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Gli Eventi patologici del Matrimonio. La visione contrastante tra Stato e Chiesa

Il Matrimonio Canonico o Concordatario

Accanto al matrimonio civile celebrato davanti all’ufficiale dello stato civile, il nostro ordinamento conosce il matrimonio concordatario, ossia il matrimonio celebrato davanti al ministro del culto cattolico (il parroco o un suo delegato) e avente effetti civili.
Tale forma matrimoniale è stata introdotta dal concordato stipulato tra la Santa sede e lo Stato italiano l’11 febbraio 1929 all’interno dei Patti Lateranensi che hanno disciplinato come già detto diversi aspetti dei rapporti tra Stato e chiesa cattolica.
Sono state apportate diverse modifiche in materia dell’accordo di revisione del concordato firmato a Roma il 18 febbraio 1984 tra lo Stato della Repubblica italiana e la Santa sede (Accordo di Villa Madama).
Il matrimonio concordatario è sottoposto al diritto canonico per tutto ciò che riguarda la celebrazione ed i requisiti di validità ma produce effetti civili a seguito della trascrizione nei registri dello stato civile.
Quello che abbiamo definito matrimonio-rapporto è disciplinato dal diritto statale.
La trascrizione nei registri dello stato civile è quindi indispensabile affinché un matrimonio celebrato davanti al ministro del culto cattolico secondo le regole del diritto canonico, acquisti efficacia per la legge italiana. Ulteriore requisito è che la celebrazione sia preceduta dalle pubblicazioni, sia presso la casa comunale sia presso la parrocchia di celebrazione del matrimonio.
Inoltre dopo la celebrazione, il celebrante, parroco o suo delegato deve necessariamente dare lettura agli sposi degli articoli 143,144 e 147 del codice civile sui diritti e doveri dei coniugi.
Il parroco in tale attività agisce in qualità di ministro di culto, mentre agisce in qualità di pubblico ufficiale, esercitando una pubblica funzione di certificazione, quando redige e trasmette all’ufficiale dello stato civile l’atto attestante la celebrazione del matrimonio.
Infine, deve essere compilato l’atto di matrimonio, a cura del celebrante, in duplice originale (uno solitamente su libro parrocchiale e l’altro per lo stato civile da consegnarsi, a cura del Parroco entro e non oltre 5 gg. dalla celebrazione, nel Comune in cui il matrimonio è stato celebrato a fini della successiva trascrizione).
L’atto, oltre a dovere essere redatto in lingua italiana e riportare la menzione dell’eseguita lettura, potrà contenere eventuali dichiarazioni degli sposi sul regime di separazione dei beni.
Ai sensi dell’art. 8 nuovo Concordato, il matrimonio ha effetti civili dal momento della celebrazione, anche se l’ufficiale dello stato civile, per qualsiasi ragione, abbia effettuato la trascrizione oltre il termine prescritto. Pertanto gli sposi, sul piano degli effetti civili, risultano legati da rapporto di coniugio dal momento di celebrazione del matrimonio e non dalla data della trascrizione.
La retroattività degli effetti è però limitata agli sposi, in quanto la trascrizione non pregiudica i diritti legittimamente acquistati dai terzi.

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Gli Eventi patologici del Matrimonio. La visione contrastante tra Stato e Chiesa

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Pace
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master in Mediazione Familiare
Anno: 2022
Docente/Relatore: Paolo Fuoco
Istituito da: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 45

FAQ

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