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La pena e la sua applicazione nella lotta al terrorismo

Il Terrorista. Analisi del profilo criminale

Volgendo al termine del capitolo, si proverà a tracciare il profilo criminale dei protagonisti della vicenda.
Quanto appreso nelle righe precedenti rispetto alle azioni salienti commesse durante gli “Anni di Piombo” ha certamente favorito l’analisi, dal punto di vista sociologico, dei singoli protagonisti.
E’ però doveroso precisare come, al netto delle ovvie differenze caratteriali, vi siano dei tratti che accomunano gli appartenenti alle varie organizzazioni eversive, come ad esempio la forte componente ideologica - sulla quale ogni compagine fonda la propria ragion d’essere - e la volontà di sconfiggere lo Stato attraverso la lotta armata.
Possiamo quindi inquadrare il terrorista secondo la definizione stilata dal Dizionario Sabatini Coletti:
Chi fa parte di un gruppo che adotta la violenza come metodo di lotta politica28.

Tale indicazione, seppur basilare, conferma la tesi secondo cui i Terroristi hanno scelto di attirare l’attenzione mediante atti di violenza, tanto efferati quanto indiscriminati.
Negli anni, i gruppi criminali hanno effettivamente “perso la bussola” rispetto agli obiettivi primordiali, lasciandosi trascinare dal vortice di terrore da loro stessi creato.
In principio, infatti, il fine era quello di alimentare la “Strategia della Tensione” sino a rovesciare l’ordine costituito e solo ultimamente i vari gruppi decisero di cambiare pelle, colpendo il nemico – lo Stato – sempre più da vicino, volendo incutere in esso un costante senso di pericolo.
Come abbiamo visto – e ciò vale tanto per i neo fascisti quanto per i comunisti – le azioni hanno assunto connotati tali da non far percepire i vari gruppi come persecutori di una causa giusta, ma come dei normalissimi criminali, inquadrati (in maniera più o meno definita) in strutture stabili, che avevano il fine di commettere delitti per autofinanziarsi (Vds il rapimento da parte delle BR dell’industriale Vittorio Vallarino Gancia nel 1975).
Dovendo tirare le somme, quindi, possiamo partire dall’assunto che il Terrorista pone le sua basi in un’ideologia politica e sociale spinta all’eccesso. Estrema.
Tale atteggiamento, valutato di concerto con il contesto sociale nel quale gli stessi movimento sono nati, non ha fatto altro che aumentare nei militanti una certa propensione alla violenza, che ben presto si è tradotta nei celebri attentati dinamitardi, nei sequestri (lampo o di lunga durata), nelle minacce palesate a mezzo comunicati, nelle rivendicazioni di atti di orrore e nella coscienza di “de-umanizzare” la società, utilizzandola come semplice strumento di ricatto per ottenere la resa del nemico.
Il punto sul quale è d’obbligo soffermarsi, non è rappresentato dall’uso della violenza in sé, ma nella consapevolezza di compiere stragi giustificate dal fine politico.



28 https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/T/terrorista.shtml

Questo brano è tratto dalla tesi:

La pena e la sua applicazione nella lotta al terrorismo

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Di Salvatore
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2022-23
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Laura Vorraro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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Parole chiave

terrorismo
pena
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