L'impatto della COVID-19 sull'economia, osservando l'azienda TEC Eurolab SRL

A causa dell'entità della pandemia, il governo italiano è subito intervenuto per proteggere la salute dei cittadini. Hanno implementato diverse linee guida rigorose per cercare di evitare il collasso del sistema sanitario e il propagarsi del contagio. Tra le misure adottate vengono ricordate la chiusura di intere filiere produttive, limitazioni di mobilità per i cittadini sia locale che internazionale, la chiusura delle scuole e delle università con il ricorso alla DAD (Didattica A Distanza) e il passaggio allo smart-working per far sì che alcune professioni potessero continuare a svolgere il loro lavoro, ma da casa. Queste limitazioni sono state revocate una volta che la situazione epidemiologica lo ha potuto permettere, ma con l'aumentare dei casi furono di nuovo reintrodotte.

Le misure per limitare la diffusione della pandemia hanno avuto effetti a catena sull'economia e sulla forza lavoro italiana, provocando dei cambiamenti nei consumi, nelle abitudini e nei bisogni.
I problemi dell'Italia, però, non nascono con la pandemia, ma sono pregressi. Infatti, si può dire che l'Italia sia stata colpita in un momento di grande fragilità. Tra i motivi ci sono una sostanziale stagnazione del reddito da oltre un ventennio, la disoccupazione elevata e il rapporto debito pubblico/PIL molto elevato. La sfida significa, quindi, rompere con il passato, che vede l'Italia negli ultimi posti tra i Paesi avanzati in termini di crescita economica.

Nel decennio pre-pandemia l'Italia è cresciuta in media d'anno 1/6 della Germania.
Dalla crisi sanitaria sono rimasti diversi elementi di incertezza come la carenza di materie prime e semilavorati e conseguenti pressioni sulla dinamica dei prezzi.
Tra gli effetti economici immediati della pandemia possiamo considerare delle ripercussioni al turismo, ai trasporti e ai servizi, come ad esempio il servizio scolastico. Mentre tra gli effetti di medio periodo possiamo osservare delle ripercussioni alla catena del valore, ovvero, alla fornitura di parti che servono per la produzione di beni e servizi. Un altro effetto negativo su cui preoccuparci è la riduzione della domanda perché con l'avvento dei problemi seri dal punto di vista economico è plausibile che questi incidano sulla domanda e il reddito disponibile dei consumatori.

La natura della crisi che stiamo vivendo è dovuta a un enorme shock sia dal lato dell'offerta che della domanda. Lo shock di offerta è causato dal blocco di quelle attività economiche ritenute non essenziali e dalla discontinuità di forniture di materie prime e beni intermedi che servono per la produzione. Tutto questo ha portato ad un crollo della produzione sia nella manifattura che nei servizi. Lo shock di domanda, quindi un crollo della domanda di beni e servizi, è provocato da un crollo dei consumi (come nel caso del turismo e dei trasporti), dalla caduta degli investimenti da parte delle imprese, da una spesa pubblica di beni e servizi debole e dalla domanda esterna che non è in grado di sostituire la domanda interna.

Shock di domanda e shock di offerta si autoalimentano, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Il crollo dei consumi ha riguardato la caduta dei redditi di milioni di lavoratori, la perdita di ricchezza privata, a causa dei mercati finanziari, e l'incertezza in merito al futuro.
Nei pericoli di breve termine per l'economia italiana possiamo annoverare l'economia reale dove si è verificato un crollo dei ricavi, ma con delle spese da sostenere ugualmente (es. mutui, affitti). Nel settore finanziario è inevitabile ricordarsi della difficoltà nel rispettare i debiti con il sistema bancario avendo provocato un impatto sull'economia reale. È evidente che i problemi molto gravi si sono verificati anche per la finanza pubblica creando un crollo del gettito fiscale, dovuto a un rinvio delle scadenze.