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La mossa del cavallo. Israele e la strategia delle alleanze periferiche

Israele, Grecia e Cipro

I rapporti tra Israele e Cipro datano dall'indipendenza dell'isola dai britannici, precisamente dal 16 agosto 1960, quando Tel Aviv riconobbe la neonata entità statuale ricevendo a sua volta il riconoscimento arrivato il giorno seguente. Il 20 gennaio 1961 l'ambasciatore israeliano a Nicosia presentò quindi le sue credenziali al governo del Presidente Makarios, una settimana dopo l'analogo gesto del suo omologo egiziano. La repubblica di Cipro, tuttavia, non reciprocò la mossa se non molto più tardi, tanto che si dovette addirittura attendere il 1994 per l'apertura dell'ambasciata cipriota a Tel Aviv.

Dopo l'indipendenza, Cipro divenne un membro attivo del Movimento dei Paesi non allineati, fautore di una posizione chiaramente pro-palestinese, e instaurò ottimi rapporti con l'Egitto di Nasser; allo stesso tempo, Nicosia mantenne vive le relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele resistendo alle pressioni arabe che spingevano in direzione contraria e sviluppando buoni legami commerciali con Tel Aviv; Israele, per parte sua, adottò la posizione più diffusa a livello internazionale sulla questione cipriota scegliendo di non riconoscere la Repubblica turca di Cipro del Nord, una linea di condotta che gli ha permesso di salvaguardare negli anni i pur deboli rapporti con la Repubblica di Cipro. Il ritorno di fiamma tra Israele e Turchia degli anni '90 non lasciò molto spazio a eventuali sviluppi nell'ambito della cooperazione militare (e non) tra Gerusalemme e Nicosia. Nel 2010 l'incidente della Mavi Marmara, che ha segnato il nadir nelle relazioni turco-israeliane, ha marcato invece una svolta positiva per quelle tra Israele e Cipro che hanno da lì in avanti visto un rapido progresso (e riguardando anche la Grecia).

Conseguentemente alla scoperta di importanti giacimenti di idrocarburi a largo delle coste israeliane, libanesi e cipriote nel cosiddetto bacino levantino, le autorità israeliane e cipriote hanno sottoscritto nel dicembre 2010 un accordo per la delimitazione delle reciproche zone economiche esclusive, regolarmente depositato all'Onu. Tale intesa è stata di fondamentale importanza per Nicosia in quanto, come si è ricordato in precedenza, la Turchia non riconosce tuttora la Repubblica di Cipro e, di conseguenza, rigetta qualsiasi accordo da essa stipulato, delimitazioni marittime comprese, avanzando al contempo anche importanti rivendicazioni sulle medesime aree marittime. In risposta all'aggressività turca, tra gennaio e febbraio 2012 Israele e Cipro hanno posto le basi per la nascita di una vera e propria cooperazione militare difensiva finalizzata in particolare alla tutela e protezione dell'ampio bacino gasifero e petrolifero appena scoperto al confine delle rispettive ZEE. Tale intesa è sorta in concomitanza con due visite ufficiali, prima quella del ministro della difesa cipriota all'omologo israeliano Barak a gennaio 2012, ricambiata, poi, simbolicamente da Netanyahu (nella prima volta di un primo ministro israeliano a Nicosia), le quali hanno marcato anche pubblicamente una svolta nel senso del rafforzamento dei rapporti bilaterali. Le due parti in causa hanno finora cercato di tenere nascosti i termini della cooperazione: ufficialmente, infatti, l'intesa raggiunta viene qualificata nei termini di un mero accordo sullo scambio di assistenza in tema di ricerca e soccorso in caso di calamità naturali.

In realtà non stupirebbe che ad Israele, in cambio della fornitura di armi e tecnologia, il governo cipriota avesse concesso ampie libertà e segnatamente quella legata all'utilizzo del proprio spazio aeronavale e delle basi dell'isola. D'altronde, non è un caso se i rapporti tra Israele e un altro Paese della sua periferia di cui si è parlato in precedenza, ovvero l'Azerbaigian, sono soggetti a scrutinio per la sospetta esistenza di uno scambio inconfessabile tra fornitura di armi e tecnologia da parte di Gerusalemme contro la possibilità dell'uso dello spazio aereo e delle basi militari. Nell'aprile 2013 si è quindi svolta, nell'ambito degli accordi raggiunti, una prima esercitazione aero-navale a sud di Cipro, seguita da una seconda nel febbraio del 2014. Tra Israele e Grecia i rapporti sono rimasti a lungo ai minimi termini, salvo registrare un notevole miglioramento negli ultimi anni.

Fin dal 1947, durante le votazioni in Assemblea Generale dell'Onu, la Grecia si espresse contro il piano di partizione della Palestina, quindi contro l'idea di uno Stato ebraico indipendente e sovrano. Ciononostante, il 15 marzo 1949 la Grecia diede il suo riconoscimento de facto allo Stato di Israele e tre anni dopo, nel 1952, furono stabilite relazioni diplomatiche al livello di consolato generale. Come nel caso di Cipro, anche con la Grecia si dovettero attendere gli anni '90 per lo stabilimento di piene relazioni diplomatiche a livello di ambasciata, e precisamente l'anno 1990. Nello specifico, la Grecia fu l'ultimo Stato non arabo affacciato sul Mediterraneo a normalizzare i suoi rapporti con Israele. Fino ad allora, lo sviluppo dei rapporti bilaterali era stato ostacolato dalla politica nettamente filo araba della Grecia, in primo luogo dovuta alla dipendenza energetica del Paese dall'importazione di idrocarburi dai Paesi del Golfo Persico e secondariamente dalla vicinanza tra Israele e Turchia nei decenni '50 e '60 e, di nuovo, negli anni '90. La molla che ha fatto cambiare il loro corso è stata, esattamente come con Cipro, l'incidente della Mavi Marmara del maggio-giugno 2010, che ha affossato ciò che restava dell'alleanza israelo-turca e dato il la al fiorire di un'intesa mediterranea con Cipro e con la Grecia, basata anche in quest'ultimo caso sui rapporti in ambito militare.

Negli ultimi cinque anni si sono svolte numerose esercitazioni, sia bilaterali che in ambito allargato ad alleati della NATO, cominciate nel 2008 con quella che alcuni esperti ritengono essere una simulazione di attacco all'Iran (con tanto di rifornimento di carburante in volo) proseguite negli anni seguenti e culminate nel 2013 con due importanti esercizi, denominati Noble Dina e Blue Flag . Inoltre, nel settembre del 2011 è stato siglato un accordo di difesa tra Israele e Grecia che, tra le altre cose, prevederebbe la possibilità per Israele di utilizzare porti e aeroporti militari greci in caso di necessità. Vista la frequenza e l'intensità della collaborazione tra Grecia e Israele negli ultimi anni, insomma, non desta stupore che il primo ministro greco sostenga il carattere strategico e a lungo termini dei rapporti tra i due Paesi.

A sancire la stretta cooperazione anche a livello politico sono intervenute le due visite dei rispettivi primi ministri, di Papandreou nel luglio 2010 seguita da quella di Netanyahu nell'agosto dello stesso anno. Lo stretto rapporto strategico-militare che sta maturando tra Israele e i suoi vicini mediterranei Cipro e Grecia è, in definitiva, di notevole importanza per Israele, in quanto in grado di fornire quella profondità strategica che fino a una decina di anni fa era appannaggio della Turchia. Sia Grecia che Turchia sono membri della Nato e presentano un territorio orograficamente variegato e compatibile con gli scenari di attacco aereo studiati dagli israeliani che sono principalmente incentrati sulle installazioni nucleari iraniane, poste in località montagnose e di non agevole accesso. Inoltre, le relazioni amichevoli tra Israele, Cipro e Grecia sono riflesse in un progetto molto importante e attualmente in fase di studio, ovvero il gasdotto che collegherebbe i giacimenti israeliani e ciprioti con la Grecia e, di conseguenze, l'intera Unione Europea e che, ove realizzato, porterebbero a ognuno dei partecipanti notevoli benefici sia dal punto di vista economico che da quello della sicurezza energetica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La mossa del cavallo. Israele e la strategia delle alleanze periferiche

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Giovannelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Maurizio Vernassa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 156

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