il principio di diritto a tenore del quale “a seguito della separazione personale dei coniugi, la prole ha diritto ad un mantenimento tale da garantirle un tenore di vita corrispondente alle risorse economiche della famiglia ed analogo, per quanto possibile, a quello goduto in precedenza, continuando a trovare applicazione l’art. 147 c.c.”.

In linea generale e al fine di vedere realizzato tale diritto, il legislatore ha previsto come modalità contributiva ordinaria, la corresponsione di un assegno di mantenimento a favore dei figli, avente natura patrimoniale-assistenziale (cd. assistenza materiale), e finalizzato inoltre a sostenere le spese necessarie per consentire le attività dirette allo sviluppo psicofisico del minore (senza esclusione del relativo obbligo in caso di raggiungimento della maggiore età da parte dei figli, ove detto assegno si renda comunque necessario).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Figlio maggiorenne ed obbligo di mantenimento

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Russo
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Scuola di specializzazione per le Professioni Legali
Anno: 2011
Docente/Relatore: Placido Siracusa
Istituito da: Università degli Studi di Palermo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

FAQ

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Parole chiave

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coniugi
separazione
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mantenimento
obbligo
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