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Le origini del nazionalismo albanese - La nascita di una nazione a maggioranza musulmana in Europa

L’albanismo sul terreno: dalle reti dei lettori alle reti partigiane

Con lo sforzo di mobilitazione, intrapreso dagli albanisti a partire dal principio del 1890, l’idea dell’esistenza di una nazione albanese, si diffuse in forme diverse tra gli individui che vivevano nella frangia occidentale dei possedimenti ottomani. La stampa e i libri giocarono un ruolo centrale in questa diffusione, costituendo delle vere e proprie reti di lettori. Tuttavia l’albanismo finì per superare tali cerchie passando attraverso altri meccanismi a cerchie più ampie. Per certi versi esso acquisì un senso più concreto, legato a dei rapporti di forze socio-politiche a livello locale o regionale. Dunque l’albanismo, come le altre ideologie di questo tipo, si sviluppò sul terreno in funzione di sensibilizzazioni e posizioni individuali, ma anche in funzione di configurazioni socio politiche e di rapporti di potere. Come altri leaders politici, gli albanisti che vollero mobilitare dei partigiani dovevano avere un taraf, almeno a livello familiare e paesano. Di fatto, sul terreno, le adesioni all’albanismo si fecero sul territorio, grazie all’appartenenza ad una rete di solidarietà a base familiare, regionale, professionale o sociale e non unicamente tramite adesione ideologica.
Negli anni 1905-1906, l’idea di formare delle reti e dei gruppi di patrioti solidali, come aveva fortemente esortato Shemseddin Sami Frashëri, si concretizzò con la creazione di un comitato segreto e una banda çeta. Pertanto la natura, i significati e le forme di sviluppo dell’albanismo, sono da analizzare su un altro registro, in funzione delle configurazioni locali. Di conseguenza presero forma due periodi attorno ai quali si diffuse l’albanismo sul territorio, lo spazio di tempo che va prima e dopo la rivoluzione dei giovani turchi. Tra il periodo 1896-97 e il 1908, l’albanismo fu costretto alla clandestinità, poiché l’impero intraprese misure più severe contro la distribuzione degli scritti in albanese. Le cerchie dei lettori restarono limitate, fragili e difformi, in base alle regioni e i profili dei lettori. Nel 1905-1906 si assistette al debutto di una mobilitazione partigiana, attraverso un comitato segreto ed una banda, ad immagine dell’azione di altre propagande.
L’albanismo cominciò inoltre ad essere utilizzato come risorsa politica e sociale, dai notabili nella loro lotta per il potere locale. A partire dalla restaurazione della costituzione ottomana, nel luglio del 1908, gli albanisti poterono operare apertamente, anche se emerse rapidamente una contrapposizione tra una rete albanista che volle costituirsi nell’impero e la rete del comitato Unione e Progresso, che ebbe come scopo principale quello di mantenere gli albanesi nel grembo ottomanista e di assicurarne la loro legge. I quattro anni di crisi che precedettero la prima guerra balcanica, marcarono il disfacimento dell’impero in Europa. L’albanismo fu rimodellato in funzione delle lotte per il potere a livello locale, come a livello dell’impero. Dunque le costruzioni dell’identità nazionale albanese si trovarono ancora diversificate.

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Porcu
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del governo e dell'amministrazione
  Relatore: Giuseppe Rutto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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Parole chiave

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shemseddin sami frasheri

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