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Movimento e apprendimento nella dimensione delle Disposizioni Nazionali Covid 19. Ipotesi di nuovi paradigmi educativi

Impatto di lockdown e distanziamento sociale su bambini e ragazzi

Vari studi hanno valutato l’impatto che il Covid-19 ha avuto sulla salute dei giovani. Alcuni di questi hanno messo anche in dubbio la reale efficacia della chiusura delle scuole per diminuire le possibilità di contagio nella popolazione. Gli studi effettuati hanno cercato di coprire ogni aspetto legato alla vita del bambino e come le situazioni di lockdown possono aver modificato in maniera sensibile dati statistici presenti e legati a valutazioni precedenti la venuta del Covid-19. Non tutti gli studi presi in considerazione sono risultati essere di alta qualità; tra i fattori che influenzano negativamente la loro valutazione abbiamo ad esempio la mancanza di analisi del campione preso in considerazione nella fase precedente l’arrivo del virus, che ha quindi costretto gli scienziati al confronto di campioni differenti. Altri studi invece, si sono trovati ad esaminare campioni troppo piccoli.

Ansia, depressione, difficoltà emotive e comportamentali
Una prima considerazione deve sicuramente far riferimento al fatto che, nell’attuazione di misure restrittive come la chiusura delle scuole, non è stato preso in considerazione l’impatto che queste avrebbero avuto sia a livello psicologico, che sul benessere mentale degli alunni. Nella valutazione di come il Covid-19 può aver influito nell’età evolutiva, bisogna considerare tre differenti categorie: i bambini che frequentano la scuola primaria, i bambini che frequentano la scuola secondaria di primo grado e i ragazzi che frequentano la scuola secondaria di secondo grado.
Indagini condotte in Italia e in Scozia su bambini della scuola primaria, hanno evidenziato come nella maggior parte dei casi erano peggiorati sia lo stato emotivo che la capacità di concentrazione. Inoltre, i bambini presentavano una maggior difficoltà di autocontrollo, difficoltà emotive e problemi di iperattività.
Per quanto riguarda la fascia d’età compresa tra i 6 e i 12 anni, le problematiche maggiori riscontrate sono state relative all’ansia e alla depressione. Uno studio cinese [Y. Zheng et al.] ha rilevato che “The following variables were found to be significant risk factors for social anxiety during home quarantine: deterioration of the parent-child relationship, increased conflicts with parents, irregular work and rest, and worrying more about being infected. Deterioration of the parent-child relationship, less physical activity, irregular work and rest, and negative mood during home quarantine were significant risk factors for depression.” Ansia e depressione sono due stati che si sono aggravati e, questo, soprattutto a causa di un peggioramento nella vita famigliare. Il deterioramento della relazione con i genitori ha aumentato i conflitti interni alla famiglia, la paura di venire infettati ha aumentato gli stati di ansia, mentre l’umore negativo scaturito dalla situazione creata è risultato essere un importante fattore per l’incremento della depressione.
Dello stesso avviso sono anche due studi, uno svolto in Brasile [M. A. Garcia de Avila et al.] e uno in Bangladesh [S. Yeasmin et al.]. Il primo, oltre a quanto già affermato dallo studio cinese, aggiunge che anche lo scarso livello di istruzione dei genitori e il fatto di vivere in un ambiente con molte persone hanno portato all’aumento di ansia e depressione; il secondo invece, valuta come questi due fattori siano peggiorati a causa dell’aumento di disturbi del sonno.
Come per la fascia d’età precedente, anche negli adolescenti è stato riscontrato un aumento dei livelli di ansia e depressione, ma a cambiare sono state le motivazioni legate a tale incremento. Infatti, due studi cinesi hanno evidenziato come i ragazzi risultassero preoccupati da una possibile compromissione del diploma e questo, in concomitanza con la didattica a distanza e una maggiore consapevolezza del pericolo legato al Covid-19, li portasse a dormire meno di sei ore a notte, causando stati di ansia. Inoltre, la mancanza di attività fisica faceva sì che sentissero anche una rilevante preoccupazione per la loro salute fisica. Questi dati sono stati confermati da altri studi condotti in altri Paesi come Turchia, Canada e Regno Unito.

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Movimento e apprendimento nella dimensione delle Disposizioni Nazionali Covid 19. Ipotesi di nuovi paradigmi educativi

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Informazioni tesi

  Autore: René Longhi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica San Raffaele Roma
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze delle attività motorie e sportive
  Relatore: Cinzia Turli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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Parole chiave

educazione
movimento
antica grecia
apprendimento motorio
paradigmi educativi
post-covid

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