Il ruolo del preparatore atletico nella riatletizzazione del calciatore dopo lesione del legamento crociato anteriore

La figura del preparatore atletico negli ultimi anni ha avuto un'importanza sempre maggiore nell'ambito del gioco del calcio.

Si è passati da un ruolo di secondo piano (semplice collaboratore) ad una figura professionale apprezzata e stimata con una conseguente integrazione più importante anche nella programmazione della seduta di allenamento.
La conoscenza del corpo umano è la caratteristica principale che ogni buon preparatore atletico deve possedere, soprattutto in fase di riabilitazione da uno specifico infortunio.

Quando si parla di riabilitazione si parla di un processo di recupero di durata abbastanza lunga in cui vi è l'intervento e la collaborazione di molte figure professionali: il medico, il fisioterapista, il riabilitatore, il preparatore atletico da campo, l'allenatore e il giocatore stesso.

Oltre al miglioramento fisico un altro aspetto da non sottovalutare è quello psicologico, infatti in una situazione complicata come l'infortunio del LCA non tutti gli atleti reagiscono allo stesso modo. Un determinato atleta può considerare un infortunio come un evento catastrofico, un altro come un'opportunità per dimostrare la sua forza di volontà e il suo coraggio oppure utilizzarlo come espediente per evitare brutte figure.

Il preparatore atletico in particolare deve possedere un'elevata conoscenza dello stato psico-fisico del calciatore, deve conoscere la natura dell'infortunio, il suo meccanismo di lesione, la funzione delle strutture danneggiate e gli strumenti a disposizione al fine di programmare un'ottima fase di recupero motorio con conseguente ritorno alla performance.