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La stigmatizzazione delle malattie mentali nella moderna società

Il Modello Cognitivo del Panico di Clark

Il Modello Cognitivo del Panico di Clark65 (1986, 1988) è una teoria che spiega come gli attacchi di panico si sviluppino e si mantengano attraverso diversi fattori cognitivi. Questo modello suggerisce che gli attacchi di panico si verificano quando le persone percepiscono alcune sensazioni corporee e mentali legate all'arousal anatomico come estremamente pericolose e catastrofiche.

Stimolo Scatenante: gli attacchi di panico possono essere innescati da uno stimolo scatenante, che può essere sia interno (come sensazioni fisiche o mentali) che esterno (come una situazione o un luogo).
▪ Percezione di una Minaccia Incombente: Una volta che lo stimolo scatenante è presente, la persona inizia a percepire una minaccia incombente. Questa minaccia può essere interpretata in modo catastrofico, ad esempio, pensando che si stia per morire, impazzire o perdere il controllo.
▪ Sensazioni Somatiche e Mentali: Le sensazioni fisiche e mentali legate all'arousal anatomico diventano oggetto di preoccupazione e paura. Ad esempio, una persona potrebbe percepire un aumento dei battiti cardiaci come segno di un infarto imminente.
▪ Circolo Vizioso: La persona, convinta di essere in pericolo, inizia ad allarmarsi ulteriormente, il che può portare all'accentuazione delle sensazioni temute. Questo crea un circolo vizioso che culmina nell'esplosione dell'attacco di panico.

Il modello suggerisce che le persone predisposte al disturbo di panico abbiano un'elevata "anxiety sensitivity" (sensibilità all'ansia), il che significa che sono inclini a interpretare in modo catastrofico le sensazioni corporee legate all'ansia. In altre parole, maggiore è la sensibilità all'ansia, maggiore è la probabilità di interpretare in modo catastrofico le sensazioni legate all'attivazione e, di conseguenza, maggiore è la probabilità di sviluppare un attacco di panico.
Questo modello aiuta a spiegare sia gli attacchi di panico in risposta a stimoli specifici sia gli attacchi di panico inattesi, in cui gli attacchi sembrano presentarsi spontaneamente a causa delle sensazioni innescanti che si verificano improvvisamente.
Quando un soggetto predisposto all'ansia e al panico va incontro ad una serie di eventi distinti, con la consapevolezza di poter dimostrare caratteristiche collegate a disturbi differenti come: ansia, paranoia, depressione, iperattività, sintomi somatici, angoscia. L'individuo tende a reprimere eventuali emozioni che scatenano tale condizione, per evitare un eventuale manifestazione dei sintomi devianti, in un contesto in cui potrebbero giudicarlo. Il soggetto riesce a reprimere la sua psiche, reprime le pulsioni di paura, ma non riesce a reprimere i fattori che scatenano tale processo. Inizia l'accumulo forzato della pressione psichica e pian piano tutto il materiale inconscio, traumi e paure, riempiono il proprio mondo interno. Dal momento in cui il soggetto tende a ripristinare il controllo della propria psiche ormai traboccante di pulsioni e tremori, l'individuo rimane in un equilibrio delicato e instabile, ma che comunque porta ad una lieve seppur breve forma di benessere. Nel momento in cui tutte queste energie di sublimazione usate per mantenere l'omeostasi della psiche, iniziano a scarseggiare, il corpo inizia lentamente ad inviare segnali di cedimento. La psiche ormai condotta liberamente dalle pulsioni represse, dà libero sfogo all'inconscio, e all'associazione distorta di ogni piccolo evento come tragico e incontrollabile per quanto sia insignificante e piccolo. Non avendo più energia necessaria per controllare le associazioni libere della psiche, l'unico modo che il corpo ha per contrastare o mettere in allerta la psiche è attraverso i sintomi somatici. Più energia viene utilizzata per reprimere eventi traumatici, più il corpo ne risente e si avvia al declino somatico. Il corpo non riesce a controllare la mente e produce squilibri somatici per avvertirci che il declino è iniziato.
Si avvia la fase del culmine del disturbo ansioso, dove il soggetto ha perso ogni barriera emotiva. Il corpo è debole e la mente riesce solo a concepire panico, frustrazione, angoscia e depressione. Non è più in grado di reprimere, come l'esplosione di una supernova: rimane solo un nucleo inerte di materia totalmente densa in cui ogni cosa che entra non riesce più ad uscire. Gli eventi continueranno ad entrare e a disturbare l'equilibrio e la percezione delle cose e del tempo, non più capace di farle uscire sotto forma di impulso.
Si potrebbe denominare fase limbo, dove il pendolo della vita non ha più forza di oscillare e rimane fermo e statico sulla lancetta della noia e della disperazione esistenzialista della vita.





[65] David M. Clark è un'autorità riconosciuta nel campo della psicologia clinica e ha contribuito in modo significativo alla comprensione e al trattamento dei disturbi d'ansia, compreso il disturbo di panico. La sua ricerca e il suo lavoro clinico hanno avuto un impatto positivo sulla vita di molte persone affette da questi disturbi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La stigmatizzazione delle malattie mentali nella moderna società

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Informazioni tesi

  Autore: Nunzia Diana
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Flavia Sorbara
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 220

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Parole chiave

psicologia sociale
società
disturbo mentale
discriminazione e pregiudizio
le istituzioni psichiatriche
cinematografia e psicologia
stigmatizzazione del disturbo mentale
l'evoluzione dell'uomo
il sè, l'identità e la società

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