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La responsabilità penale degli sport violenti

Il rispetto delle regole di gioco e l’accettazione del rischio

Per prima cosa deve essere verificato che sia stato rispettato il regolamento, fatto a cui è strettamente legata l’accettazione del rischio che deriva dalla pratica di un’attività sportiva. Un giocatore di calcio sarà perfettamente conscio del regolamento dello sport che pratica e saprà certamente quali sono le possibili lesioni che gli possono essere cagionate a seguito di uno scontro durante una partita. Allo stesso modo un karateka sa perfettamente quali sono le regole che deve rispettare per poter praticare il karate e, proprio per la sua volontà di praticare detta attività, sarà necessariamente consapevole di quali possono essere le conseguenze di un calcio, citando la regola precedentemente riportata, che va a colpire il volto dell’avversario.

A riguardo riporto la prima parte della massima della sentenza 8910 del 2 Giugno 2000 emanata dalla V sezione della Cassazione Penale: “L'esercizio di attività sportiva costituisce, rispetto ai fatti lesivi alla persona rientranti nel c.d. "rischio consentito”, causa di giustificazione non codificata, la cui ragion d'essere è riconducibile al positivo valore che la coscienza sociale attribuisce alla pratica dello sport ed alla conseguente assenza di antigiuridicità (per mancanza del danno sociale) nella commissione del fatto. Non vi è superamento del rischio consentito quando vengano osservate le regole del gioco …”.
Vediamo, dunque, come le norme previste dalle varie federazioni per i rispettivi sport ricoprano un ruolo fondamentale nell’iniziare a fare una prima cernita dei fatti che possono interessare o meno la giustizia ordinaria. Saranno perciò sottratti alle pretese punitive dell’ordinamento tutte quelle lesioni che rientrano nel regolare svolgimento della competizione . Questo varrà anche per gli sport a violenza necessaria, ergo, esemplificando, l’atleta che rispettando le norme rompe il setto nasale al suo avversario con un pugno non verrà chiamato a presentarsi davanti al tribunale per essere giudicato.

Il discorso cambia sensibilmente però quando le regole sportive non vengono osservate; ci troviamo dinanzi al così detto “fallo”.
Immaginiamo un giocatore di hockey, sport violento, che in occasione di una partita colpisca o atterri irregolarmente un suo avversario causando a quest’ultimo delle lesioni. Deve immediatamente essere fatta una distinzione in relazione alla possibilità di ricondurre o meno l’azione all’interno degli avvenimenti funzionali allo sport.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La responsabilità penale degli sport violenti

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Informazioni tesi

  Autore: Nicholas Bassino
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Patrizia Caputo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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