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Dialetto marocchino: analisi linguistica della Darija

L’arabo, il berbero e il dialetto

Nei paragrafi precedenti sono stati già menzionati i berberi e l’influenza del loro idioma sulla darija, ma è necessario raccontare brevemente la loro storia e descriverli in maniera più approfondita. Nonostante le testimonianze linguistiche per le epoche più antiche siano rare, si può affermare che anteriormente all’arabizzazione all’interno dell’area maghrebina erano parlate diverse varietà di berbero. Storicamente parlando, l’esistenza di queste popolazioni, è attestata sin dai tempi più remoti, tradizionalmente si inizia a citarli con gli egizi, che si riferivano a questa popolazione con l’appellativo libi. Sin dall’inizio del 1° millennio a.C. vennero dominati inizialmente dai fenici e successivamente da greci, cartaginesi, romani e altre popolazioni, questo fino alla dominazione araba avvenuta a partire dal VII secolo d.C. L’appellativo "Berberi" non risale agli autoctoni, ma agli arabi, che li chiamarono al-barbar, probabilmente ispirandosi al greco βάρβαροι, e dal latino barbarus, con la quale i greci e romani, designavano le genti di cui non capivano la lingua, espressi dai suoni bar - bar, e che non conoscevano la cultura greco-romana.

Sussiste un’altra teoria sull’origine di quest’epiteto, di fatto potrebbe derivare anche da nomi propri di frazioni degli autoctoni che si è successivamente esteso a tutta la popolazione. Gli amaziġ, è così che preferiscono essere chiamati i berberi, parlavano una lingua pan-nordafricana, che ha fatto da sostrato alle parlate maghrebine. Il berbero appartiene al ceppo linguistico prima chiamato camito-semitico, e ora afroasiatico, si tratta di un ceppo di lingue africane imparentate con il semitico, l’adstrato berbero ha parecchio influenzato il Marocchino soprattutto rispetto al sistema accentuale-sillabico libero, e ciò comporta l’alterazione della struttura sillabica araba, che ha condotto alla devalorizzazione del vocalismo arabo breve. Sebbene l’idioma interessi un'unica zona, non sussiste la completa intercomprensione tra i parlanti dei vari paesi, dunque, è più corretto parlare di lingue berbere, dato che alcuni studiosi attribuiscono ad ogni insieme dialettale lo status di lingua, uno di questi fu Durand che suddivise le lingue berbere nel seguente modo34:

- Il Rifano, Il Beraber e il Shleh sono le lingue berbere parlate rispettivamente nel Marocco settentrionale, centrale e meridionale;
- Il Cabilo, la Chaouia, la Mzabita e il Wargilita sono invece le varietà che interessano l’Algeria;
- Il Nefusi è la varietà parlata in Libia,
- Il Siwi interessa l’Egitto;
- Il Tuareg invece è una parlata berbera che accomuna il Niger, il Mali e l’Algeria meridionale;

Infine si può affermare che, benché non vi sono stime ufficiali, i berberofoni in Marocco sarebbero all’incirca il 40% della popolazione. Le tre lingue berbere del paese comprendono al loro interno delle variazioni fonetiche e morfologiche, ma soprattutto lessicali. L'arabo dialettale è molto spesso usato come mezzo di comunicazione tra i parlanti di queste diverse aree, dato che spesso se i parlanti di questi idiomi tentano di comunicare tra loro non si comprendono35. Il berbero viene considerato da alcuni alla stregua della darija ovvero non meritevole di alcuna considerazione, altri invece ritengono le loro parlate come varietà regionali di una medesima lingua comune all’Africa settentrionale e subsahariana, la si deve difendere, promuovere e le si deve attribuire uno status istituzionale, altri ancora la ritengono un idioma in fin di vita e pericoloso, poiché se rianimato potrebbe minacciare l’unità del paese, perciò la soluzione migliore è lasciarlo progressivamente estinguere.

Ritornando al berbero sono stati intrapresi dei provvedimenti politici, educativi e mediatici a favore della riabilitazione della lingua amaziġ, mediante l'adozione al riguardo di scelte oculate che considerino la realtà sociale e lo sviluppo linguistico. Ciò è avvenuto inizialmente durante il regno di Ḥassan II, di fatto all’epoca i berberi iniziarono a manifestare reclamando una maggiore inclusione sociale ed un pubblico riconoscimento della loro specificità culturale, perciò nel 1991 venne stipulata dai movimenti berberisti la Carta di Agadir, ovvero un documento che metteva per iscritto le rivendicazioni berbere e che stabiliva degli obiettivi da raggiungere ovvero il riconoscimento della lingua berbera accanto alla lingua araba come lingua ufficiale; l'integrazione della lingua e della cultura amaziġ nelle attività culturali ed educative e la loro inclusione nei programmi scolastici; la creazione di contenuti mediatici in lingua, da trasmettere sulle reti nazionali36. Nel 1994 la monarchia rispose a queste richieste attraverso un discorso, durante il quale sottolineò l’importanza delle tamaziġt nella società marocchina, facendo però riferimento ad esse come dialetto e non come a una vera e propria lingua; tuttavia, ne promise l’inserimento nella scuola primaria. In realtà all’epoca l’unico risultato concreto fu la realizzazione di un telegiornale nelle principali lingue amaziġ del Marocco.

Muḥammad VI, invece operò ed opera delle iniziative effettive per la promozione della lingua berbera; infatti, nel 2011 diventò lingua ufficiale del paese e fece il suo ingresso nel sistema scolastico marocchino, con un insegnamento ad ella dedicata, durante il primo ciclo di istruzione, inoltre nel 2010 nacque il primo canale della SNRT che trasmette programmi interamente in lingua sono37:

⁃ La riduzione delle vocali brevi, soprattutto nelle sillabe aperte
⁃ La spirantizzazione delle occlusive *k, *t e *d verso le fricative x/ç,, e æ
⁃ La labializzazione di k e g
⁃ L’affricazione di *t > ts
⁃ Lo spostamento del genere e del numero in alcuni sostantivi.




34 Durand, O. (1998) pp.9-10, pp.32-38.
35 DURAND Olivier (2004), pp.23-45.
36 EL MEDLAOUI, M. (2005), pp.153-178.
37 DELL F. ELMEDLAOUI (M. 2002), pp. 82-97.

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Walida El Abioui
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: UKE - Università Kore di Enna
  Facoltà: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Corso: Lm38
  Relatore: Giuseppe Petrantoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 100

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