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Epidemiologia e prevenzione delle infezioni veicolate nelle strutture sportive

Infezioni trasmissibili in piscina

Trasmissione enterica
L'ambiente delle piscine è particolarmente adatto alla trasmissione di diverse infezioni, i cui agenti eziologici sono veicolati da oggetti di uso comune, dall'acqua delle vasche, dai pavimenti e dalle pedane. Esse sono infezioni principalmente localizzate a livello della pelle e delle mucose. La temperatura, l'umidità e la presenza di tante persone sono fattori che determinano la proliferazione di virus, batteri e miceti. Per trasmissione enterica si intendono le malattie a diffusione oro-fecale, così definite poiché il microrganismo entra nell'organismo per via orale. Con l'ingestione di acqua contaminata durante il nuoto è possibile contrarre infezioni intestinali da virus e da enterobatteri.

Infezioni intestinali da Cryptosporidium
I Cryptosporidium sono una categoria di protozoi patogeni che causano infezioni sia nell'uomo che negli animali, la criptosporidiosi. Il ciclo vitale del parassita comprende l'espulsione delle uova del protozoo (oocisti) dall'organismo ospite.
La criptosporidiosi colpisce i soggetti di tutte le età e può presentarsi sporadicamente o in forma epidemica. La trasmissione è oro-fecale ed avviene unicamente attraverso l'ingestione di acqua contaminata.
Le infezioni da Cryptosporidium prima del 1980 erano definite un evento raro. "Nel 1988 a Los Angeles furono coinvolte 44 persone che frequentavano una piscina pubblica" (CDC Epidemiologic notes and reports swimming associated cryptosporidiosis. Los Angeles-County. MM- VR 39, 343-345, 1990). Le oocisti superano i normali filtri di depurazione delle acque e resistono ai più comuni disinfettanti. Possono sopravvivere per circa tre mesi a basse temperature e si inattivano ad alte temperature. "La malattia si manifesta come un'enterite con diarrea acquosa profusa, che può contenere muco, raramente sangue e leucociti. Oltre alla diarrea, sono presenti nausea (51%), vomito (51%), dolori addominali (45%), febbre (36%), calo ponderale, occasionalmente mialgie, cefalea, anoressia. (Current W.L. & Garcia L.S. Cryptosporidiosis. Clin. Microbiol. Rev. 4, 325-358, 1991.) Il periodo di incubazione varia tra 2 e i 14 giorni e l'andamento clinico dipende dalle difese immunitarie della persona. Nei bambini malnutriti e nei pazienti immunodepressi i sintomi possono durare per più di 3 settimane e possono provocare gravi danni all'organismo come la disidratazione e il malassorbimento. Il criptosporidio può localizzarsi nell'apparato respiratorio, determinando una sintomatologia caratterizzata da dispnea, tosse, laringite accompagnata o meno da sintomi gastrointestinali.
In tali pazienti le oocisti sono state identificate già nella saliva, nell'aspirato tracheale e in campioni istologici ottenuti attraverso la biopsia polmonare. La diagnosi viene effettuata su campioni di feci, saliva, bile ma anche attraverso il siero. Le indagini sierologiche vengono effettuate principalmente ai fini epidemiologici poiché permettono di identificare i pazienti asintomatici e di definire la prevalenza cumulativa nell'ambito di una popolazione. Non è ancora stato identificato un trattamento efficace per la criptosporidiosi in quanto è un protozoo che resiste a molti antimicrobici.
Nei pazienti immunocompetenti viene effettuata una terapia di supporto o una terapia che dia sollievo dai sintomi. "Il farmaco che ha dato migliori risultati è la paromomicina, aminoglicoside non assorbibile, attivo in modelli sperimentali, in grado di sopprimere la crescita del parassita e pertanto efficace in particolare quando la carica parassitaria è bassa." (Healey M.C., et al. Therapeutic efficacy of paromomycin in immunosuppressed adult mice infected with cryptosporidium parvum. J. Parasitol. 81, 114-116, 1995.)

Trasmissione non enterica
La trasmissione non enterica comporta il contagio attraverso la pelle e le mucose a contatto con l'acqua e le superfici infette, senza l'ingestione di acqua. Queste infezioni possono essere causate da virus, batteri, miceti e possono essere cutanee o localizzate. Le infezioni cutanee coinvolgono l'epidermide in quanto i microrganismi possono penetrare attraverso i follicoli piliferi o attraverso piccole aperture, quali graffi, punture, interventi chirurgici, ustioni solari, morsi di animali o punture di insetti. Le infezioni localizzate sono favorite dalla macerazione dell'acqua e dalle temperature elevate.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Epidemiologia e prevenzione delle infezioni veicolate nelle strutture sportive

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Informazioni tesi

  Autore: Desirè Cunsolo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze delle attività motorie e sportive
  Relatore: Ilaria Loperto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 37

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malattie
controlli
igiene
impianti sportivi
nuoto
piscina
infezioni
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