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Geografia ed educazione socio-ambientale. Riflessioni sulle aree verdi della città di Teramo: il parco fluviale e l’anello ciclo pedonale della città

Il parco fluviale e l’anello ciclopedonale della città di Teramo

Come già precisato in più parti del presente capitolo, la città di Teramo è stata, e credo lo sarà per sempre, indissolubilmente legata al rapporto con i due fiumi che quasi la circondano.
Se in epoche lontane i due fiumi hanno rappresentato elemento di difesa naturale da attacchi indesiderati di altre popolazioni e contestualmente risorsa idrica per l’intera città, oggi in epoca moderna, gli stessi sono da considerare uno scrigno prezioso ove alberga un ecosistema complesso generato dalla coesistenza di un sistema idrico articolato tra acque superficiali e sotterranee, vegetazione, flora, fauna e clima, quindi meritevole di ogni attenzione e salvaguardia.
È partendo probabilmente da queste considerazioni che dagli anni ‘90 a seguire, le Amministrazioni che si sono succedute hanno sempre inteso, preservandone l’integrità con mirati interventi di sistemazione, utilizzare questo patrimonio, renderlo fruibile e metterlo in diretta connessione con la città.
Oggi, con l’ultimazione di tutti gli interventi, la città di Teramo dispone di un percorso ciclopedonale che potremmo tranquillamente definire “Anello Verde”.
Questo anello che si caratterizza per diversità climatiche, botaniche, faunistiche ed ittiche in ragione delle aree attraversate, si estende per circa 10 Km e comprende il tratto corrente alternativamente sulle sponde destrae sinistra del fiume Tordino, il tratto che si snoda lungo le sponde del fiume Vezzola ed il tratto urbano di collegamento tra le due aste.
Quest’ultimo, con inizio dal fiume Vezzola, in prossimità del ponte medievale denominato Stucche o degli Stucchi, risale verso v.le Bovio, attraversa l’area denominata Boschetto, raggiunge via Barnabei quindi scende a ricollegarsi con il lungofiume Tordino e prosegue verso ovest fino a raggiungere l’area archeologica della Cona – Necropoli di Ponte Messato.
Nel corso degli anni è stato attrezzato e sistemato con opere di ingegneria naturalistica e arredo urbano per potervi praticare giochi, sport e passeggiate.
Oggi possiamo senz’altro sostenere che il parco è divenuto il punto di riferimento per tutti i cittadini che, riappropriandosi del rapporto con l’ambiente naturale a ridosso della città, lo utilizzano come vera e propria infrastruttura verde.
In particolare, soprattutto a ridosso del centro storico, l’utilizzo prevalente non attiene solamente allo svago o allo sport, ma rappresenta anche un percorso alternativo e preferibile per raggiungere a piedi e con maggiore facilità diverse zone della città.
Questo utilizzo, soprattutto nelle giornate non particolarmente fredde, consente di associare il moto agli impegni di qualsivoglia natura, percorrendo aree salubri piuttosto che arterie stradali sovraffollate.
Da questo punto di vista, il parco, ricco di accessi urbani variamente dislocati lungo il percorso, consente una fruibilità quasi immediata.
Come innanzi accennato, il parco in tutta la sua estensione, offre una enorme varietà di scenari, che vanno dall’ambito naturale a quello più prettamente urbano con suggestive interferenze tra le due realtà.
Negli ultimi anni, tanto l’asta del Tordino quanto l’asta del Vezzola sono stati dotati di aree attrezzate e sistemate, che rendono piacevole la sosta sia per chi vi passeggia e sia per chi intende fare sport.
In questo contesto, anche l’osservatore più esigente trova la propria soddisfazione potendo ammirare, valutare e studiare l’ambiente naturale in tutti i suoi risvolti.
La vegetazione ripariale contiene una notevole ricchezza di specie grazie ai differenti ambienti che si sviluppano nel corso del fiume; per questo non va considerata come una fascia adiacente il corso d’acqua, ma come parte integrante dell’ecosistema fluviale, in quanto garantisce un contributo diretto al suo funzionamento.
Dal letto del fiume alla sentieristica, si succedono specie vegetali idrofite (piante acquatiche), elofite, tra cui la forte presenza di canneti, fino alle macchie arbustive e alle zone fittamente popolate da alberi (prevalenza di pioppo, robinia, ligustro, roverella, prugnolo selvatico, rovi, etc…). La vegetazione ripariale contribuisce, nel complesso, al consolidamento delle sponde, al rallentamento della velocità delle acque fluviali, fornisce l’habitat alla fauna, costituisce, di per sé, un corridoio ecologico di collegamento che consente i movimenti e le migrazioni animali, ma soprattutto il superamento delle interferenze antropiche presenti nel parco (ponti pedonali, viadotti, aree pavimentate, etc…).

Più specificatamente troviamo quanto di seguito dettagliato:

- Aspetto botanico
Lungo le sponde dei entrambi i fiumi troviamo una vegetazione di genere ripariale ovvero spondale e alveale.
Tra la vegetazione spondale si evidenziano lembi di querceti con orniello, acero campestre, carpino nero e robinia. In altri lembi troviamo il salice bianco, pioppo nero e bianco. Altresì troviamo in zone alternate piante di acero campestre, olmo campestre e roverella.
Nel sottobosco compaiono in ragione delle stagioni, piante di ligustro, asparago, citisio, biancospino, sanguinella etc.

- Aspetto faunistico
All’interno dell’ecosistema, la componente faunistica è determinata generalmente dalla complessità e diversificazione della componente vegetazionale. A miglior chiarimento, è utile ricordare che un bosco offre un maggior numero di nicchie ecologiche rispetto ad un campo di grano. Nel bosco, infatti, troviamo specie che vivono prevalentemente nella fascia delle chiome, altre legate al tronco, altre ancora che vivono nell’immediata vicinanza al terreno. Un campo di grano al contrario, risulterà abitato dalle poche specie tipiche della “steppa cerealicola”. Il fiume e la sua vegetazione spondale rappresenta un vero corridoio biologico. Per gli uccelli ad esempio, tutta l’area assume l’importante funzione di sito di riposo e di alimentazione durante la migrazione. Tra le numerose specie, anche rare si possono osservare la cicogna bianca, la cicogna nera, il falco pescatore ed alcuni individui di airone cinerino che ivi svernano regolarmente.
Per quanto concerne il campo ittico, è doveroso specificare che entrambi i fiumi Tordino e Vezzola per ragioni diverse (attraversamento condotte, sistemazioni aree di scorrimento etc) vedono la presenza di briglie ed altri manufatti che impediscono o rendono difficoltosa la naturale migrazione verso monte di alcune specie di pesci per fini riproduttivi.
Tuttavia, nonostante le difficoltà illustrate, è possibile intercettare lungo l’alveo o i ristagni d’acqua anguille, Arborelle, carpe, cavedani, pesce gatto e persico.
Tra gli anfibi troviamo il tritone, il rospo, la raganella, la rana dei fossi e l’ulone ventre giallo. Tra i rettili invece troviamo il geco, il ramarro, la lucertola, l’orbettino, la luscengola, la natrice e la vipera comune.
Tra i volatili, oltre alle specie sopra citate in quanto rare (cicogna, falco e airone) troviamo comunemente lo sparviero, la poiana, il gheppio, la quaglia, il fagiano, la gallinella d’acqua, il piccione, la tortora, il cuculo, il barbagianni, l’assiolo, la civetta, il rondone, il martin pescatore, il picchio rosso e verde oltre ovviamente a tutte le altre specie tipiche della zona (allodole, rondini, pettirosso usignolo, cinciarelle, ghiandaie storno, passeri etc).
Tra i mammiferi che abitano il parco, possiamo trovare anche con facile frequenza, il riccio, la talpa, il toporagno, il ghiro, il ratto nero, il topolino delle case, la volpe, la donnola, la puzzola, la faina, il tasso. Da qualche anno a questa parte non è difficile poter incontrare anche specie un tempo insperate quali appunto il cinghiale, il daino, l’istrice ed anche il lupo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Di Giandomenico
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Lina Calandra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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