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FRANÇOIS JULLIEN: la strategia in Oriente e in Occidente

Il modello in Grecia: tra Platone e Aristotele

Nella Repubblica di Platone il demiurgo, lavora per creare il mondo volgendo lo sguardo sull’esemplare divino, su “quello che è nello stesso modo”, avendo quindi tale esemplare come modello può riprodurlo nella realtà: “Guardando e contemplando realtà che sono sempre ben ordinate e sempre nello stesso modo, realtà che reciprocamente non si fanno né patiscono ingiustizia, ma sono sempre in ordine e disposte secondo un rapporto, quest’uomo imita tali cose e si fa simile ad esse, quanto più è possibile”.Questo ideale, questo modello, proviene da fuori, da un piano esterno alla realtà e si imprime in essa forzandola, “lassù” sono le forme perfette che solo una mente contemplativa può comprendere. Lo stesso troviamo nel famoso discorso nel Timeo circa la creazione del cosmo intero: “In primo luogo bisogna distinguere le cose che seguono. Che cos’è ciò che è sempre e non ha generazione? E che cos’è ciò che si genera perennemente e non è mai essere? Il primo è ciò che è concepibile con l’intelligenza mediante il ragionamento, perché è sempre nelle medesime condizioni. Il secondo, al contrario, è ciò che è opinabile mediante la percezione sensoriale irrazionale, perché si genera e perisce, e non è mai pienamente essere … E questo si deve indagare dell’universo: guardando a quale degli esemplari chi ha fabbricato l’universo lo abbia realizzato, se all’esemplare che è sempre nello stesso modo e identico o a quello che è generato. Ma se questo mondo è bello, e l’Artefice è buono, è evidente che Egli ha guardato all’esemplare eterno; e se, invece, l’Artefice non è tale, ciò che non è neppure permesso a qualcuno di dire, ha guardato all’esemplare generato. Ma è evidente a tutti che Egli guardò all’esemplare eterno: infatti l’universo è la più bella delle cose che sono state generate, e l’ Artefice è la migliore delle cause. Se, pertanto, l’Universo è stato generato così, fu realizzato dall’Artefice guardando a ciò che si comprende con la ragione e con l’intelligenza e che è sempre allo stesso modo”. Si creano dunque due piani: quello del sensibile e quello dell’intellegibile, quest’ultimo, il mondo delle idee, è il modello della realtà. Le Idee, quindi, sono il termine della definizione universale, rappresentano le “essenze” degli oggetti che conosciamo, tali essenze però, esistono indipendentemente dal fatto che vengano pensate o meno. Platone insiste sul fatto che sono entità che hanno un’esistenza reale e indipendente tanto dal soggetto che le pensa, quanto dall’oggetto del quale sono l’ essenza, dotandole, così, di un carattere trascendente. Le idee sono uniche, eterne e immutabili, non possono essere oggetto della conoscenza sensibile, ma possono essere “conosciute” solo attraverso la ragione, non sono entità materiali. Inoltre, le Idee rappresentano il modello o l’archetipo della cose sensibili; la realtà sensibile è infatti il risultato della loro copia o imitazione. Platone, quando si troverà a dover spiegare la relazione che sussiste tra l’essere immutabile e la realtà sottomessa al cambiamento, (ossia tra le Idee e le cose), individuerà questa relazione nell’imitazione o nella partecipazione: le cose imitano, o partecipano, le Idee. Una delle prime conseguenze, che deriva da questa presentazione tradizionale della teoria delle Idee, è la separazione tra il mondo intellegibile e la realtà sensibile che porta la filosofia platonica verso un forte dualismo, fonte di molti problemi interpretativi, che Aristotele segnalerà come uno degli ostacoli fondamentali di questa teoria. Aristotele prenderà le distanze da questa concezione della realtà come pura copia, sostenendo che il principio di tutte le cose non risiede nelle idee trascendenti ma nelle loro "forme" immanenti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

FRANÇOIS JULLIEN: la strategia in Oriente e in Occidente

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Informazioni tesi

  Autore: Cristiana Fiorini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Piero Pagnotta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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