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Le politiche attive tra Stato e regioni. Analisi dei bilanci previsionali regionali 2018 e 2019

Il piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro

Negli ultimi anni, i processi di riforma del mercato del lavoro hanno posto con urgenza il tema del potenziamento dei servizi per l'impiego. In particolare, la riforma contenuta negli otto decreti attuativi del Jobs Act ne ha mutato significativamente l'assetto complessivo, valorizzando la funzione dei centri per l'impiego e attribuendo loro un ruolo di pilastro nella gestione delle politiche attive. I centri per l'impiego, dunque, sono oggi chiamati ad una prova di efficienza: devono essere in grado di stipulare patti di servizio personalizzati tramite una preventiva profilazione qualitativa dell'utenza e erogare prestazioni standard sul territorio nazionale. Tuttavia, il corretto assolvimento di tali compiti si scontra, da un lato, con la carenza di personale, di attrezzature e di competenze e, dall'altro, con la numerosità dell'utenza e la sua composizione estremamente eterogenea.

D'altro canto, l'affidamento alle regioni e province autonome della gestione dei centri per l'impiego ha dato luogo ad un sistema di forte caratterizzazione regionale, segnato da profonde differenze strutturali e di standard delle prestazioni. Il quadro complessivo, in definitiva, risulta desolante e la marginalità dei nostri centri per l'impiego nel ricollocamento dei lavoratori in cerca di occupazione rappresenta, purtroppo, un dato di comune esperienza. Un dato, però, che non può stupire, se si tiene conto degli investimenti che negli ultimi anni sono stati dedicati allo sviluppo di questo tipo di servizi: in Italia la spesa pubblica destinata a finanziare i servizi per il mercato del lavoro, nel 2015, ha rappresentato appena lo 0,04% del PIL, rispetto allo 0,36% della Germania e lo 0,25% della Francia. Eppure, malgrado l'annoso dibattito sulla necessità di un potenziamento dei centri per l'impiego, gli investimenti pubblici in favore del consolidamento del numero degli operatori e il rafforzamento delle loro competenze hanno tardato ad imporsi tra le priorità dei governi che si sono succeduti.

Nel corso dell'attuale legislatura si è registrata, invece, una decisa inversione di tendenza e, abbandonato il ricorrente metodo di riforma “a finanza invariata”, sono state stanziate importanti risorse finanziarie a supporto dei servizi pubblici per l'impiego. Il loro rilancio, infatti, viene configurato dallo stesso legislatore come condizione per il funzionamento del cosiddetto reddito di cittadinanza, una delle misure centrali nella strategia di governo. Si tratta, a ben vedere, di una forma di reddito minimo garantito, considerando che la sua erogazione è subordinata a specifiche condizioni soggettive – in particolare, la situazione di indigenza – , con l'obiettivo di rispondere alle esigenze di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale. D'altra parte, il reddito di cittadinanza pretende di essere, ibridamente, anche una misura di politica attiva, finalizzata alla crescita dell'occupazione per mezzo di un più agevole incontro tra domanda e offerta di lavoro.

In ogni caso, al di là delle dichiarazioni di intenti, il piano di potenziamento dei centri dell'impiego si è concretizzato nell'impegno assunto con la legge di bilancio 2019, la quale ha destinato a tale scopo un importo fino a un miliardo di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020. In particolare, per il 2019, la manovra di bilancio ha destinato fino a dieci milioni di euro per il contributo per il funzionamento dell'ANPAL Servizi S.p.a. e, per quanto riguarda il consolidamento della dotazione organica, ha autorizzato le regioni ad assumere fino a quattromila unità di personale da destinare ai centri per l'impiego.

Più nel dettaglio, agli oneri derivanti dal predetto reclutamento – pari a centoventi milioni di euro per l'anno 2019 e a centosessanta milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2020 – , si provvede a valere sulle risorse destinate dal primo periodo al potenziamento dei centri per l'impiego e, a decorrere dall'anno 2021, mediante corrispondente riduzione del fondo per il reddito di cittadinanza. [...]

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Le politiche attive tra Stato e regioni. Analisi dei bilanci previsionali regionali 2018 e 2019

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Assunta Lonetti
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master di II Livello in Diritto del Lavoro e della Previdenza Sociale
Anno: 2018
Docente/Relatore: Antonio Foccillo
Istituito da: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 67

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Parole chiave

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politiche attive del lavoro
politiche del lavoro
bilancio di previsione
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servizi per il lavoro
jobs act
investimenti regionali
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