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La radio negli anni sessanta: il fenomeno musicale e giovanile di ''Bandiera Gialla''

Il programma radiofonico ''Bandiera Gialla''

Ideato, realizzato e condotto da Gianni Boncompagni, con la collaborazione di Renzo Arbore, il programma radiofonico Bandiera Gialla comincia le sue trasmissioni il 16 ottobre 1965, sul Secondo Programma, dagli studi di via Asiago a Roma. In onda tutti i sabati pomeriggio dalle 17.40 alle 18.30, da subito riscuote un grande successo che la rende una delle trasmissioni radiofoniche musicali più all’avanguardia nell’Italia degli anni sessanta. Un successo che si protrae fino al 9 maggio 1970, giorno in cui viene trasmessa l’ultima puntata. Il nome della trasmissione nasce da un’idea del dirigente radio Luciano Rispoli, il quale pensa di far precedere la messa in onda del programma da un avviso, per evitare di recare disturbo agli altri ascoltatori, e identificare lo stesso con il segnale utilizzato sulle navi in una situazione di epidemia a bordo: la bandiera gialla. Attraverso quest’analogia, si accosta il diffondersi di nuovi generi musicali a una «malattia» di cui, in questo caso, sono i giovani ad essere i «contagiati» e a fare di questa epidemia un vero e proprio fenomeno sociale di costume.

Sono le 17,40 del sabato pomeriggio. L’annunciatore ha appena finito di elencare le estrazioni del lotto. Improvvisamente ecco un sibilo di sirena lacerante, come se fosse scoppiato un incendio, seguito da una voce alta e concitata che ammonisce:
«Questa trasmissione è rigorosamente vietata ai maggiori degli anni diciotto. Chi, nonostante questo avvertimento, volesse ascoltarla, lo farà a proprio rischio e pericolo». Poi la sigla: il grido di un cantante «beat», Rocky Roberts, con l’ormai classico scandire ossessivo della batteria e dei chitarroni. È in onda Bandiera Gialla. I giovani, da un capo all’altro della penisola, sono in ascolto: un ascolto da cospirazione, perché Bandiera Gialla è come una setta, rumorosamente decisa a far valere, anzi, prevalere i propri gusti in fatto di musica leggera.


Bandiera Gialla nasce come programma dedicato esclusivamente alla categoria dei giovanissimi. Posizionata nella fascia pomeridiana, la trasmissione è rivolta ai giovani ascoltatori non ancora maggiorenni, come evidenzia la dichiarazione d’intenti ripetuta da Boncompagni all’inizio della trasmissione: «A tutti i maggiori di anni diciotto, a tutti i maggiori di anni diciotto, questo programma è rigorosamente riservato ai giovanissimi. Ripeto: ai giovanissimi. Chi volesse, nonostante il nostro avviso, rimanere in ascolto, lo farà a proprio rischio e pericolo, grazie». Infatti, sono appunto i giovani ad essere i protagonisti della trasmissione: ospiti nello studio radiofonico, ricoprono il ruolo decisionale, e decisivo, nella gara delle canzoni presentate durante il programma. Dato il crescente numero di richieste di partecipazione in studio, inizialmente in onda dal piccolo Studio M, con una capienza di trenta persone, Bandiera Gialla si è poi trasferita nello Studio A, ospitante fino a duecento ragazzi, e negli ultimi due anni nell’Auditorium del Foro Italico, con duemila scatenati in sala. Diversi ragazzi diventano, addirittura, spettatori abituali del programma; tra questi ci sono alcuni nomi che, anni dopo, si distingueranno nel mondo dello spettacolo, come Loredana Bertè, Renato Zero e Giancarlo Magalli. Pur essendo un programma radiofonico, i giovani in studio, tutt’altro che spettatori passivi, si presentano vestiti secondo la moda che sarà chiamata «beat», e partecipano all’animazione della trasmissione cantando e ballando.

A dire il vero mancava alla radio un programma dedicato ai gusti dei ragazzi d’oggi. Bandiera Gialla è un programma polemico, se vogliamo, che esclude categoricamente la musica e le canzoni tradizionali, promuovendo un genere musicale che di per sé è polemico, adatto ai giovani di oggi […] è un programma che informandoli sui gusti dei loro coetanei delle altre nazioni li ha in un certo senso allineati ai paesi più avanzati in materia. Ora sanno che il disco che ascoltano oggi è lo stesso che una «teen-ager» di New York o di Londra ascolta nello stesso momento e questo non li fa sentire indietro almeno per quello che riguarda i dischi. […] Con la trasmissione e con i dischi che sosteniamo abbiamo idealmente unito tutti i ragazzi che ci ascoltano e ogni sabato alle 17,40 sanno che sono tutti lì, puntualissimi e attenti, davanti agli apparecchi radio. E si divertono. Anche perché sanno che è un programma fatto apposta per loro e che non saranno delusi.

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La radio negli anni sessanta: il fenomeno musicale e giovanile di ''Bandiera Gialla''

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Informazioni tesi

  Autore: Celeste Donghi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Silvia Salvatici
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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