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L'interesse nazionale dell'Italia: dalle origini all'era del multilateralismo

Infallibilità degli interessi nazionali?

Nel delineare la politics si presume che i rappresentanti governativi si comportino in maniera razionale, tuttavia questo assunto non è da leggersi come una verità assoluta. Diversi elementi possono spingere un attore politico ad agire in maniera irrazionale: la contingenza del momento, la pressione dell'opinione pubblica, lo stato mentale, le minacce esterne percepite. Per questo diversi pensatori nel corso dei secoli hanno riaffermato la centralità degli interessi nazionali come linee guida da seguire, in contrapposizione alla fallibilità degli individui.

Si è detto quanto gli interessi nazionali possano essere ambigui e mutevoli a seconda delle circostanze, d'altra parte si può guardare ad essi come ad una sorta di "ancora" per evitare che le ideologie e i sentimenti soggettivi prendano il sopravvento, dunque che l'irrazionalità prevarichi sulla razionalità. Da leggersi in tal senso la frase di Henri de Rohan, condottiero e dirigente del partito ugonotto nella Francia del XVII secolo: "Il principe può ingannarsi, il suo consiglio può essere corrotto; ma l'interesse solo non può mai fallire. A seconda che sia bene o male inteso, esso fa vivere o morire gli stati."

Di avviso simile rispetto a Rohan era il suo coevo inglese Marchamont Nedham, che sottolinea l'importanza del calcolo strategico e dell'attenta valutazione di mezzi e scopi nell'attuazione delle politiche, ma anche la precarietà di tale calcolo in situazioni complesse e solo parzialmente decifrabili; l'elemento casuale e imprevedibile andrà sempre a incidere in una certa percentuale assieme ai fattori oggettivi legati alle condizioni del momento e a quelli soggettivi legati alla disposizione dei protagonisti sulla scena.
Anche il pensiero realista sposa la causa degli interessi nazionali su cui fare affidamento per evitare fallacie cagionate dal comportamento irrazionale degli individui. Parlando della menzionata presunta irrilevanza dei giudizi morali in politica estera, lo stesso Morgenthau non intendeva affermare che la politica estera non dovesse rifarsi a fini etici, quanto piuttosto che il perseguimento degli interessi razionali fosse di per sé sempre etico e razionale. Questa teorizzazione presta tuttavia il fianco ad alcune critiche: Felix Oppenheim in particolare mette in risalto come la dimensione morale dell'Interesse Nazionale possa seguire criteri non razionali, nondimeno è dell'opinione che questo debba mirare al raggiungimento del benessere collettivo. Sullo stesso filone troviamo Nuechterlein; infatti sugli ideological interests incide sempre una componente soggettiva legata al complesso di valori ideologici che caratterizzano l’identità di una nazione, di conseguenza è irrealistico che possano considerarsi perfettamente razionali.

Per quanto la dottrina della Ragion di Stato possa tentare di imbrigliare le volizioni dei singoli e gli interessi particolari dei gruppi interstatali, non si potrà mai pervenire ad un risultato completamente razionale e "puro", perciò si dice che gli interessi nazionali si presentano sempre "spuri" in una certa misura, commisti a ideologie e identità, e non sempre immediatamente manifesti. La stessa geopolitica, per quanto razionalizzata grazie ai progressi della scienza moderna, è sempre in una certa misura non neutrale; Raymond Aron afferma che “fare appello agli interessi nazionali è un modo per definire non già una politica, ma un atteggiamento”. Presa coscienza di questa realtà, occorre una certa abilità nell'individuazione degli interessi, anche quelli non manifesti, e nel loro perseguimento in maniera efficiente ed efficace.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'interesse nazionale dell'Italia: dalle origini all'era del multilateralismo

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Poggio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Maurizio Serio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 98

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