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Oltre la lavagna: insegnare ed apprendere con il linguaggio video

Il mito di Walt Disney

Mai nessuno è riuscito ad accendere di una luce così viva la fantasia di grandi e piccoli. Con le sue favole, i disegni animati, i film, i fumetti, le musiche, è universale e "immortale": il magico Walt Disney, grande protagonista del "sogno americano".
La vita e le opere di Walter Elias Disney sono una pagina d'oro della storia americana del ventesimo secolo. Secondo alcuni Walt era un'artista, secondo altri un artigiano, per qualcuno era un poeta, per qualcun'altro un uomo d'affari come tanti. Ma chi era in realtà? Non lo sapremo mai. Questo però accresce il fascino del mito Walt Disney. Nella formazione culturale del giovane Disney, l’influsso delle comic strips fu determinante, ma altrettanto fondamentale è stato il cinema, con le sue possibilità di trasfigurare in modo fantastico la realtà.

Disney dopo una breve campagna militare in Europa durante la Prima Guerra Mondiale, tornò in patria e nel 1922 fondò la Laugh-O-Gram Film e produsse ben sette film tra cui Little Red Riding Hood, The Four Musicians of Bremen e Cinderella. Nel 1923 produsse il primo episodio di Alice in Cartoonland ma la sua ditta fallisce, così si trasferisce a Hollywood dove riesce a farsi distribuire dalla Winkler Pictures Inc. la serie di Alice. Essa si componeva di una trentina di episodi che vedevano la protagonista alle prese con una realtà disegnata che doveva rappresentare il mondo dei sogni e della fantasia; pare che Disney sia attento a conquistarsi un pubblico, più che di bambini, di genitori: è l’inizio di un cinema per famiglie, che proprio in Disney avrà il suo maggior rappresentante e promotore. Ciò che stupisce è il fatto che il pubblico abbia potuto seguire con favore le avventure di questa bambina alle prese con i suoi sogni e le sue fantasie, rappresentati con disegni in movimento piuttosto dozzinali; forse il pubblico trovava in questi film quello spirito fanciullesco che non era facile trovare nelle altre serie di disegni animati, in genere più aggressivi e violenti.

La serie di Alice a partire dal settimo episodio si presentò in una veste migliore e ciò coincise con la venuta a Hollywood di Ub Iwerks, conosciuto nella compagnia di pubblicità Gray a Kansas City, il quale inventò alcuni personaggi
disneyani di grande successo, come Mickey Mouse. Sarà il coniglio Oswald, le cui sembianze sono simili a quelle di un topo, il primo vero personaggio disneyano che darà vista ad una serie di cortometraggi. Disney affida il successo dei suoi animated cartoons ad un personaggio ben definito, con una psicologia elementare, alle cui avventure il pubblico medio può prender parte con simpatia, ma a differenza degli altri animali del fumetto e del disegno animato, il personaggio di Disney ha un carattere profondamente diverso.
Non è collerico, astuto, cattivo, intrigante e malizioso, ma è il personaggio positivo che in mezzo a fatti e situazioni particolari, sa trovare la via d’uscita con quel buon senso che non dispiace al pubblico.

Anche in questo egli anticipa Mickey Mouse, che proprio sul buon senso e su di un pizzico di saggezza, si basa per risolvere i vari problemi. Disney cercava un personaggio che incontrasse i gusti di un pubblico semplice, il quale potesse in un certo modo identificarsi e considerare le sue avventure come proprie. Da questa esigenza di realismo nasceranno tutte le opere di Disney, dai cortometraggi di Mickey Mouse, di Pluto alle Silly Symphonies, ai documentari sulla natura.
Nel 1928 fondò con il fratello Roy una propria casa di produzione i cui film saranno distribuiti dalla United Artists. Inizia così un nuovo periodo per Disney che nel giro di pochi anni diventerà l’artista dell’animazione più famoso in tutto il mondo. La vera carriera artistica di Walt Disney e il suo successo mondiale cominciarono alla fine degli anni Venti, quando comparve sugli schermi un nuovo personaggio dei disegni animati che si impose al pubblico: Mickey Mouse.

Il pubblico certamente vide in Topolino alcuni aspetti della propria personalità collettiva e decretò al piccolo topo dalle fattezze umane un successo strepitoso. Forse fu proprio la novità introdotta da Disney, cioè la definizione di un personaggio in senso più umano e l’uso del sonoro come arricchimento delle immagini a porre le basi di quell’adesione spontanea del pubblico internazionale a un personaggio di per sé non particolarmente significativo. Con la serie di Mickey Mouse e delle Silly Symphonies, gli Studi Disney entrarono nel loro periodo di maggior fioritura tecnico-artistica.
Negli anni successivi nasceranno altre serie come Donald Duck, Pluto e Goofy, costruite su personaggi che arricchiranno il repertorio disneyano. I temi e i soggetti si identificano sempre più con la società da cui nascono e alla quale si rivolgono. La maggiore strutturazione drammatica delle storie narrate, l’accentuata caratterizzazione psicologica e sociale dei personaggi, l’adesione del pubblico che richiedeva dai suoi eroi una sempre più vasta e varia gamma di prestazioni spettacolari determinarono sostanziali modificazioni nei film di serie. La comicità si fece più raffinata, lo stile della narrazione più articolato. La tendenza all’animazione realistica indirizzerà la produzione di Disney negli anni Trenta e seguenti e troverà la più ampia e tecnicamente perfetta applicazione nei lungometraggi a partire da Biancaneve e i sette nani. È tutto un mondo idilliaco, zuccheroso, fiabesco, fatto apposta per suscitare la compiaciuta ammirazione di un pubblico di gusti facili.

I vari aspetti della personalità di Walt Disney sono ben rappresentati dalle centinaia di cortometraggi realizzati in poco più di un decennio, tra cui quelli di Topolino, di Paperino, di Pluto sono certamente i più gustosi e divertenti. È tutto un mondo con le sue ingenuità, il suo ottimismo, la sua genialità e il suo umorismo a comporre il risvolto fiabesco e dolce, superficiale ed ingenuo ma incredibilmente indicativo di una società e di un popolo. La realizzazione di Biancaneve e i sette nani costituì la conclusione di un
ciclo di ricerche e sperimentazioni durate circa un decennio. Esso sarà il primo lungometraggio a disegni animati che porrà la casa cinematografica di Disney tra le più efficienti e solide industrie di Hollywood.

Il problema di fondo della realizzazione di Biancaneve fu il realismo, infatti tutta la precedente produzione disneyana tendeva alla riproduzione della realtà naturale. Se Topolino, Paperino e gli altri personaggi di Disney erano evidentemente delle caricature e la loro somiglianza con i modelli animali di partenza era puramente fantastica, non di meno essi furono creati tenendo ben presente la loro possibile somiglianza ideale con l’uomo. Lo stesso stile disneyano si ispirava al linguaggio del cinema spettacolare; le invenzioni fantastiche, le libertà che il disegno animato poteva prendersi nei confronti della realtà fenomenica, si basavano sempre su fondamenti realistici. Biancaneve fu ridisegnato ben cinque volte per ottenere quel realismo figurativo che Disney voleva.
La fiaba dei Grimm aveva pochi elementi drammatici e nessuno comicogrottesco, in cui Disney aveva ottenuto i migliori risultati. L’Ufficio soggetti degli Studi Disney dovette colmare questo vuoto elaborando una nuova trama che proprio nei nani avrebbe trovato i suoi punti di forza. L’opera si sviluppava nella rappresentazione della vita quotidiana dei nani trasfigurando il gusto caramelloso delle Silly Symphonies e la comicità delle situazioni tradizionali con l’intuizione originale dello spirito fiabesco della storia: creazione poetica di un racconto per immagini dedicato ai grandi e ai piccini.

Biancaneve apriva un nuovo capitolo di film d’animazione, quello del lungometraggio, ma al tempo stesso chiudeva il periodo più fecondo della produzione di Disney. Dopo Biancaneve lo studio della sua attività si fa meno interessante. Lunghissimo è l’elenco dei film prodotti da Disney e molto lungo è anche quello dei film dal vero, documentari sulla natura e numerose iniziative nel campo dello spettacolo, dalla stampa periodica ai giocattoli infantili a Disneyland.
Se Biancaneve si ispirava ai Grimm, il successivo Pinocchio si rifaceva al romanzo di Collodi, snaturandone lo spirito e i caratteri fiabeschi. Con Cenerentola, dalla fiaba di Perrault, si ritorna al lungometraggio narrativo confezionato secondo le regole collaudate dello spettacolo brillante, fantasioso e tecnicamente elaborato.

Se il cinema di Disney si impose al pubblico perché i personaggi disneyani rappresentavano le aspirazioni di un popolo in un determinato periodo della storia, l’antidivismo dei fratelli Fleischer significò il capovolgimento del cinema disneyano e il sorgere nella società americana di nuovi miti sociali. Questo cambiamento della situazione è testimoniato dal successo riscosso da Popeye the Sailor che divenne ben presto il protagonista di avventure grottesche e violente che erano seguite da un pubblico sempre più numeroso di lettori. Braccio di Ferro è un personaggio dal carattere prima tranquillo poi collerico e violento, reso forte e imbattibile dagli spinaci, totalmente l’opposto di Topolino. Anche lo stile dello spettacolo era rozzo, violento, volgare, antiestetico mentre in Disney vi era grande attenzione per la levigatezza formale, il disegno aggraziato e i colori tenui.

Quando il colore era ampiamente diffuso nel cinema d’animazione e usato pienamente da Walt Disney, i fratelli Fleischer continuano la loro produzione in bianco e nero per impedire al disegno animato di assumere le caratteristiche caramellose e troppo fiabesche dei film di Disney. Negli anni in cui vi è il trionfo di Biancaneve, i fratelli Fleischer iniziano la produzione di un lungometraggio ambizioso I viaggi di Gulliver ma l’impresa risulta mediocre sul piano artistico. L’importanza e il valore dell’opera dei Fleischer sono legati ad un personaggio fondamentalmente nuovo e del tutto antitradizionale del disegno animato di serie: Betty Boop.

Essa fu il primo personaggio dei disegni animati di serie esplicitamente erotico, al centro di uno spettacolo che la presentava come la diva, cantante, ballerina che suscitava i desideri e le brame dei personaggi minori che la circondavano. I film servivano a metterne in luce il carattere provocatorio e conturbante nei suoi differenti aspetti.
Betty Boop è il personaggio antidisneyano per eccellenza, in lei la società americana si specchia nelle sue caratteristiche e nei suoi aspetti più vulnerabili.
Con questo personaggio il cinema dei fratelli Fleischer raggiunge il punto più alto della contestazione al sistema. Walt Disney, l’Uomo dei Sogni, resterà sempre colui che con i suoi capolavori animati ha fatto crescere e sognare intere generazioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Lavorante
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Giuseppe De Simone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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