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Il culto di Castor a Roma in età arcaica

Il tempio di Castor nel Foro

La sostanziale veridicità delle fonti, relativamente all'epoca della costruzione del tempio nel Foro dedicato nel 484 a.C. dal figlio del dictator A. Postumius, è stata confermata dalle campagne di scavo condotte dall'Istituto Danese, Scandinavo, Norvegese e Italiano negli anni Ottanta, che hanno permesso di ricostruire una prima fase edilizia templare ascrivibile all'ʹinizio del V secolo a.C.
La destinazione di questo spazio urbano adunuso pubblico e religioso - che si sovrappose probabilmente ad una precedente destinazione privata - fu accompagnata da una vasta opera di sistemazione che comportò un rialzamento del terreno per un'altezza complessiva di circa m. 1,5.

Il santuario edificato in questo periodo aveva dimensioni grandiose (lato corto m. 27,5; lato lungo, esclusa la scalinata di accesso, circa m. 37; compresa la scalinata di accesso, circa m. 40) e si sviluppava su di un'ʹarea di poco inferiore a quella occupata dal tempio nei successivi rimaneggiamenti.

Si ergeva su di un alto podio in blocchi di cappellaccio (h. circa m. 3,60) ed era del tipo con tre celle, simile ai templi etruschi coevi.
Le tre celle occupavano circa la metà della lunghezza dell'ʹedificio; la restante parte era destinata al pronao, costituito da tre file di quattro colonne; quattro colonne si ergevano sul fronte nel lato di accesso. Il tetto era realizzato in legno, con copertura di tegole; la trabeazione, nei punti più esposti, era protetta da terracotte architettoniche.

Dalla stipe attigua provengono alcuni frammenti di terracotta databili, sulla base di un esame stilistico, agli inizi del V secolo a.C. e dunque riferibili alla decorazione architettonica di questo tempio arcaico: l'ʹesemplare più pregevole è costituito da un'ʹantefissa policroma in rilievo raffigurante una testa femminile, probabilmente di menade. Degno di nota anche un frammento di antefissa in altorilievo, che andrebbe attribuita alla parte finale delle tegole, con zoccolo (a sin.) e piede scalzo femminile (a dx.), che rappresenta con ogni probabilità uncorteo di satiri e menadi. Di grande interesse è ancora il frammento raffigurante un cavallo di profilo con bulle (decorative?) senza cavalcatura, di cui rimane la parte inferiore del collo e la parte anteriore del dorso con la zampa sinistra.

Facendo riferimento a questi dati, si può ritenere nella sostanza attendibile il senso complessivo «dell'informazione nota dalle fonti letterarie: agli inizi del V secolo fu costruito il tempio dei Castori legato alla vittoria sui Latini».
È probabile che la costruzione del tempio di Castor sia una coda di quella intensa fase di edilizia monumentale che accompagna l'ultimo periodo della dinastia etrusca in Roma, e che culmina con la costruzione del tempio della triade capitolina Iuppiter, Iuno e Minerva e si prolunga nei primi anni della repubblica, con la costruzione ad es. dell’aedes Saturni e nel 495 a.C. con la dedica del tempio a Mercurius.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il culto di Castor a Roma in età arcaica

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuela Cittadini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Antropologia, culture e religioni
  Relatore: Claudia Santi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

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Parole chiave

religione
culto
roma antica
castor

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